FOSCARI, Alvise
Secondogenito di Girolamo di Pietro, del ramo a S. Simeon Piccolo, e di Laura Nani, nacque a Venezia l'11 nov. 1631. Il matrimonio dell'omonimo fratello maggiore gli consentì di intraprendere la carriera che più riteneva confacente, cioè quella militare.
La lunga guerra di Candia offriva infatti buone possibilità di affermazione ai giovani patrizi, per cui non ancora ventitreenne il F. accettò la nomina a governatore di nave. Era il 9 sett. 1654, e dopo una lunga inazione la Repubblica si accingeva a imprimere una svolta al conflitto, affidando alla flotta il compito di risalire l'Egeo nel tentativo di colpire al cuore l'avversario turco.
Il F. partecipò così a tutte le battaglie che si svolsero nel giro di pochi anni, mettendosi in luce per il suo coraggio, che gli permise di ottenere prestigiose promozioni. Certo, l'anonimo autore del Ragguaglio del combattimento seguito ai Dardanelli erra nell'attribuirgli, il 21 giugno 1655, il comando delle galeazze situate nel corno destro della flotta veneta: a quella data il F. non aveva ancora mutato grado, cui sarebbe stato promosso invece il 22 apr. 1656, nell'imminenza della seconda grande battaglia dei Dardanelli (26 giugno). Qui il F. seppe dimostrare ancora una volta il proprio valore e, poco tempo dopo, non appena se ne presentò l'occasione, anche notevole spregiudicatezza.
In un dispaccio al Senato steso dopo la conquista di Lemno, il 25 ag. 1656, il provveditore generale Barbaro Badoer informava di avere imprigionato il F. che, lasciato a guardia dell'ammiraglia alla fonda nel porto, "rompendo la pratica non ha atteso che a mandar barche e barconi in terra a svalligiar le ville, et a depredar animali". Evidentemente le superiori esigenze della guerra dovettero far aggio sulle ragioni della giustizia, se neppure un mese più tardi (18 settembre) il F. si trovava a Zante, dove aveva scortato alcune navi catturate al nemico.
Il F. trascorse l'inverno a Corfù, donde spedì al Senato l'ultimo dispaccio in data 4 marzo 1657; di lì a poco (26 maggio) fu nominato governatore di nave Patrona e nell'estate prese parte a quello che sarebbe stato l'estremo tentativo veneziano di forzare gli Stretti, sotto il comando dell'eroico quanto sventurato Lazzaro Mocenigo.
Il piano consisteva nel blocco della flotta ottomana dentro i Dardanelli, senonché le cattive condizioni del mare disarticolarono le mosse dell'armata cristiana e le navi turche poterono raggiungere l'Egeo; lo scontro, destinato a prolungarsi per tre giorni, ebbe inizio il 17 luglio 1657. Il F. fu tra i primi a cadere.
Così narra il Brusoni: "E già la galeazza Battagia era vicina a perdersi…: ma le galeazze di Girolamo Priuli e d'Alvise Foscari investirono con tanto coraggio, e con tanto empito i legni turchi, che ebbe comodo il Battagia di sottrarsi al pericolo… In questo sanguinoso incontro colto il Foscari da una moschettata nel petto fu costituito fra le agonie della morte. Accorsi molti de' suoi ad assisterlo, comandò loro di lasciarlo e di attendere alla difesa della galeazza…; mostrando sempre maggior sentimento di lasciare la battaglia, che la vita".
Nonostante l'inevitabile fervore apologetico dello scrittore, è certo che il giovane patrizio morì coraggiosamente, come testimoniano i numerosi benefici che ne derivarono alla famiglia, se ancora nel 1684 il fratello Alvise (I) chiedeva l'esonero dagli obblighi militari per un figlio, appellandosi alle "decorose dispense che [al F.] sono state generosamente dalla publica munificenza rilasciate, che si sono dilatate in noi fratelli".
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. codd., I, Storia veneta, 19: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de' patrizi veneti…, III, p. 514; Ibid., Segretario alle Voci. Elezioni Pregadi, reg. 17, cc. 92 s.; per i dispacci da Zante e Corfù, Ibid., Provveditori da Terra e da Mar, f. 1401, sub 4 febbr. 1656, 18 e 24 sett. 1656, 4 marzo 1657; la supplica del fratello Alvise, Ibid., Avogaria di Comun. Misc. civile, b. 247/3. Sulle battaglie sostenute nell'armata marittima, Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., cl. VII, 211 (=7468): Guerra di Candia, cc. 191v (qui il F. è ricordato dall'autore del Ragguaglio del combattimento seguito ai Dardanelli), 206rv, 209v, 214v. Cfr. inoltre: G. Brusoni, Historia dell'ultima guerra tra Veneziani e Turchi…, XIV, 2, Venetia 1683, p. 10; F. Oriundi, Eroica morte di A. F. nelle acque di Scio il 17 luglio 1657, Venezia 1897; G. Ferrari, Le battaglie dei Dardanelli (1656-1657), Città di Castello 1913, pp. 40, 63, 81, 100 s., 112, 144, 168, 172, 211, 230; M. Nani Mocenigo, Storia della marina veneziana da Lepanto alla caduta della Repubblica, Roma 1935, pp. 197, 243.