MOROSINI, Andrea
Storico, politico ed erudito, nato a Venezia il 14 febbraio 1658, morto ivi il 19 giugno 1618; figlio di Giacomo, ebbe maggior merito nel campo dell'erudizione che in quello della politica. Fu nel 1596 savio di terraferma per trattare con gli Asburgo la questione degli Uscocchi; fu nel 1607, nel 1616, riformatore dello Studio; fu nel 1613 e nel 1617 conrettore alle leggi. Vissuto nel periodo del grande conflitto con la Chiesa di Roma, egli assorbì lo spirito del Sarpi, che si rivela nella sua produzione storica.
Le sue numerose opere ascetiche rivelano con la profondità erudita l'intimo sentimento della pietà ortodossa e devota ai dettami della fede, ma nelle opere storiche è dominato involontariamente dallo spirito dei tempi. Se la storia delle spedizioni e delle imprese di Terrasanta, dell'acquisto di Costantinopoli, e anche la vita di Leonaldo Loredan non furono oggetto di censura, l'opera maggiore, l'Historia Veneta dal 1521 al 1615, dettata a seguito di quella di Paolo Paruta, sebbene a questa inferiore, trattando di vicende assai delicate con spirito vivamente nazionale urtò contro le suscettibilità della Chiesa romana, che nel 1621 la riprovava. Non mancano a essa qualità apprezzabili, sopraffatte spesso da un soverchio amore d'erudizione, scolastico nell'esposizione e non sempre felice nell'interpretazione storica, difetti che si rivelano anche nelle altre opere ascetiche, scarsamente originali di concezione.
Bibl.: M. Foscarini, Della letteratura veneziana, Venezia 1762; F. Stefani, A. M., storico veneto, in Archivio veneto, II, p. 220; L. Lollini, Vita del sen. A. M., in Orazioni, elogi, ecc., Venezia 1815.