anarco-nichilista
s. m. e f. Chi si richiama alla negazione radicale di tutti i valori della società, all’interno di gruppi e movimenti di ispirazione anarchica.
• Il perdente radicale viene di lontano, diciamo da fine ottocento, poi si «fissa» con la seconda guerra mondiale, e infine si frastaglia nel moderno terrorismo, incluso il microterrorismo dei folli e inspiegabili massacri, che sconvolgono famiglie, vicinati, scuole e tranquille comunità. Dunque dagli anarco-nichilisti europei, ai kamikaze giapponesi, ai terroristi irlandesi (più politici), agli islamisti, fino ai massacratori della porta accanto. (Bruno Gravagnuolo, Unità, 20 febbraio 2007, p. 25, Orizzonti) • gli anarchici devono fare un salto di qualità, scatenare una «guerra permanente» e prendersela con «obiettivi umani». Dice questo il documento «Diventiamo Pericolosi», redatto in Grecia lo scorso dicembre e rilanciato sul web nella versione italiana pochi giorni fa, in marzo. Un documento che sembra volere anticipare una nuova fase della strategia della Fai-Fri, rete «Internazionale nera» tessuta da sedicenti anarco-nichilisti. (Sicilia, 13 aprile 2014, p. 7, I Fatti).
- Composto dal confisso anarco- aggiunto al s. m. e f. nichilista.
- Già attestato nella Stampa del 30 maggio 1974, p. 3 (Alberto Cavallari).