ANAPHE (᾿Ανάϕη, Anăphe)
Odierna Nantio. La più meridionale delle isole Cicladi, situata ad Oriente di Thera.
L'isola fece parte del dominio ateniese e più tardi rappresentò probabilmente un possesso dei Tolemei. Dal 1420 fu possesso delle famiglie veneziane Crispi e poi Pisani fino al 1540. Si ha ricordo del luogo in molti racconti di viaggiatori a cominciare dalle notizie del Buondelmonte che visitò le Cicladi fra il 1414 e 1420 sino agli accenni del Tournefort (1699-1700) e di J. Theodore Bent (1884).
Non fu mai oggetto di scavi sistematici. Tra i resti tuttora visibili si distinguono quern del tempio di Apollo Aiglètes, a circa un ora e mezza dal centro di Katalymatsa, innalzati su alto podio su una terrazza artificiale (pochi blocchi di marmo azzurrastro e tracce del pronao in antis) e quelli di un edificio databile al IV sec. a. C. (un blocco di epistilio dorico; due colonne ioniche; un tratto di muro conservato per un'altezza di 7 filari). Sono visibili anche resti della Via Sacra, che conduceva dal tempio di Apollo al tempio sull'istmo. Numerose sono le tombe a camera, di periodo romano, poste su terrazze a differenti livelli, lungo il pendio SO dell'acropoli; dalla stessa località proviene anche un sarcofago decorato con eroti e grifi. Tra le numerose iscrizioni (decreti di benefattori, decisioni riguardanti la conservazione del tempio di Apollo, ecc.) la più famosa, databile al III sec. a. C., riferisce che gli abitanti dell'isola ottennero dalla confederazione cretese il riconoscimento del diritto d'asilo e l'immunità da aggressioni.
Da A., secondo alcune notizie e documenti, sembra provenire l'Apollo Strangford, forse dal tempio di Apollo.
Bibl.: L. Rossi, Arch. Aufsätze, II, Lipsia 1855-1869, p. 486 ss.; id., Reisen auf den griech. Inseln, I, Halle 1912, p. 75 ss.; R. Weil, in Ath. Mitt., I, 1876, p. 249; C.I.G., II, 2477-2483, Add. p. 1093; Hirschfeld, in Pauly-Wissowa, I, 1894, cc. 2060-2061, s. v.; A. Mc Neal, Anaphe. Home of the Strangford Apollo, in Archaeology, XX, 1967, p. 254 ss.