Altrovecrazia
s. f. (iron.) Il potere esercitato in un ambito diverso da quello della sua legittimazione naturale.
• [tit.] L’Altrovecrazia [testo] [...] le risate di [Angela] Merkel e [Nicolas] Sarkozy sancirono l’isolamento dell’Italia in Europa e indussero decine di deputati Pdl a mollare [Silvio] B[erlusconi], con la garanzia trapelata dal Colle che non si sarebbe tornati al voto, ma sarebbe nata un’ammucchiata «tecnica» che avrebbe salvato le loro poltrone e garantito la loro rielezione, allontanando la prevedibile ondata dei 5Stelle. Fu così consacrata l’Altrovecrazia, dove le decisioni si prendono in luoghi segreti, alla larga dalle urne e dal Parlamento. (Marco Travaglio, Fatto Quotidiano, 3 novembre 2015, p. 1, Prima pagina).
- Composto dall’avv. altrove, usato con valore di s. m. inv., con l’aggiunta del confisso -crazia.