Filosofo statunitense (n. New York 1938), prof. presso la Rutgers University del New Jersey. Precedentemente ha insegnato presso la University of Michigan e la University of Arizona. Esponente della filosofia analitica, G. è intervenuto nel dibattito sul concetto di azione, difendendo una concezione causale dell'azione e proponendone una discussa analisi non riduzionista (in contrapposizione alle influenti tesi di D. Davidson) come evento causato da desideri e credenze. In seguito si è occupato di teoria della conoscenza, avanzando argomenti a favore della cosiddetta teoria affidabilista (reliability theory), secondo cui una credenza è autentica conoscenza allorché deriva da processi cognitivi affidabili. La precisazione dei meccanismi di tali processi ha condotto G. allo studio dei modelli elaborati nella scienza cognitiva. Sempre nell'ambito della teoria della conoscenza ha preso posizione contro le tendenze postmoderniste, cercando di dimostrare come il riconoscimento dei fattori sociali nell'acquisizione della conoscenza non comporti l'abbandono di criteri cognitivi basati sulla nozione di verità e sul realismo. Opere principali: A theory of human action (1970); Epistemology and cognition (1986); Empirical knowledge (1988); Liaisons. Philosophy meets the cognitive and social sciences (1992); Philosophical applications of cognitive science (1993; trad. it. 1996); Knowledge in a social world (1999); Pathways to knowledge: private and public (2004); Simulating minds: the philosophy, psychology, and neuroscience of mindreading (2006).