ANDROGINO (dal gr. ἀνήρ, ἀνδρός "uomo" e γυνή "donna")
Termine usato in biologia per designare gli organismi che posseggono organi riproduttori maschili e femminili nello stesso individuo (v. ermafroditismo).
In botanica si dicono androgini i fiori ad organi sessuali disposti in modo da rendere indispensabile l'autofecondazione. Conformazione e disposizione simili degli organi maschili e dei femminili rendono il fiore ermafrodito o monoclino.
Il breve spazio, ma più ancora la necessità da parte delle antere di dover cedere il polline allo stimma dello stesso fiore, dànno luogo alla congiunzione loro. Occorre, però, oltre alla maturazione sincrona del polline e dello stimma, che i filamenti anteriferi si allunghino in modo da portar le antere in contatto dello stimma, quando questo è pronto a farsi fecondare. Anche lo stilo deve compiere movimenti speciali per portare lo stimma in contatto delle antere, nel momento della deiscenza loro, cioè quando il polline, in forma di polvere o di massoline, abbandona le cavità anterifere, per riversarsi sulle papille stimmali.
Questi adattamenti, diretti allo scopo di promuovere la fusione degli elementi sessuali, sono coordinati a particolari movimenti di accrescimento dei peduncoli e degl'invogli fiorali, per assicurare il contatto degli organi maschili con i femminili ed escludere l'intervento di polline estraneo. Viene assicurata così la fecondazione a porte chiuse, cleistogama. Questa avviene in famiglie sistematicamente ben diverse, sia in via normale, sia in via d'eccezione, sia per impulso di agenti esterni, sia indipendentemente da essi.
I movimenti di accrescimento da parte dei peduncoli e degli invogli fiorali non bastano ad escludere l'intervento di polline estraneo, ad allontanare il quale i fiori provvedono in modo diverso, magari con organi rudimentali, che servono ad evitare la visita di ospiti importuni (v. anche ginandria).