PAUKER, Ana
Segretaria del Partito comunista romeno. Figlia del haham Rabinsohn, macellaio rituale della comunità ebraica, nacque nel 1894 in un villaggio della Moldavia. Studiò medicina a Zurigo, dove sposò il giornalista ebreo Marcel Pauker. Sin dalla prima giovinezza svolse attività marxista, per cui fu una prima volta condannata nel 1918 sotto il governo di Ion I. Brătianu. Nel 1921 s'iscrisse al Partito comunista romeno, del cui comitato centrale entrò a far parte nel 1922. Varie volte condannata per la sua azione, si rifugiò nell'URSS dove, nel 1930, non sarebbe stata estranea - secondo alcuni - alla fine del marito, caduto sotto l'accusa di trotzkismo. Tornata in Romania nel 1931, nel 1936 fu arrestata e condannata a 10 anni di carcere, ma nel 1940 ottenne la libertà di trasferirsi nell'URSS, in cambio di altro prigioniero liberato dai Russi.
Membro esecutivo del Komintern, consigliere per i problemi romeni, la P. organizzò la divisione "Tudor Vladimirescu", composta di profughi e prigionieri romeni, con cui, dopo il 23 agosto 1944, entrò in Romania. Sabotati i governi Sănătescu e Rădescu (23 agosto 1944-1° marzo 1945), appoggiò il gabinetto Groza. Il 7 novembre 1947, in occasione del trentesimo anniversario della rivoluzione russa, riuscì a far allontanare G. Tătărescu, accusato di tradimento, e assunse il portafoglio degli Esteri: ebbe quindi parte determinante nell'evoluzione della politica romena fino all'abdicazione di re Michele (30 dicembre) ed alla proclamazione della Repubblica popolare. Personaggio di primo piano nel Kominform, persegue la completa attuazione del programma comunista in Romania.
Bibl.: Relazioni internazionali, 1948, n. 5, p. 64; W. H. Lawrence, in The New York Times Magazine, Section 6, 29 febbraio 1948, pp. 20, 22-23; Pauker Ana, in Current Biography, vol. 9, n. 3, marzo 1948, pp. 42-44.