ANDREA da Bologna
Pittore, operante in Umbria e nelle Marche nella seconda metà del sec. XIV, è un eclettico di mediocre ingegno, seguace di Vitale delle Madonne e vicino a Simone dei Crocifissi; derivato quindi, anche attraverso a questi due, dalla scuola umbro-senese. Rimane di lui la decorazione della cappella di S. Caterina nella basilica inferiore di Assisi con storie della santa e figure di santi eseguite nel 1368, forse con un aiuto più rozzo; storie nelle quali, agl'influssi già indicati, si aggiunge un riflesso dei grandi modelli di Giotto, ma come poteva intenderli un decoratore che aveva educazione e pratica di miniatore. È probabilmente di A. anche la decorazione dell'attiguo Oratorio di S. Lorenzo col Martirio del Santo. Restano ancora di lui un polittico con la Vergine e il Bambino, S. Caterina e storie di santi diversi nella Pinacoteca di Fermo (firmato e datato 1369), e una Madonna del Latte nel Palazzo municipale di Pausola (firmata e datata 1372). Dal confronto con questi due dipinti sono stati attribuiti ad A.: un polittico smembrato con l'Incoronazione e Santi nella Biblioteca di Fermo; un polittico con la Vergine e il Putto e storie di Cristo, della Pinacoteca di Ascoli Piceno; una Morte della Vergine della Pinacoteca di Ancona, ecc. F. Filippini ha voluto identificare A. da Bologna con quell'Andrea de' Bartoli che nel 1365 era stato mandato da Bologna a Pavia a lavorare nel palazzo di Galeazzo Visconti; e gli ha attribuito i disegni del famoso codice del Museo Condé a Chantilly contenente la Canzone delle Virtù e delle Scienze di Bartolomeo de' Bartoli.
Bibl.: F. Filippini, A. da Bologna, in Boll. d'arte, V (1911), p. 50 segg., I. B. Supino, La basilica di S. Francesco ad Assisi, Bologna 1924; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, IV, Aja 1924.