Ford, Aleksander
Regista e produttore cinematografico polacco, nato a Łódź il 24 novembre 1908 e morto a Los Angeles il 4 aprile 1980. Benché i suoi film non si siano mai distinti per grande originalità di linguaggio, la sua azione di stimolo culturale, di organizzazione e di insegnamento esercitò una notevole influenza sul cinema polacco nel corso di un lungo arco di tempo, dagli anni Trenta agli anni Sessanta.
Proveniente da una famiglia della borghesia ebraica, studiò storia dell'arte all'università di Varsavia. Nel 1928 girò due cortometraggi documentari, nello stile dell'avanguardia sovietica, sulla vita quotidiana degli operai della sua città natale, allora il maggiore centro industriale del Paese. Nel 1930, con altri cineasti di idee progressiste (tra cui Wanda Jakubowska, Jerzy Bossak, Jerzy Zarzycki), fu tra i fondatori della START (Associazione dei sostenitori del film artistico), che ebbe un ruolo decisivo nel rinnovamento del cinema polacco, allora in piena crisi. Passato al lungometraggio, tra il 1930 e il 1938 girò tre documentari (sulla vita di un giornale, sullo sport e sulle cooperative), ispirati alla scuola britannica di John Grierson, e sette film a soggetto su temi sociali, tra cui Legion ulicy (1932, La legione della strada), sui venditori ambulanti di giornali, e Przebudzenie (1934, Risveglio), diretto insieme alla Jakubowska, sul difficile ingresso nella vita di tre ragazze di famiglia operaia. Prese anche parte all'attività del cinema ebraico (che comprendeva allora un terzo dei film polacchi), con un film in ebraico, Sabra (1933, Cactus), noto anche come Chalutzim (Pionieri), sui coloni sionisti in Palestina, interpretato dagli attori del celebre teatro Habima, e uno in yiddish, Mirkumen on (1936, Arriviamo, noto anche come Droga Młodych, La via dei giovani), sui bambini orfani dei quartieri ebraici poveri di Varsavia. Scioltasi nel 1935 la START, nel 1937 F. partecipò, con altri suoi membri, alla creazione della SAF (Cooperativa di autori di film), che divenne la principale fonte di finanziamento per la produzione di qualità. Nel 1938 poté così girare Ludzie Wisły (Gente della Vistola), sui marinai del grande fiume, diretto insieme a Zarzycki e suo maggior successo commerciale. Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale si rifugiò in Unione Sovietica, dove girò vari cortometraggi destinati all'istruzione militare. Nel 1943, quando fu creato un esercito polacco in esilio per combattere a fianco dei sovietici, F., con altri membri della SAF, ne organizzò la sezione cinematografica; realizzò quattro documentari, tra cui, insieme a Bossak, uno dei primi mai girati sui campi di sterminio nazisti, Majdanek, cmentarzysko Europy (1944, Majdanek, cimitero d'Europa).
Nel 1945, alla fine della guerra, l'industria cinematografica venne nazionalizzata, e tutte le case di produzione si fusero nella Film Polski; fino al 1947 F. ne fu il direttore, e in tale veste ebbe un ruolo centrale nella ricostruzione, creando tra l'altro gli studi di Łódź, che per alcuni anni furono gli unici del Paese. Nel 1948 fu tra i fondatori della scuola di cinema di Łódź, dove avrebbe insegnato per i successivi vent'anni. Tornò quindi alla regia con Ulica graniczna (1948; Fiamme su Varsavia), sull'insurrezione del ghetto di Varsavia nel 1943; nonostante i suoi schematismi, è considerato, alla pari di Ostatni etap (1948; L'ultima tappa) della Jakubowska, il principale film polacco dei primi dieci anni del dopoguerra, e uno dei più importanti tra quelli girati in tutto il mondo sulla Shoah. Tra il 1949 e il 1953 il processo di stalinizzazione della cultura ebbe conseguenze negative anche sul solo film che F. girò, l'oleografico e retorico Młodość Chopina (1952; La giovinezza di Chopin). La morte di Stalin e la liberalizzazione a essa seguita permisero anche a F. di riacquistare una certa libertà di espressione, i cui effetti si videro in Piątka z ulicy Barskiej (1954, I cinque di via Barska), primo film del 'disgelo' in Polonia, nel quale egli affrontò con una franchezza del tutto nuova, ricevendo per questo aspre critiche, il tema del reinserimento dei reduci dalla guerra. Vi ebbe come assistente Andrzej Wajda, già suo allievo a Łódź; e fu grazie al suo appoggio che Wajda poté girare ‒ sotto la sua supervisione ‒ Pokolenie (1955, Generazione), il film di esordio della 'scuola polacca'. A tale scuola F. diede il proprio sostegno anche come direttore (1955-1968) dello Studio, uno degli otto zespóły filmowe ("gruppi filmici") in cui era stata suddivisa la Film Polski con la riforma del 1955. Il nuovo linguaggio influenzò in certa misura anche il film di F. Ósmy dzień tygodnia (1958, L'ottavo giorno della settimana), sui problemi sessuali dei giovani, in cui Zbigniew Cybulski ebbe il suo primo ruolo da protagonista. Tra il 1958 e il 1968, ormai messo in discussione da una nuova generazione di giovani registi, che pur sentendosi suoi debitori consideravano magniloquente il suo stile, si dedicò soprattutto all'attività di produttore e di insegnante, dirigendo solo tre film, il principale dei quali fu Krzyżacy (1960; I cavalieri teutonici), un vasto affresco di ambientazione medioevale che fu il film più costoso nella storia del cinema polacco, ma anche uno dei suoi più grandi successi commerciali, sia all'estero sia in patria. Nel 1968, a causa delle misure antisemite seguite ai moti studenteschi di marzo, F. fu privato della cattedra a Łódź e della direzione dello Studio; l'anno successivo lasciò la Polonia, stabilendosi in Israele. Girò quindi in Danimarca Den förste kreds (1972, Il primo cerchio), dal romanzo di A.I. Solženicyn V kruge pervom, e in Germania Sie sind frei, Doktor Korczak (1974), sul medico polacco ucciso ad Auschwitz. Negli anni successivi non riuscì più a trovare lavoro; si tolse infine la vita negli Stati Uniti, dove si era recato per cercare finanziamenti.
S. Janicki, Aleksander Ford, Warszawa 1967.