RIARIO, Alessandro
RIARIO, Alessandro. – Nacque a Bologna il 3 o 4 dicembre 1543 da Giulio e da Elisabetta, figlia del conte Filippo Pepoli, nobile bolognese (indicano il 3 dicembre 1543 sia Katterbach, 1931, p. 134, sia Weber, 1994, p. 863, mentre Galeotti, 1590, menziona il 4 dicembre 1541). Fu battezzato il 29 dicembre 1543 da monsignor Agostino Zanetti vescovo sebastese, vicario e suffraganeo di Bologna ed ebbe illustri padrini: il cav. Lelio Vitali a nome del cardinale Antonio Trivulzio; Pietro Bonfiglio a nome del cardinale Pietro Bembo; infine, il senatore di Bologna Ercole Malvezzi e Giovanni Paolo Pozzi (Fantuzzi, 1789, p. 183).
La famiglia era imparentata con i Boncompagni e Gregorio XIII (1572-85). La casa aveva avuto tra i propri antenati Sisto IV, il cardinale francescano conventuale Pietro (1471-74) e il cardinale Raffaele Riaro Sansoni (1477-1521), l’arcivescovo di Pisa Cesare (1499-1518) poi patriarca di Alessandria (1506-40). Nel XIX secolo furono cardinali di famiglia anche Tommaso e Sisto Riario Sforza. Dopo la perdita della signoria di Imola, i Riario risiedettero a Bologna, con dignità senatoria, e divennero marchesi di Castiglione di Val d’Orcia nel 1605 (Dolfi, 1670, 1973, pp. 650-653; Caciagli, 1980, p. 110).
Studiò presso l’Università di Padova arrivando fino al grado dottorale; il 21 maggio 1563 si addottorò in utroque jure presso l’Università di Bologna. Pio IV lo nominò referendario apostolico e fu ascritto ai prelati domestici dal 1559 al 1565. Il 1° maggio 1562 fu nominato segretario apostolico. Nel 1565 acquistò per 60.000 scudi la carica di uditore generale della Camera (Cardella, 1793, p. 160), ufficio che tenne dal 3 aprile 1565 al 1578 (Biblioteca apostolica Vaticana, Reg. Vat., 1722, c. 122v; Katterbach, 1931, p. 135; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LXXXII, 1857, p. 173). L’8 novembre 1570, Pio V lo nominò patriarca di Alessandria d’Egitto (titolo che tenne fino alla morte) e lo inserì nella legazione a latere del nipote, cardinale Michele Bonelli, inviato nel 1571-72 presso i sovrani di Francia, Spagna e Portogallo per favorire la formazione della lega contro il Turco. Il 24 agosto 1572 Riario fu consacrato vescovo nella Cappella Sistina dal cardinale Benedetto Lomellini (assistito da Antonio Elio, patriarca di Gerusalemme, e Giovanni Ambrogio de Fieschi, vescovo di Savona). Fu associato al cardinale Francesco Crasso nella commissione incaricata di riformare la Curia romana (Forcella, 1873, p. 245 n. 740).
Fu creato cardinale prete da Gregorio XIII, nella sua quinta promozione, il 21 febbraio 1578, rispettando i dettami del Concilio di Trento nella scelta di cardinali rappresentativi di ogni nazione. Il titolo fu quello di S. Maria in Aracoeli (3 marzo 1578). Il 23 marzo o il 4 aprile 1580 fu nominato legato a latere a Filippo II per la successione al trono portoghese e la missione durò fino al 1581 (Biaudet, 1910, pp. 148, 283): fu lo stesso Riario a consacrarlo re del Portogallo. Rifiutò i ricchi doni offerti da Filippo II, come aveva ricusato quelli del duca di Braganza, pretendente al trono portoghese; il dono spagnolo fu mandato a Roma e il cardinale Riario, dietro ordine del papa, lo accolse. Nella legazione riformò gli ordini religiosi del Portogallo e riformò e disciplinò gli antoniani.
Rientrato in Italia nel 1581, il 25 ottobre fu nominato legato dell’Umbria e Perugia: fece il suo ingresso il 17 novembre 1581 e dimorò a Perugia fino al 23 settembre 1583 nel monastero di S. Pietro; fece amministrare la legazione dal vicelegato Fabio Menichini (protonotario apostolico), sebbene il cardinale più volte visitasse la medesima. A questo periodo risale la raccolta dei bandi pubblicati dal legato. Fu protettore dei monaci eremitani di S. Girolamo; Gregorio XIII lo scelse come prefetto della Segnatura di giustizia il 25 ottobre 1581, impegnato nella repressione delle scorrerie dei banditi. Partecipò poi al conclave del 1585 che elesse Sisto V.
Morì a Roma il 18 luglio 1585 all’età di 42 anni nel palazzo di famiglia presso porta Settimiana, che in seguito fu chiamato palazzo Corsini. Venne preparata la tomba nel presbiterio, davanti l’altare maggiore, nella basilica dei Ss. Apostoli, con una breve iscrizione (trascritta in Chacón, 1630, col. 1743), ma in seguito il suo corpo fu traslato nella agostiniana chiesa di S. Giacomo a Bologna (col. 1742, ma non menzionata da Cardella, 1793, p. 161).
Fu devoto della Beata Vergine, alla quale eresse un altare nella chiesa di S. Maria della Consolazione in Roma, a cui compartì insigni benefizi. Donò al santuario di Loreto, tra l’altro, una croce d’oro e candelieri d’argento (G. Garampi, Osservazioni sulle monete, Appendice, p. 307).
Opere. Bononiae anno 1560, Bononiae, apud Alexandrum Benacium, 1561; Bandi diuersi dell’illustrissimo, et reuerendiss. S. Cardinale R. di Perugia, et Prouincia dell’Vmbria legato, In Perugia, appresso Pietroiacomo Petrucci, 1582.
Fonti e Bibl.: Biblioteca apostolica Vaticana, Reg. Vat., 1722, c. 122v. Sono edite le bolle delle facoltà concesse dai sovrani pontefici a Riario nei diversi uffici e nelle missioni diplomatiche: Bulla facultatum illustriss. et r.p.d. Alexandro Riario prothonotario apostolico V. sig. referendario curiae causarum camerae apostolicae generali auditori concessarum, Romae, apud Antonium Bladum, 1565; Motus proprius s.d.n.d. Pij papae quinti, confirmationis facultatum, illustriss. et reueren. p.d. Alexandro Riario, Camerae apostolicae generali auditori concessarum, Romae, apud Antonium Bladum impressorem cameralem, 1566 (datato 1566, 13 gennaio); Facultates in spiritualibus concessae a S.D.N. Gregorio XIII illustriss. […] cardinali Riario Perusiae, et Vmbriae legato, Perusiae, apud Petrumiacobum Petrutium, [1580]; Facultates concessae a S.D.N. Gregorio XIII, Perusiae [1581]; il manifesto intitolato Litterae s.d.n. Gregorii. pp. XIII ad fauorem incliti Populi Romani, confirmantes priuilegia officinae impressoriae Romae erectae, ac inhibentes sacros, et alios hic comprehensos libros, alibi quàm Romae imprimi, aut impressos uendi, sub censuris, & poenis hic expressis, vna cum processu fulminato, ab illustrissimo Alexandro Riario Camerae apostolicae auditore, emanato, Romae, apud haeredes Antonij Bladij, 1574 (data di emanazione: Roma, 18 novembre 1573).
Taddeo da Bologna, Oratio pro celebrandis Alexandri Rearii Cardinalis amplissimi exequiis in Sacris Divi Iacobi aedibus, Bononiae, typis Alessandri Benatij, 1585 (ripercorre le principali tappe della sua vita e le principali cariche; sostiene che Riario fosse un matematico e uno studioso); T. Gualteruzzi, Venerabilis Collegij reuerendiss. et admodum illustrium DD. Secretariorum apostolicorum priuilegia, et iura diuersa, Romae apud haeredes A. Bladij, 1587, p. 150; B. di Galeotti, Trattato de gli huomini illustri di Bologna, Ferrara, Vittorio Baldini, 1590; A. Chacón, Vitae, et res gestae Pontificvm Romanorum et S. R. E. Cardinalivm ab initio nascentis Ecclesiae vsque ad Vrbanvm VIII Pont. Max., II, Romae 1630, coll. 1742 s.; P.S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 599 (ed. facs. Sala Bolognese 1973, pp. 650-653); P.A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi e dell’opere loro stampate e manoscritte raccolte, Bologna 1714, pp. 46 s. (attribuisce all’allora diciassettenne Riario la stampa di Scholastici Tumulus anni 1561. Exemplum scitu non indignum historice de scriptum, Bononiae, Typ. Benatij, 1561); G.V. Marchesi Buonaccorsi, Antichità ed eccellenza del protonotariato appostolico partecipante colle più scelte notizie de’ santi, sommi pontefici, cardinali, e prelati che ne sono stati insigniti sino al presente, Faenza 1751; Serie cronologica degli Eminentissimi, e Reverendissimi Signori Cardinali Bolognesi, Bologna 1755, pp. 33 s.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VII, Bologna 1789, p. 183; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, V, Roma 1793, pp. 160 s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, LVII, Venezia 1852, pp. 173 s.; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese ed altri edifici di Roma dal secolo XI fino ai giorni nostri, II, Roma 1873, p. 245 n. 740; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu’en 1648, Helsinki 1910, pp. 148, 283; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturae a Martino V ad Clementem IX et Praelati Signaturae Supplicationum a Martino V ad Leonem XIII, Città del Vaticano 1931, pp. 134, 150, 155, 177; C. Eubel - G. van Gulik, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, III, Monasterii 1935 (rist. Patavii 1960), pp. 45 s., 66, 102; F. Combaluzier, Sacres épiscopaux à Rome de 1565 à 1662. Analyse intégrale du Ms. «Miscellanea XIII, 33» des Archives Vaticanes, in Sacris Erudiri, XVIII (1967-1968), p. 139; G. Caciagli, I feudi medicei, Pisa 1980, p. 110; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio 1550-1809, Roma 1994, pp. 329, 863 s.; Z. Zanardi, Ancora sulle tesi dei lettori dello Studio bolognese: una raccolta sconosciuta del XVI secolo, in La Bibliofilia, CV (2003), 2, p. 154 (menziona la tesi presentata il 22 gennaio 1562, presso lo Studio bolognese, D.O.M. Alexander Riarius Lodouico Arca principi meritissimo s.p.d., Bononiae, typis Alexandri Benacij, [1562]).