BIANCHI, Angelo
Figlio di Giacomo e di Maria Platner, nacque a Casalpusterlengo (Milano) il 20 dic. 1892. Si laureò in scienze naturali presso l'università di Pavia, sotto la guida di Luigi Brugnatelli, nel 1915. Fu assistente di mineralogia nello stesso ateneo dal settembre 1913, quand'era ancora studente, sino al 1922. In questo anno conseguì la libera docenza in mineralogia e fu incaricato della stessa materia nella Scuola di farmacia di Sassari. Dopo un anno passò all'università di Ferrara. Dal dicembre del 1923 fino al 1926 ebbe l'incarico di mineralogia presso l'università di Padova e assunse la direzione dell'istituto di mineralogia, essendo stato collocato a riposo il suo predecessore R. Panebianco.
Nel 1926 ricoprì, come professore di ruolo, la stessa cattedra, che mantenne fino al 1963 quando fu collocato fuori ruolo. Fu insignito della medaglia d'oro per i benemeriti della scuola e della cultura e fu nominato professore emerito dell'università di Padova. Fu preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali negli anni 1941-43 e 1949-52, prorettore dal 1949 al 1958, membro dei consiglio d'amministrazione, dirigente dell'Opera di assistenza universitaria, decano del corpo accademico dal 1960 al 1968.
Morì a Padova il 24 sett. 1970.
Il B. fu membro onorario della Società elvetica di scienze naturali-Accademia svizzera delle scienze, membro effettivo dell'Accademia dei XL, dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Istituto veneto di scienze lettere ed arti, dell'Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, dell'Accademia delle scienze di Torino.
Dal 1941 al 1969 partecipò all'attività organizzativa del Consiglio nazionale delle ricerche: fu componente del comitato per la geologia, geografia e talassografia dal 1947 al 1955, e poi presidente dello stesso comitato dal 1956 al 1959, del comitato per la geografia, geologia e mineralogia dal 1960 al 1963 e del comitato per le scienze geologiche e minerarie dal 1964 al 1968. Dal 1947 al 1964 diresse il Centro di studio per la petrografia e la geologia del CNR presso l'università di Padova. Dal 1960 al 1965 il B. fu presidente del comitato geologico del Servizio geologico d'Italia (ministero dell'Industria e Commercio). Tale comitato era incaricato di realizzare, nel giro di un solo decennio, il completamento e l'aggiornamento della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000. Il rilevamento del territorio nazionale, che era iniziato un secolo prima con l'unità d'Italia, aveva portato fino ad allora alla stampa di 137 fogli geologici su un totale di 277. I restanti 140 fogli furono dati alle stampe entro il successivo decennio.
Nel 1932 gli fu assegnato dall'Accademia nazionale dei Lincei il premio reale per la mineralogia.
L'opera scientifica dei B., documentata da una sessantina di pubblicazioni, ha toccato vari temi di studio: i minerali della Val Devero, nell'Ossola (194-1925); le rocce effusive del Dodecaneso (1928-1930); l'Alto Adige orientale (1929-1965); gli altipiani hararini e la Dancalia meridionale, in Etiopia (1937-1941); il massiccio dell'Adamello (1937-1970); il basamento cristallino delle Alpi occidentali (1959-1965).
Gli studi del primo ciclo, eseguiti sotto la guida di Luigi Brugnatelli, iniziarono quando il B. era ancora studente e si protrassero per tutto il periodo di permanenza all'università di Pavia. Si tratta di classici lavori di mineralogia che descrivono le proprietà fisiche e chimiche dei cristalli e le associazioni di specie diverse.
Col passare degli anni egli incominciò a indagare sulle condizioni che presiedono alla formazione dei minerali di diversa natura, e in particolare alle complesse associazioni mineralogiche che costituiscono le rocce metamorfiche. Iniziava in tal modo quell'evoluzione scientifica che doveva portare il mineralista B. a divenire petrografo.
Una decisa svolta nell'indirizzo delle ricerche si ebbe in concomitanza con la sua venuta all'università di Padova. Un primo esempio di ricerche petrografiche è costituito dagli studi sulle rocce vulcaniche raccolte da A. Desio nel Dodecaneso. La definizione dei caratteri geochimici di quella provincia magmatica gli consentì di ricostruire le variazioni nel tempo e nello spazio del vulcanismo egeo e di collegare le rocce potassiche di Coo e di Patmo con le lave altamente alcaline dell'alto Egeo e delle zone di Smirne, in Asia Minore, anziché con quelle più antiche emesse dai vulcani dell'Egeo meridionale. Questi lavori rappresentano uno dei primi esempi, in Italia, di applicazione di metodi petrochimici moderni alla soluzione di problemi magmatologici.
Le ricerche riguardanti l'Alto Adige orientale, che rappresentano forse l'opera più significativa del B., furono condotte in collaborazione con un geologo, G. B. Dal Piaz, data la stretta connessione esistente fra i problemi petrologici e i problemi geologici da affrontare. A conclusione di questa opera venivano pubblicati nel 1930 i fogli geologici Monguelfo e Vetta d'Italia della Carta geologica delle Tre Venezie alla scala 1:100.000 e una monumentale monografia geologico-petrografica sull'Alto Adige orientale e regioni limitrofe. A conclusione di queste ricerche il B. dimostrò l'età ercinica e l'unità genetica della massa granitoide dei gneiss dei Tauri e del Gran Veneziano e riconobbe che essa è un prodotto dei metamorfismo alpino, come già aveva sostenuto F. J. K. Becke, e non il risultato di diretta solidificazione magmatica sotto pressione orientata, come aveva sostenuto E. H. O. K. Weinschenk.
Egli dimostrò inoltre che le granodioriti e le tonaliti delle Vedrette di Ries sono il prodotto di diretta cristallizzazione di magmi iniettati nel corso dell'orogenesi alpidica e sottolineò le affinità geochimiche e petrologiche con le rocce del plutone dell'Adamello.
Le ricerche in Etiopia, organizzate dall'AGIP e condotte in collaborazione con M. Gortani, investirono un territorio di centinaia di migliaia di km2 e portarono alla pubblicazione di quattro fogli della Carta geologica della Dancalia meridionale e degli altipiani hararini alla scala 1:500.000, di una serie di note, e degli Itinerari geologici, usciti postumi. Queste opere rappresentano il primo tentativo di correlazione stratigrafica delle potenti serie vulcaniche ivi affioranti. Veniva così messo in luce l'eccezionale interesse che la regione offre dal punto di vista petrologico, vulcanologico e tettonico.
Un altro importante capitolo dell'attività scientifica del B. è rappresentato dallo studio del massiccio dell'Adamello, condotto ancora una volta in collaborazione con G. B. Dal Piaz. Le prime ricerche riguardano il settore meridionale dei massiccio, del quale vengono descritti i complessi fenomeni di differenziazione magmatica, la varietà dei prodotti metamorfici di contatto, i rapporti strutturali fra massa intrusiva e rocce incassanti.
Più tardi gli stessi autori affrontarono il problema dell'età del Como Alto, che costituisce una propaggine orientale del plutone dell'Adamello, dimostrandone l'età più recente rispetto alle tonaliti del massiccio centrale. L'ultima memoria del B., redatta in collaborazione con E. Callegari e P. Jobstraibizer e consistente in una trattazione chimico-petrografica delle principali masse di quel plutone, fu licenziata pochi giorni prima della sua morte.
Un ultimo ciclo di ricerche riguarda il basamento cristallino delle Alpi Occidentali. L'attenzione è rivolta in particolare alla definizione dei caratteri petrografici e all'età dei micascisti eclogitici della zona Sesia, inclusi come ciottoli nelle porfiriti della zona del Canavese. Una nota è dedicata alle anfiboliti gabbriche a gastaldite di Corio e Monastero, delle quali viene dimostrata l'origine magmatica e ricostruita la successione degli eventi polimetamorfici.
Fra gli scritti del B. i più significativi sono: Il menite e titanite di Vai Devero (Ossola), in Rivista di mineralogia e cristallografia italiana, XLIII (1914), pp. 76-89; Apatite di Val Devero (Ossola), in Atti della Società italiana di scienze naturali, LVIII (1919), pp. 306-332; Quarzo di Val Devero (Ossola), in Memorie della R. Accademia dei Lincei, s. 5, XIV (1923), pp. 57-80; L'epidoto delle intercalazioni basiche nel gneiss del Cervandone e dell'Arbola (Vai Devero), e le rocce che ne formano i giacimenti, in Bollettino della Società geologica italiana, XLII (1923), pp. 133-155; I minerali dei "calcescisti" di Devero, in Atti della Società italiana di scienze naturali, LXIII (1924), pp. 1-16; I minerali del Miage (Monte Bianco) (in collaborazione con A. Cavinato), ibid., LXIV (1925), pp. 132-175; Studi sulle cloriti (in collaborazione con T. Carpanese), in Atti del R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti, LXXXVII (1928), 2, pp. 145-159; Le rocce effusive dell'isola di Coo (Dodecaneso, Mar Egeo), in Memorie dell'istituto di geologia dell'univ. di Padova, VIII (1929), pp. 3-86; La provincia petrografica effusiva del Dodecaneso (Mar Egeo). Riepilogo e conclusioni generali, ibid., VIII (1930), pp. 1-22; Studi petrografici sull'Alto Adige orientale e regioni limitrofe, ibid., X (1932-34), pp. 1-243; La monografia geologico-petrografica sull'Alto Adige orientale e regioni limitrofe. Relazione dei risultati e aggiornamento critico dei problemi (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Periodico di mineralogia, X (1939), pp. 119-189; Priorità di osservazioni negli studi geologico-petrografici sugli Alti Tauri e sulle masse intrusive periadriatiche. A proposito di una recente memoria di F. Karl, in Rendiconti della Società mineralogica italiana, XVI (1960), pp. 385-387. Sulle ricerche in Etiopia: Osservazioni geologiche e petrografiche nella regione di Harar (Africa orientale) (in collaborazione con M. Gortani), in Bollettino della Società geologica italiana, LVI (1937), pp. 499-516; Osservazioni geolokiche e petrografiche sulla Dancalia meridionale e zone contermini (in collaborazione con M. Gortani), ibid., LVII (1939), pp. 353-365; Itinerari geologici sugli altipiani hararini e nella Dancalia meridionale (incollaborazione con M. Gortani), in Acc. nazionale dei Lincei, Missione geologica dell'AGIP nella Dancalia meridionale e sugli altipiani hararini (1936-38), I, Illustrazione geologica, Roma 1943, pp. 1-240. Si ricordano ancora: Ilsettore meridionale dei massiccio dell'Adamello. Relazione sul rilevamento e studi preliminari della zona compresa fra la Valle di Stabio e l'alta Valle del Caffaro (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Boll. del R. Ufficio geologico d'Italia, LXII (1937), pp. 1-87; Atlante geologico-petrografico dell'Adamello meridionale. Regione fra lo Stabio ed il Caffaro (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Memorie dell'istituto di geologia dell'università di Padova, XII (1937), pp. 1-16, Il settore nord-occidentale del massiccio dell'Adamello. Relazione preliminare sul rilevamento e sugli studi geologico-petrografici compiuti durante l'anno 1939 nell'alta Val Camonica (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Bollettino del R. Ufficio geologico Italiano, LXV (1940), pp. 1-20; La xantofillite dell'Adamello meridionale (in collaborazione con O. Hieke), in Periodico di mineralogia, XV (1945), pp. 87-134; Differenziazioni petrografiche e metamorfismi selettivi di contatto nel massiccio dell'Adamello (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Rend. della Società mineralogica italiana, V (1948), pp. 79-102; Il problema dell'età del Corno Alto nel massiccio dell'Adamello (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Memorie dell'Istituto di geologia dell'università di Padova, XVI (1950), pp. 1-22; Itipi petrografici fondamentali del Plutone dell'Adamello: tonaliti, quarzodioriti, granodioriti e loro varietà leucocrate (in collaborazione con E. Callegari e P. G. Jobstraibizer), in Memorie dell'Istituto di geologia e di mineralogia dell'università di Padova, XXVII (1969-70), pp. 1-180; La memoria geologico-petrografica di R. Michel sul massiccio del Gran Paradiso e regioni limitrofe. Osservazioni critiche (in collaborazione con G.B. Dal Piaz), in Rendiconti della Società mineralogica italiana, XV (1959), pp. 21-24, Le masse di anjiboliti gabbiche a gastaldite di Corio e Monastero e di altre località della zona Sesia-Lanzo (Alpi Occidentali) (in collaborazione con G.B. Dal Piaz e C. Viterbo), in Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino, s. 4, I (1965), n. 3, pp. 1-36.
Fonti e Bibl.: Un elenco completo delle opere dei B. si trova in G.B. Dal Piaz, A.B., in Bollettino della Società geologica italiana, XCII (1973), pp. 3-24- Una breve biografia e le opere principali sono riportate in Accadeniàa nazionale dei Lincei, Biografie e bibliografie degli accademici lincei, Roma 1976, pp. 95-97.