ANGIOSPERME (dal gr. ἀγγεῖον "vaso, recipiente" e σπερμα "seme")
Per Angiosperme s'intendono attualmente tutte le piante Antofite o Spermatofite che hanno gli ovuli chiusi dentro l'ovario, e conseguentemente i semi, che da essi provengono, contenuti dentro la cavità del frutto; in antitesi con le Gimnosperme, l'altra classe delle Antofite, che, non possedendo un ovario chiuso, hanno i semi nudi ossia allo scoperto.
Il vocabolo Angiosperme, introdotto fin dal 1690 da Paul Hermann per una delle primarie divisioni del regno vegetale, non aveva nei tempi andati il preciso significato odierno, perché non si aveva allora un concetto differenziale preciso di frutto e di seme, tanto che anche Linneo, ritenendo che i frutti secchi (achenî) delle Labiate fossero semi nudi, divise la sua 14ª classe, Didinamia, nei due ordini Gimnospermia ed Angiospermia, includendo nel primo le Labiate anzidette e nel secondo le Scrofulariacee, che hanno semi visibilmente contenuti in cassule.
Il vero significato di Angiosperme cominciò a chiarirsi dopo che R. Brown nel 1817 stabilì l'esistenza di veri semi nudi nelle Cicadee e nelle Conifere, e si precisò più tardi in seguito alle scoperte del Hofmeister nel 1851 sui processi di sviluppo del sacco embrionale delle Antofite e i loro rapporti con le Crittogame.
Le Angiosperme rappresentano lo stadio più elevato nella evoluzione delle piante e costituiscono la vegetazione predominante dell'epoca attuale. Perciò esse presentano minori e meno evidenti rapporti genetici con le Pteridofite che non le Gimosperme, il che è anche confermato dai reperti paleontologici: mentre infatti le Gimnosperme, o forme simili ad esse con caratteri evidenti di transizione alle Pteridofite, si trovano già nelle formazioni del Devonico, del Cambrico e del Permico, le Angiosperme invece si riscontrano con sicurezza solo molto più tardi nel Cretacico.
Mentre le Gimnosperme sono esclusivamente piante legnose, le Angiosperme comprendono piante legnose ed erbacee, che, tanto per l'esterna quanto per l'interna organizzazione del corpo e dei suoi organi vegetativi, appaiono assai progredite. Ma molto più della morfologia esterna ed interna degli organi vegetativi è caratteristico nelle Angiosperme il fiore. Esso, tranne eccezioni (Querciflore), è bisessuale o ermafrodito; presenta attorno agli sporofilli un involucro di foglie sterili, perianzio, sia tutte uguali (perigonio), sia diverse di aspetto (calice e corolla). Gli sporofilli, che seguono al perianzio, anziché esser disposti ad elica sull'asse fiorale allungato, sono invece di regola a verticilli ravvicinati come le foglie perianziali. Ermafroditismo, tassia verticillata e vivacità dei colori del perianzio, o quanto meno della corolla, sono, tranne eccezioni, caratteri distintivi del fiore delle Angiosperme in rapporto con l'impollinazione prevalentemente zoofila e specialmente entomofila. I microsporofilli nella tipica forma di stami hanno perciò polline (microspore) preferibilmente vischioso e, germogliando, il loro budello pollinico si presenta assai ridotto in confronto alle Gimnosperme, contenendo soltanto due nuclei spermatici e un nucleo vegetativo, ultimo residuo del protallo maschile, ridotto alla parte assolutamente indispensabile.
I macrosporofilli o carpelli, saldando i loro margini, o ciascuno da per sé, oppure riuniti in un corpo unico, formano la cavità panciuta in cui tiengono a trovarsi chiusi gli ovuli, detta perciò ovario, sormontato di regola da una colonnetta di varia lunghezza, lo stilo, che termina all'estremità in un'espansione papillosa, lo stimma o stigma, destinato a trattenere il polline e favorirne il germogliamento. L'ovulo (macrosporangio) contiene il sacco embrionale (macrospora) nel quale il tessuto nutritivo o endosperma (protallo femmineo) non si sviluppa prima della fecondazione, come avviene nelle Gimnosperme, ma soltanto dopo di essa ed in luogo dei tipici archegonî contiene la cellula-ovo od oosfera.
Un fiore tipico di Angiosperma porta i suoi membri in 5 verticilli fra loro alternanti, di cui 2 spettano al perianzio, 2 all'androceo ed 1 al gineceo, ognuno con un numero costante, o variabile, di membri; è quindi un fiore pentaciclico.
Le Angiosperme comprendono le due sottoclassi: Dicotiledoni e Monocotiledoni. La questione lungamente dibattuta, a quale di esse debba darsi filogenicamente la precedenza, è ormai definitivamente risolta nel senso che le Monocotiledoni si fanno derivare dalle Dicotiledoni Policarpiche, con le quali concordano nei caratteri morfologici e strutturali e nella struttura del fiore.
Dicotiledoni. - Embrione con 2 cotiledoni che fuorescono dal seme nella germinazione; membri a ramificazione laterale più o meno abbondante; fusto con accrescimento diametrale illimitato in grazia dei fasci aperti disposti in una cerchia; radice coi fasci semplici, radiali, in numero limitato; foglie relativamente piccole, tipicamente picciuolate, spesso fornite di stipole, semplici o composte, angolinervie con nervatura reticolato-venosa. Fiore tipicamente pentaciclico pentamero, secondo la formula
in cui K = calice, C = corolla, A-u androceo, G = gineceo.
Monocotiledoni. - Embrione con un solo cotiledone che nella germinazione permane dentro il seme; fusto spesso indiviso, colonnare, o, se anche ramificato, meno copiosamente che nelle Dicotiledoni; accrescimento diametrale del fusto nullo od assai scarso a causa dei fasci chiusi e con disposizione sparsa; fasci radiali della radice in numero generalmente grande; foglie ampie, sessili, astipolate, semplici, parallelinervie, a nervatura libera o, se anche anastomosata, non reticolato-venosa (salvo eccezioni). Fiore tipicamente pentaciclico trimero, secondo la formula
in cui P = perianzio, A = androceo, G = gineceo.
Divisione delle Dicotiledoni:
Serie I. Coripetale (Dialipetale, Eleuteropetale), a petali disgiunti. Ordini: Iuglandiflore, Querciflore, Saliciflore, Urticine, Lorantiflore, Poligonine, Piperine, Tricocche, Centrosperme, Policarpiche, Roeadine, Cistiflore, Columnifere, Gruinali, Sapindine, Franguline, Rosiflore, Leguminose, Mirtiflore, Ombrelliflore.
Serie II. Simpetale (Gamopetale), a petali più o meno saldati fra loro. Ordini: Ericine, Diospirine, Primuline, Contorte, Tubiflore, Personate, Rubiine, Sinandre.
Divisione delle Monocotiledoni:
Ordini: Elobiee, Liliiflore, Enalntioblaste, Glumiflore, Spadiciflore, Scitaminee, Ginandre.
Ogni ordine comprende poi una o parecchie famiglie con un numero maggiore o minore di generi e di specie.
Bibl.: G. Bentham e J. D. Hooker, Genera Plantarum, Londra 1862-83; A. W. Eichler, Blüthendiagramme, Lipsia 1875-78; A. Engler e K. Prantl, Die natürlichen Pflanzenfamilien, Lipsia 1887-99; J. Sachs, Histoire de la Botanique, trad. franc. di H. De Varigny, Parigi 1892; A. Engler, Syllabus der Pflanzenfamilien, Berlino 1903; R. von Wettstein, Handbuch der systematischen Botanik, Lipsia e Vienna 1903-1908; Coulter e Chamberlain, Morphology of Angiosperm, New York 1903.