COCCO, Anastasio
Nacque a Messina il 29 ag. 1799. Dal padre, medico e buon letterato (secondo il Diz. dei Siciliani illustri che non ne fornisce neppure il nome), venne, per tempo, iniziato agli studi classici, mentre, in seguito, nel Collegio Carolino apprese filosofia e matematica.
Completati gli studi preparatori, per seguire un'innata passione, e le orme paterne, si dedicò agli studi medici, avendo a particolari precettori i fratelli Gioacchino e Antonio Arrosto. Il primo, versato in chimica, scienze naturali e fisica, era di professione aromatario (lasciò, fra l'altro, un Trattato elementare di farmacia, Messina 1810); il secondo fu buon botanico e ricercatore della flora messinese. Sotto la loro guida conseguì notevoli progressi specie nel campo botanico, tanto da essere accolto, nel 1819, nella R. Accademia Peloritana de' Pericolanti (di cui sarebbe divenuto segretario nel 1851), leggendovi un suo primo lavoro, dal titolo Sull'origine,progressi e utilità della botanica.
Per completare la sua cultura specifica, nello stesso anno si trasferì a Napoli, e presso quello Studio poté ascoltare le lezioni di D. Cotugno, G. Semmola, V. Lanza e di altri maestri di medicina. Dopo breve permanenza fu richiamato a Messina per l'improvvisa morte del padre; quindi tornò a Napoli a proseguirvi gli studi temporaneamente interrotti: in tale periodo fu amico e condiscepolo di Lorenzo Maisano, futuro docente di clinica medica, di cui dirà l'elogio funebre nell'Accademia Peloritana il 28 dic. 1846. Tornato nuovamente a Messina, poiché l'ateneo di questa città, fin dal 1679, non aveva la facoltà di addottorare, conseguì la laurea in medicina presso il Siculorum Gymnasium di Catania. Per naturale trasporto iniziò subito l'attività di ricercatore, dedicandosi per lo più alla botanica e interessandosi alla rappresentazione artificiale in rilievo delle piante per scopo didattico, come illustrò in una dotta memoria, nel 1824, all'Accademia Peloritana.
Fu chiamato, nel 1827, a coprire la cattedra di materia medica istituita presso la R. Accademia Carolina, elevata al ruolo di università. Iniziò allora l'insegnamento della disciplina che, precorrendo l'introduzione ufficiale del termine verificatasi intorno al 1850, denominò sempre farmacologia: per l'opportuno approfondimento di tale scienza ritenne indispensabile la conoscenza di elementi di mineralogia, zoologia, botanica e un'adeguata esperienza pratica. La personalità di studioso del C. si impose, tuttavia, nel campo delle scienze naturali e in particolare dell'ittiologia: per aver descritto nuove specie di pesci ottenne infatti gli elogi di L. C. Cuvier e di A. Valenciennes) con cui fu in rapporti fin dal 1829.
Nel 1831 segnalava, con una lettera in latino classicheggiante, a W. E. Leach, del British Museum, l'esistenza di una serie di caratteristici Crostacei nel mare di Messina, da lui localizzati, raccolti e descritti (pubbl. in Effemeridi scientifiche, VI); nel 1835 descriveva ad A. Valenciennes, del Museo naz. di storia naturale di Parigi, la presenza di un nuovo pesce, Diana Riss, che intitolava allo studioso francese, con l'invio di un esemplare (cfr. Giorn. di scienze,lett. ed arti per la Sicilia, t. LI). Nell'anno 1838 egli forniva a G. O. Costa, studioso della fauna vesuviana e napoletana, una serie di osservazioni sui pesci del mare di Messina e illustrava a Carlo Luciano Bonaparte principe di Canino la scoperta di nuovi Salmonidi, dovuta a sue sistematiche ricerche, come pure comunicava a S. delle Chiaie (naturalista, farmacologo e tossicologo dell'ateneo napoletano) nuove specie di pesci. Fu in rapporti epistolari, dando sempre notizie di scoperte e informazioni preziose, con il prof. A. Philippi di Cassel, con C. Ranzani, con G. A. Risso di Nizza, con E. Ruppel, che gli dedicò un nuovo pesce del mare messinese, Microichtby Coccoi, mentre numerose sue monografie venivano pubblicate su riviste italiane e straniere.
Nel 1839 il C. fu designato dall'Accademia Peloritana a rappresentarla alla prima adunanza degli scienziati italiani che tenevasi a Pisa, ma, per motivi professionali, non poté essere presente; fu presente, invece, e segretario della sezione zoologia, anatomia e fisiologia comparata insieme con C. Politi - sotto la presidenza di Carlo Luciano Bonaparte - alla settima riunione che si tenne a Napoli nell'anno 1845 (dal Bonaparte venne detto "nel segretario prof. Cocco vantiamo l'ittiologo illustre, e un medico valentissimo della feconda Sicilia"): in quelle sedute lesse una dotta memoria dal modesto titolo Qualche pensiero sull'ittiologia e un'altra d'interesse medico sulla scrofola (in Atti della Settima Adunanza degli scienziati italiani..., Napoli 1846, pp. 187, 708, 748-751).
In campo medico, oltre al già citato insegnamento della farmacologia, egli fu anche autore di alcuni studi su particolari operazioni di litotrisia, su malattie epidemiche, su i bagni termo-minerali di Termini Castroreale. Le sue Lezioni di farmacologia, che aveva iniziato a scrivere sulla base di accurate osservazioni ed esperienze, rimasero però incomplete e, inoltre, finirono disperse. Fu anche autore di scritti letterari: un dramma in cinque atti, Maria de' Ricci, scritto nel 1824, e una raccolta di Epigrafi, inediti.
Appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere. Morì a Messina il 26 febbr. 1854.
Fra i suoi scritti principali sono (vari di questi scritti sono pubbl. su periodici): Sull'origine,progressi e utilità della botanica, Messina 1819; Orazione per lo stabilimento della flora messinese di piante artificiali in rilievo, ibid. 1825; Della necessità delle scienze fisiche e naturali per lo studio della farmacologia, Palermo 1829; Su di alcuni crustacei de' mari di Messina, Messina 1832; Su di alcuni pesci de' mari di Messina, ibid. 1833; Elogio di G. Arrosto, ibid. 1835; Sull'uso terapeutico del pipernino nella cura delle febbri periodiche, ibid. 1836; Su di alcuni Salmonidi del mar di Messina, ibid. 1838; Rassegna alle notizie storiche sulla vita e le opere di Filippo Ingrassia di Regalbuto,scritte per A. Insegna, ibid. 1843; Sull'utilità del disegno nella clinica medica, Messina 1843; Indice ittiologico del mar di Messina, Napoli 1845; Su due mostruosità(peloria)della Linaria reflexa, Messina 1846; Elogio del prof. A. Arrosto, ibid. 1849; Intorno ai bagni termo-minerali di Termini Castroreale, Palermo 1853.
Bibl.: J. Pritzel, Theasaurus litteraturae botanicae, Lipsia 1872, p. 64; L. Facciola, Elenco di pubblic. e scritti inediti del prof. A. C., Messina 1885; Id., Elogio di A. C., Pisa 1890; F. Parlatore, Storia della botanica in Sicilia nel principio del sec. XIX, Palermo 1838, p. 34; P. A. Saccardo, La botanica in Italia, Venezia 1895, p. 53; A. Imbesi, La "Materia Medica" in Sicilia, in Galeno, XVI (1968), 1, p. 60; Dizionario dei siciliani illustri, Palermo 1939, pp. 126 s.