ALESSANDRO di Telese
Nato in Italia meridionale (secondo lo Chalandon, fuori di essa), presumibilmente verso la fine del sec. XI, ed entrato nell'Ordine benedettino, divenne nel terzo decennio del sec. XII abate del monastero di San Salvatore di Telese, da cui trasse il nome, succedendo a Giovanni. Entrato in relazione con Matilde, sorella del re Ruggiero e moglie di Rainulfo III conte di Alife, scrisse per suo incitamento un'opera storica volta all'esaltazione delle gesta del primo re di Sicilia, De rebus gestis Rogerii Sicilia e regis libri quatuor. In essa egli narrò con grande dovizia di particolari e sulla base, pare, di ottime fonti (peraltro ignote) gli avvenimenti dell'Italia meridionale dal 1127 al 1135, dilungandosi, soprattutto, sulla guerra combattuta da Ruggiero contro i feudatari ribelli. La sua intenzione è apertamente apologetica, ed egli qualche volta nasconde o muta la verità, come quando omette ogni accenno sui rapporti fra Ruggiero e Anacleto II, o presenta la fondazione della monarchia come fatto avvenuto indipendentemente dall'intervento di Roma. Ciononostante, l'opera di A. è una delle più importanti fonti per la conoscenza del primo periodo normanno.
In essa A. si rivela in possesso di una notevole cultura letteraria del tutto aliena, però, da influenze classiche; numerosissime sono le citazioni bibliche; tipica l'allusione, fatta nella prefazione, alla leggenda medievale secondo la quale Virgilio sarebbe stato nominato da Augusto governatore della Campania. La cronaca di A. ci è giunta interrotta al capitolo quinto del libro IV; secondo lo Chalandon essa si sarebbe spinta sino al 1140; secondo altri studiosi, invece, essa non sarebbe mai stata completata dall'autore, morto improvvisamente mentre la stava stendendo. Essa fu edita per la prima volta dallo Zurita nel 1578a Saragozza; ebbe poi molte altre edizioni, sino a quella del Del Re, uscita, con traduzione italiana, nel 1844 (cfr. A. Potthast, Bibliotheca historica medii aevi, I, Berlin 1896, p. 36).
A. era già morto nel 1144, quando abate del monastero di San Salvatore era Stefano, già priore sotto Alessandro.
Bibl.: B. Capasso, Le fonti della storia delle Province napoletane, a cura di E. Mastrojanni, Napoli 1902, pp. 70 s.; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, I, Paris 1907, pp. XLVII-XLVIII; A. De Stefano, La cultura in Sicilia nel periodo normanno, Palermo 1938, pp. 54, 56; Dict. d'Histoire et de Géographie Ecclésiastique, III, col. 277; Enciclopedia Italiana, II, p. 354.