ALPAGÀ o ALPACA, lana di
È il pelo dell'Alpaca o Paco, Auchenia pacos Tschudi, o Lama pacos L., camelide del genere Auchenia Illig., o Lama Frisch, che, come le altre tre specie congeneri (lo llama, il guanaco e la vigogna), vive esclusivamente nell'America meridionale ad altezze non inferiori ai 2000 metri, negli altipiani della Bolivia, fino al Perù centrale.
Il vello di quest'animale è abbondante, morbido, di una lucentezza quasi serica; la fibra occupa una posizione intermedia fra la lana e il pelo, al quale ultimo, però, si avvicina maggiormente per le caratteristiche intrinseche e soprattutto per la minore arricciatura. Il colore del pelo di alpagà varia dal bianco al nero; generalmente, è nero rossastro o nero bruno; talvolta è tutto bianco o anche tutto nero. La varietà naturale del colore del vello, comune del resto anche allo llama propriamente detto, conferisce una singolare attrattiva alla vista di un gregge di pecore alpagà, e, d'altro canto, permette agl'Indiani dell'America meridionale di fabbricare, coi loro sistemi primitivi, caratteristiche coperte e ponchos di variopinti colori. La fibra del vello d'alpagà misura d'ordinario da 15 a 20 centimetri, ma sui fianchi può superare anche i 30 centimetri, specialmente se l'animale non viene tosato tutti gli anni.
È difficile determinare la produzione annua di pelo d'alpagà, anche perché, come si è ora accennato, la tosatura non è fatta regolarmente. L'Inghilterra è il paese che assorbe quasi totalmente la quantità esportata dal Perù, dalla Bolivia e dal Chile (soprattutto dal Perù); ma le statistiche inglesi comprendono sotto un'unica voce i peli di alpagà, di vigogna e di llama e indicano quantitativi annui che variano da meno di un milione di chili (1921, kg. 804.528) a più di tre milioni (1918, kg. 3.218.727). Per il solo pelo d'alpagà l'esportazione annua del Perù è stata calcolata di 25.000 balle. Si può ritenere che in media l'Inghilterra consumi i 4/5 della quantità importata; il rimanente viene da essa riesportato in altri paesi europei.
Commercialmente, il pelo di alpagà si distingue a seconda della provenienza: il tipo più apprezzato è l'Arequipa (dal nome del porto peruviano d'imbarco); vengono quindi le qualità Tacna, Callao, Chala e Huarizo: quest'ultima è il prodotto di un incrocio tra lo llama e l'alpagà. Il mercato di questi peli è a Liverpool; le denominazioni adottate per la vendita e riportate sui listini sono in generale le seguenti: extra fleece (velli extra), average fleece (velli medî), short fleece (fibre corte), coarse (ordinario), second, locks.
Il primo sfruttamento industriale, su vasta scala, del pelo di alpagà risale al 1836, e si deve a sir Titus Salt, famoso fabbricante di Saltaire, nello Yorkshire, che lo adoperò per la produzione di tessuti per donna, aventi la catena di cotone e la trama di alpagà. In seguito, esso venne lavorato con buon successo anche in Francia e in altri paesi, fra cui l'Italia; ma Bradford è rimasto sempre il centro più importante del mondo per la filatura e la tessitura di questa, come di altre fibre speciali, quali il mohair, il vicuña, il llama.
Oltre che per lanerie da donna, l'alpagà viene usato per la fabbricazione di velluti, peluches, stoffe per mobili e coperte, puro, o misto con cotone o seta. In Italia se ne impiegano quantità limitate, per quanto il consumo sia andato aumentando negli ultimi anni, per la produzione di foderami. Generalmente, lo si importa dall'Inghilterra sotto forma di prodotto semilavorato (pettinato o filato) esente da dazio doganale di entrata. Comunemente, però, si suol chiamare da noi alpagas o alpagà, un tessuto speciale nel quale non entra il pelo dell'Auchenia pacos. Si tratta di un prodotto che ha la catena di cotone e la trama di lana, lustre o mohair, e che può servire, a seconda della struttura e composizione, per abiti e per foderami. La caratteristica speciale di questo tessuto è la lucentezza. Nella fabbricazione del tessuto cosiddetto alpagas l'industria italiana ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni, tanto da poter competere vittoriosamente con la concorrenza estera, soprattutto cecoslovacca.
Bibl.: A. F. Barker, The prospective development of Peru as a sheep-breeding and wool-growing country, Londra 1911.