BERZI, Angelo
Nacque a Chiuduno (Bergamo) l'8 maggio 1815. Studiò nel seminario diocesano, dove, successivamente all'ordinazione sacerdotale, insegnò letteratura e poi filosofia fino al 1850. Dopo un periodo di dimora a Roma, fu chiamato dal vescovo di Brescia mons. Gerolamo Verzeri a insegnare, nello studio teologico del seminario bresciano, ermeneutica sacra, patrologia ed eloquenza. Nel suo insegnamento furono rilevate alcune dottrine sospette che, denunziate all'autorità diocesana e poi alla Sacra Congregazione della Inquisizione, vennero giudicate pericolose ed erronee. Una proposizione estratta dall'opera manoscritta Teoria mistica della creazione fatta in Cristo cavata dall'antica filosofia cristiana,in cui si dichiarava che il mistero della incamazione "si trova essere il primum di tutta la creazione e quindi di ogni cosa", venne condannata specificamente; ma anche l'opera intera fu riprovata e condannata con decreto del 7 marzo 1855. Recatosi a Roma, il B. invano tentò di giustificarsi presso Pio IX.
Le sue teorie (note con il nome di "berzismo") rimasero tuttavia ancora vive in alcuni discepoli e ambienti religiosi, sia per il fascino della dottrina mistica che riduceva il valore razionale a vantaggio della gnosi cristiana (una spinta carismatica, sul modello di Clemente Alessandrino e di Origene, che elevi la mente, a una conoscenza profetica e intima delle cose divine), sia per alcuni motivi teologici confusamente pietistici quali l'eternità del corpo di Gesù, la immanenza dello Spirito Santo nelle anime, la presenza di Maria Vergine nell'eucarestia, e soprattutto per la sua personale influenza ascetica (suore dorotee a Brescia e a Cremona, seminario di Brescia, ancelle della carità, collegio dell'Immacolata a Padova). Tipica espressione della religiosità del B. fu la stesura di Regole per un ordine angelico che l'Immacolata vuole propagare (settembre 1860) - che, manoscritte, furono diffuse tra i suoi seguaci - nelle quali si proponeva, per la redenzione del mondo contemporaneo, la formazione di un esercito di uomini carismatici, se non in opposizione, certamente autonomi dalla gerarchia ecclesiastica e a questa superiori moralmente.
Licenziato dal seminario bresciano, dopo aver tentato, senza successo, di fondare un istituto di educazione a Padova, il B. tornò a Brescia, ove gli fu comunicato il perpetuo divieto della predicazione e della confessione e la sospensione a divinis dall' 11 marzo al 9 agosto 1856. Ritiratosi nella casa patema di Chiuduno, il B. continuò tuttavia la diffusione delle sue dottrine. Una nuova condanna del S. Offizio Colpì il 2 maggio 1883 un'altra sua opera (Vox clamantis in deserto ossia l'annunzio del Cristo del Precursore ripetuto da un solitario, Milano 1879).
Il B. morì a Chiuduno il 10 genn. 1884.
L'importanza di questa pratica di vita, chiusa nel silenzio, nella contemplazione e nell'attività speculativa, ènell'avere formato un limitato, ma vivo cenacolo di "spirituali" italiani, i quali vedevano nella fine del potere temporale un'azione della Provvidenza per riportare la Chiesa alla purezza delle origini. Ciò si sarebbe attuato attraverso una cruenta persecuzione ("grande prova"), da cui si sarebbero salvati soltanto gli "uomini apostolici" del Berzi.
Fra coloro che subirono l'influsso spirituale del B. furono suor Maria Crocifissa di Rosa, mons. Geremia Bonomelli, mons. Gastone Luigi de Ségur, la famiglia Sigismondi di Brescia.
Furono pubblicate postume da Agostino Damoiseau le opere: L'Apocalisse ed il Mistero eucaristico coll'aggiunta di diversi scritti spirituali,Genova 1894,e Piccolo Vangelo: Deus charitas est ossia raccolta di diversi scritti spirituali intorno alla vita di Amore, Genova 1894, entrambe poste all'Indice con decreto 14 giugno 1895.
Bibl.: G. Casati, L'Indice dei libri proibiti, III, Milano 1939, p. 43; L. Fossati. La Beata Maria Crocifissa di Rosa, Brescia 1940, pp. 484-501; P.Guerrini, Don A. B. e i suoi scritti inediti, in Eco di Bergamo, 20 dic. 1941; P. Guerrini, Le Doroteo di Brescia, Brescia 1942, pp. 25-28; L. Fossati, Don A. B., Brescia 1943, pp. 411-417 (con appendice bibbografica per i manoscritti); A. P., Un infelice e smentito Profeta, in L'Italia (Milano),10 genn. 1944; C. Bellò, Geremia Bonomelli, Brescia 1961, pp. 30-34; Enc. cattolica, II, coll. 1487-1488-.