ANGERS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia occidentale, antica capitale dell'Angiò (Anjou), ora capoluogo del dipartimento di Maine-et-Loire. È posta sulle due rive del fiume Maine, che è formato, 2 km. a valle della città, dalla riunione della Sarthe con la Mayenne. Il fiume divide la città in due parti: sulla riva sinistra si stende, sui fianchi di una collina, la città vecchia, dominata dall'imponente massa del suo castello e della cattedrale, e circondata da larghi viali, che si estendono nel luogo dove sorgeva l'antica cinta di mura e di là dai quali si sono fabbricati nuovi quartieri; sulla riva destra, in pianura, è posto il quartiere della Doutre. Le due parti sono riunite tra loro da tre ponti.
La popolazione è rapidamente aumentata nella seconda metà del sec. XIX: da 43.600 ab. nel 1851 è salita a circa 84.000 nel 1911; da allora l'incremento è stato invece minimo (86.138 ab. nel 1921, e 86.260 nel 1926).
La maggiore industria di Angers è lo sfruttamento delle numerose cave d'ardesia che si trovano nei suoi dintorni, ha molte fabbriche di tessuti, fonderie di campane, ecc. Molto fiorente v'è l'arte del giardinaggio, e vi sono magnifici semenzai. La città esporta in special modo grano, legumi, lino, canapa, ardesia. Ha buoni mezzi di comunicazione, perché servita dalla ferrovia Parigi-Tours-Nantes, e da alcuni tronchi ferroviarî che la uniscono a Le Mans e ad altri centri di minore importanza. Ha anche servizî di tramvie suburbane e di battelli a vapore sulla Maine, per escursioni nelle vicinanze.
Angers è sede di arcivescovado, di prefettura, di tribunale giudiziario, di tribunale di commercio. Ha molti istituti d'istruzione: scuola d'arti e mestieri, scuola preparatoria di medicina, università cattolica con tre facoltà, un liceo, una scuola normale, seminarî e altri istituti d'istruzione religiosa. Possiede una bella biblioteca, con 40.000 volumi e molti manoscritti, ed è sede di alcune società scientifico-letterarie.
Storia. - La città gallo-romana, Iuliomagus, sorse là ove già era esistito un aggruppamento cittadino celtico, ch'era stato anzi il centro politico degli Andecavî. Citd romana assai importante, come provano i numerosi avanzi (di un circo, di un'arena, di bagni, di cinta fortificata), Angers divenne verso la metà del sec. IV sede di vescovado. Occupata successivamente dai Sassoni e dai Franchi, nel sec. V saccheggiata dai primi, Angers passò sotto il dominio di Clodoveo, poi dei re di Austrasia e in ultimo, dal sec. VII, di quelli di Neustrasia. Nel sec. IX, prima i Brettoni, poi i Normanni conquistarono Angers, che divenne anzi sede del capo normanno Hastings (872); finché, al principio del sec. X, gl'invasori scomparvero definitivamente, e iI dominio di Angers passò ai cosiddetti "conti ingelgeriani", che fondarono la casa comitale d'Angiò (v. angiò: Contea e ducato). Nel sec. XII, Angers rimase sotto i Plantageneti; e solo nel 1214 fu ripresa da Filippo Augusto re di Francia. Divenuta, dal 1232, per opera di Luigi IX, un'importante piazza forte, con una robusta cinta di mura, Angers, con l'Angiò, passò in appannaggio a Carlo, fratello di Luigi IX; e sotto i conti investiti della città a questo titolo essa rimase a lungo, godendo di una certa autonomia pur senza ottenere una "carta" comunale. Questa venne concessa solo da Luigi XI; ma fu mera apparenza, ché proprio quel re tolse alla città gran parte della sua pristina autonomia e la riunì definitivamente alla corona. Proprio il periodo precedente al riassorbimento nel regno di Francia, il periodo del re Renato (1435-1471), era stato per Angers il più fastoso della sua storia: centro della corte, luogo pertanto di delizie e di divertimenti, la città aveva assunto notevolissima importanza. La sua universià, divisa in sei "nazioni", sebbene non potesse gareggiare con quelle di Orléans e di Bourges, era tuttavia notevole centro di studî. Le lotte di religione del sec. XVI rappresentarono invece per Angers, in preda alle contese fra cattolici e ugonotti, un rapido declino, da cui la città non poté più risollevarsi allo splendore del secolo precedente. L'ultimo episodio notevole della sua storia è offerto dalla lotta contro i Vandeani, durante la rivoluzione francese: nel dicembre 1793, essi vennero respinti dalle truppe repubblicane, a cui s'erano aggiunti gli abitanti.
Arte. - Il luogo, ove fin dalle origini venne fondata la città di Angers, è una roccia scoscesa dominante la Maine. Nel sec. VI la città vescovile, che era succeduta alla città gallo-romana, era ancora ristretta lassù. Nel sec. XI due grosse borgate cominciarono a formarsi sull'altra riva del fiume, intorno alle abbazie di Le Ronceray e di S. Nicola. Tuttavia quel quartiere, detto della Doutre, non doveva prendere una grande estensione, perché, a cominciare dalla fine del sec. XII, cominciò a svilupparsi la città commerciale lungo la via di Le Mans, dal basso in alto verso la città vecchia; e vi fu costruito intorno un giro di quattro chilometri di mura, sostituite oggi da viali, oltre i quali, sull'altipiano, si estendono i quartieri moderni, abbelliti da puhblici passeggi. Alcuni monumenti gallo-romani, tra i quali un vasto anfiteatro, erano ancora visibili al principio del secolo scorso; e si è potuto rilevare anche la pianta della cattedrale carolingia.
Il monumento che presenta oggi i più antichi elementi costruttivi, è la chiesa di S. Martino: i suoi pilastri sono arcaici; il transetto offre tratti di costruzione a piccoli ricorsi, e le vòlte hanno vasi nei rinfianchi. I resti molto rovinati della chiesa di Le Ronceray (fine del sec. XI) ci permettono d'immaginarne appena la navata di nove campate; nella cripta si conserva una statua della Vergine assegnata al sec. XII. Dell'abbazia di S. Albano, un tempo la più potente in tutto l'Angiò, rimangono pochi avanzi, oltre alla torre (1130), ancora in piedi, alta 54 metri. Nel 1836, nel vestibolo della prefettura, installatasi negli edifici dell'abbazia, fu scoperta una loggetta romanica della seconda metà del sec. XII: la scultura, singolarmente pregevole, non ne lascia scoperta la più piccola parte, rivestendo il fusto delle colonnine e i triangoli tra gli archi. Su di una porta, che ha conservata l'antica policromia, è figurata la Lotta tra le Virtù e i Vizî: illustrazione del poema di Prudenzio.
La cattedrale di S. Maurizio costruita in epoche diverse (dal principio del sec. XII ai primi decennî del XIII) ha la singolarità di essere, nonostante le sue vaste dimensioni, senza navate laterali, e deambulatorio, e coro centrale; sicché nulla in questo edificio attrae l'attenzione come avviene nelle chiese a cupola dell'Aquitania. La navata (1102-1149) a tre campate ha vòlte ogivali (1149-1153) con alte centine e che posano su costoloni ed archi trasversali a. sesto acuto di ampia sezione. Una galleria gira lungo le pareti laterali; il transetto, molto sviluppato, è più recente; il coro si compone di una campata rettangaare e di un'abside. La facciata occidentale, un poco misera, ha un solo portale, ad imitazione di quello di Chartres; nel timpano è rappresentato Cristo fra i simboli degli evangelisti, e tra le 8 grandi figure dei piedritti la più notevole è quella della regina di Saba. La facciata è coronata da tre torri, di cui la centrale fu modificata nel 1540 da Jean de l'Espine (1502-1576). Le vetrate della cattedrale sono celebri: le più antiche risalgono alla fine del sec. XII; quelle del coro (prima metà del sec. XIII) hanno vario valore, mentre quelle del transetto, dipinte nel sec. XV da André Robbin, sono tra le migliori del secolo.
La chiesa della Trinità (circa 1200), in una sola navata, è coperta da una vòlta che può dirsi un compromesso tra la vòlta esagonale e quella a cupola. L'Ospedale di S. Giovanni, fondato da Enrico II re d'Inghilterra, ha una corsia lunga 60 metri e larga 22 e mezzo, divisa in tre vani della medesima altezza da colonne monocilindriche molto slanciate. La cappella (1188) presenta le medesime caratteristiche, ma in proporzioni più ridotte. Il chiostro romanico fu continuato nel sec. XVI da Jean de l'Espine. Si suol citare come l'esempio più puro dello stile dei Plantageneti il coro di S. Sergio, le cui vòlte (del principio del sec. XIII) a costoloni intrecciati e di centina altissima sono di un bell'effetto. La chiesa di Ognissanti, terminata nel nucleo principale nel 1252, è ora in rovina. L'antico palazzo episcopale si eleva sul posto della dimora primitiva dei conti d'Angiò, ed ha conservato alcune delle sale romaniche a vòlta.
L' imponente fortezza che domina la Maine, sorse dopo che i re di Francia ebbero occupato Angers. Costruita dal 1228 al 1238, ha la forma di un pentagono regolare con un perimetro di 952 metri, e 17 torri da 40 a 50 metri d'altezza, unite tra loro da una cortina molto elevata. Il magnifico edificio fu riprodotto da Carlo d'Angiò nel Castel Nuovo di Napoli (1279-1282).
Nei dintorni della cattedrale si vedono ancora alcune case pittoresche. Quella Adam (sec. XV) presenta buone sculture; ma sono superiori quelle della casa di Simon Poisson (1582), dove si ammirano pilastri in legno, ornati di cariatidi e disposti quasi classicamente. Numerosi sono gli edifici del Rinascimento; e se la casa Barrault (1487), di cui non rimane intatta che la torricella della scala, è ancora di struttura essenzialmente gotica, all'opposto si vedono motivi italiani aggiungersi a quelli della tradizione locale nel palazzo Pincé, costruito da Jean de l'Espine per René Pincé (1523-30), e formato di due ali per abitazione, riunite da un padiglione con la scala. La costruzione della torretta d'angolo è citata come un esempio unico di stereotomia.
I tempi moderni hanno dato ad Angers monumenti poco caratteristici. La cappella de la Barre sarebbe priva d'ogni lnteresse, se l'altar maggiore non fosse stato arricchito d'un bel gruppo di Biardeau. Per il sec. XVIII convien citare gli edifici della celebre Accademia d'equitazione degli Avril de Pignerol (1761-1775), e il palazzo de Lantivy, costruito nel 1783 sui disegni di Bardoul de la Bigottière. Il teatro, ricostruito nel 1865 dal Magne, ha richiesto la collaborazione di artisti locali, fra i quali il più celebre fu il pittore Lepneveu (1819-1898).
I musei di Angers sono giustamente rinomati. Il Museo archeologico occupa la grande sala dell'ospedale di S. Giovanni (avanzi gallo-romani e resti del Medioevo). Il Museo d'arte religiosa è stato ordinato nei locali dell'antico palazzo episcopale, e contiene la più bella collezione di arazzi dal sec. XV al XVIII che vi sia in Francia, tra i quali la celebre serie dell'Apocalisse con 69 soggetti disegnati da Jean de Bandol ed eseguiti da Nicolas Bataille per Luigi d'Angiò. Alcuni rari oggetti d'arte, come il cofano dell'abate Ulger (1148), completano la collezione. Il Museo municipale è stato sistemato nella casa Barrault ed è costituito dal Museo David d'Angers, dalla Galleria di pittura e dal Gabinetto terapico de Criné. Nel museo David d'Angers sono state riunite le opere di questo scultore (1839-1850), originali o calchi, cui s'accompagnano alcune altre opere dí artisti diversi, tra le quali il busto di Dumouriez eseguito dall'Houdon.
Le gallerie di pittura e di scultura ordinate fin dall'anno sesto della repubblica, grazie all'intervento di La Revellière-Lépeaux, si arricchirono nel 1799 della collezione del marchese de Livois, comprendente 147 quadri essenziali per la conoscenza della scuola francese del secolo XVIII. Notiamo della scuola francese: una Santa Famiglia dipinta a Roma da P. Mignard; uno schizzo per un soffitto per il Palais Royal, di A. Coypel; una Festa Campestre di A. Watteau; La danza di nozze (1737) di N. Lancret, Le bagnanti di J. B. Pater; uno schizzo, due pannelli decorativi e Il genio delle arti (1751) di F. Boucher; La festa russa, di Leprince; il ritratto di madame Porcin, di J. B. Greuze; il ritratto di David giovane dipinto da J. M. Vien; il ri. ratto di I. a RevellièreLépeaux (1795), eseguito da F. Gérard. Delle scuole straniere ricorderemo: un S. Sebastiano, bozzetto di J. Jordaens; un paese di I. Ruisdael. Tra i dipinti italiani, due del Ribera e un bozzetto per soffitto del Tiepolo. Il Museo Turpin de Crissé presenta, nelle piccole sale della casa Pincé, diversi oggetti d'arte: gioielli, monete, avorî, ecc., oltre alla celebre Recluta che raggiunge il suo reggimento (1709) di A. Watteau, e al Paolo e Francesca (1819) di Ingres. V'è anche una Crocefissione e due vescovi del senese Bartolo di Fredi. (V. tavv. LXIX e LXX).
Bibl.: Blordier-Langlois, Angers et l'Anjou sous le régime municipal, depuis leur réunion à la COuronne jusqu'à la Révolution, Parigi 1845; Tresvaux, Histoire de l'église et du diocèse d'Angers, Parigi 1859-69, voll. 2; L. de Lens, L'Université d'Angers du XV siècle à la Révolution française, Parigi 1880; L. Gontard de Launay, Recherches généalogiques et historiques sur les familles des mairies d'Angers, voll. 5, Parigi 1893-1899; Ch. Urseau, Les monuments anciens de la ville d'Angers, Angers 1912; A. Guéry, Angers à travers les âges, Angers 1913. Per la parte art.: Congrès archéologique d'Angers et Saumur, voll. 2, Caen 1910; Lelong, Angers et l'Anjou, Angers 1903; L. de Farcy, La cath. Saint Maurice, Angers 1901-1910; id., Le palais épiscopal, Angers 1903; id., La Renaissance à la Cath. Saint Maurice, Angers 1908; A. Jaubert, L'inang. de l'hotel de Prince, Angers 1889; G. Loire, Le vitrail, Angers 1925; J. Guiffrey, Mémoire sur la tapisserie de l'Apocalypse, Parigi 1877; C. Port, Les artistes angevins, Parigi 1878; L. Gonse, Les chefs-d'oeuvre des musées de France, Parigi 1900, pp. 31-45.