Blair, Anthony Charles Lynton
Blair, Anthony Charles Lynton (detto Tony)
Uomo politico britannico, nato a Edimburgo il 6 maggio 1953. Laureatosi in legge al St. John's College di Oxford nel 1975, nello stesso anno si iscrisse al Labour Party. Eletto alla Camera dei comuni nel 1983, B. dedicò particolare impegno al rinnovamento della linea politica laburista in senso liberale e antistatalista. La sua ascesa nel partito culminò nel 1994, quando fu eletto segretario; da allora il suo prestigio politico si accrebbe costantemente fino alla vittoria laburista nelle elezioni del maggio 1997, in seguito alla quale fu nominato primo ministro. B. si presentò con un programma sostanzialmente di centro, in sintonia con un elettorato moderato, sostenendo la necessità di un più deciso decentramento amministrativo, di una politica economica neoliberista e dell'integrazione nell'Unione Europea, senza tuttavia aderire alla moneta unica. Malgrado i risultati conseguiti sul piano economico nei primi anni di governo, la linea perseguita da B. in materia di welfare (v.) veniva criticata da una parte del suo stesso partito; i progressi nel decentramento politico e amministrativo della Scozia e del Galles riscuotevano invece consensi nell'opinione pubblica. Il premier britannico diede il suo pieno sostegno all'intervento militare della NATO contro la Iugoslavia (marzo-giugno 1999), mentre la sua politica europeista usciva sconfitta alle elezioni europee (giugno 1999), nelle quali i laburisti ottennero il 28% dei voti contro il 36% dei conservatori (tories).
Nello stesso periodo si interrompevano i negoziati di pace con il Sinn Féin (partito indipendentista nord-irlandese considerato il braccio politico dell'IRA), deludendo le speranze alimentate dagli 'accordi del venerdì santo' (apr. 1998). Seppure segnate da un'alta percentuale di astensioni, le elezioni generali del 2001 decretavano ancora una volta il primato del Partito laburista. B., che durante la campagna elettorale aveva posto tra gli obiettivi primari il miglioramento del servizio pubblico - in particolare quello sanitario - fu il primo premier laburista a rinnovare il proprio mandato. Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 a New York e a Washington, B. si allineò sulle posizioni di G.W. Bush, con il quale diede vita alla coalizione angloamericana che nell'ottobre attaccò l'Afghānistān. Altrettanto deciso fu il supporto di B. al presidente degli Stati Uniti in merito al piano di invasione dell'Irāq per rovesciare Ṣ. Ḥusayn, accusato di possedere armi di distruzione di massa, nonostante le perplessità o la decisa opposizione manifestata da molti Paesi (in modo particolare dalla Francia) nei confronti dell'opzione militare. Con la fine del conflitto, accertata l'infondatezza delle accuse che avevano motivato l'aggressione, il premier britannico veniva fatto oggetto di dure critiche, anche all'interno del suo partito. Nel luglio 2003, A. Gilligan, esperto militare della BBC, affermava che il dossier governativo riguardante i presunti arsenali iracheni aveva subito manipolazioni aventi lo scopo di esagerarne la pericolosità e, quindi, di legittimare la decisione del governo di attaccare militarmente il Paese mediorientale al fianco degli Stati Uniti. Il 19 luglio D. Kelly, scienziato del Ministero della Difesa e fonte delle informazioni divulgate dall'emittente inglese, veniva ritrovato morto (forse suicida) nei pressi di Oxford. Respinte le accuse, B. disponeva un'inchiesta sul 'caso Kelly'. Una volta concluse, nel gennaio 2004, le indagini accertarono la buona fede di B., ma la vicenda aveva ormai alimentato un clima di sospetto nei confronti dell'uso dell'intelligence nel periodo antecedente l'aggressione all'Irāq.
Nell'ambito della politica interna, negli anni del suo secondo mandato il premier britannico portò avanti il programma di privatizzazioni della sanità e dei trasporti, in armonia con gli indirizzi dell'Unione Europea ma guadagnandosi l'aperto dissenso da parte dei sindacati. Ottenevano buoni risultati le sue misure tese a incrementare l'occupazione: nel febbraio 2005 si registrava un calo della disoccupazione dal 5% (giugno 2001) al 4,8%. Nell'agosto 2004 B. fu oggetto di una richiesta di impeachment avanzata da un esponente del partito gallese Plaid Cymru, A. Price, poi sottoscritta da 24 deputati della Camera dei comuni, per aver ingannato il Parlamento sulle vere ragioni dell'intervento in ̔Irāq. Alle elezioni politiche del maggio 2005, il Partito laburista usciva ancora una volta vittorioso e B. inaugurava il suo terzo mandato di primo ministro, ma in un clima segnato da un sensibile calo di consensi (ai laburisti andò il 37% dei voti contro il 33% dei conservatori e il 22% dei liberal-democratici).
Negli stessi giorni la stampa rivelava che il governo era a conoscenza da un anno di maltrattamenti e torture perpetrati da militari inglesi ai danni di prigionieri iracheni. In luglio iniziava la presidenza britannica al Parlamento europeo, all'indomani del fallimento dell'accordo sul bilancio dell'Unione Europea (giugno), di cui la Gran Bretagna e i Paesi Bassi furono considerate principali responsabili, non avendo accettato di rinunciare ai rimborsi che dal 1984 ottengono dall'Unione Europea. Dopo gli attentati terroristici a Londra (luglio 2005), il premier annunciava una legge antiterrorismo che avrebbe prolungato da 14 a 90 giorni la detenzione preventiva per i sospetti terroristi o fiancheggiatori del terrorismo islamico. Presentata alla Camera dei comuni, la legge fu bocciata il 9 novembre dello stesso anno; questa sconfitta evidenziava una perdita di credibilità del premier britannico, compromessa soprattutto dalla vicenda irachena, anche all'interno del Partito laburista.
bibliografia
J. Rentoul, Tony Blair: prime minister, London 2001.
J. Naughtie, The accidental american: Tony Blair and the presidency, New York 2004.
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A. Romano, The boy. Tony Blair e i destini della sinistra, Milano 2005.