ANDREA di Creta
Oratore e poeta sacro bizantino del sec. VIII. Nato a Damasco verso il 660, quindicenne entrò nel monastero del Santo Sepolcro di Gerusalemme, divenendo poi notaro e vice economo di quella basilica (donde la denominazione di Gerosolimitano). Recatosi con due delegati a Costantinopoli nel 685 per trasmettere a viva voce e per iscritto l'assentimento della chiesa Gerosolimitana al sesto concilio ecumenico, rimase nella capitale fino alla sua nomina a metropolita di Creta, avvenuta verso il 711. Nel conciliabolo del 712 aderì al tentativo dell'imperatore Filippico Bardane di ristabilire il monotelismo come dottrina ufficiale: ma poco dopo, sotto Anastasio II fautore dell'ortodossia, ripudiò l'eresia, rivendicando in una poesia giambica la dottrina delle due nature e volontà in Cristo. Dopo un trentennio di operoso e benefico episcopato, morì a Mitilene nel 740, ritornando da Costantinopoli, dov'era andato per implorare soccorsi alla sua isola travagliata da calamità e minacciata dai Saraceni.
Andrea ha contribuito soprattutto all'introduzione nella chiesa bizantina delle tradizioni liturgiche della chiesa Gerosolimitana. Fecondissimo compositore di carmi liturgici (idiomeli e canoni), è celebrato specialmente come inventore o, almeno, introduttore del canone. Il più noto è il grande canone di 250 strofe, che si canta per intero il giovedì della 5a settimana di quaresima.
Le numerose sue orazioni, di cui sono pubblicate ventidue (nove trattano della Madonna), gli assicurano il primo posto fra gli oratori sacri dell'età bizantina. La sua produzione oratoria, però, dev'essere ancora vagliata criticamente. Della partecipazione alla lotta contro l'iconoclastia attestano passi delle omelie e un frammento sul culto delle immagini.
Bibl.: Migne, Patrologia Graeca, XCVII, coll. 789-1444; K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., pp. 165 seg., 673 segg.; A. Heisenberg, Ein jambisches Gedicht des Andreas von Cret, in Byzant. Zeitschr., 1901, p. 505 segg.; S. Vailhé, S. André de Crète, in Échos d'Orient, V, 1902, p. 378 seg. Saggio critico sull'autenticità dell'encomio di S. Nicola di Mira presso G. Anrich, Hagios Nicolaos, I, Lipsia 1913, p. 419 segg.; II, 1917, p. 339 segg.