ALBRET
Famiglia francese, della quale fu culla il castello omonimo, esistente anch'oggi nel comune di Labrit, circondario di Mont-de-Marsan, dipartimento delle Lande. Posto nella stretta e verdeggiante vallata del ruscello Estrigon, piccolo affluente della Douze, si trovava sulla strada che prendevano i viaggiatori per recarsi da Bayonne a Bordeaux. Oggi non ne resta che una porta gotica, per metà sepolta nella sabbia. Era il centro del pagus Leporetanus, che formò poi la signoria d'Albret. Dapprima poco estesa, essa, nell'epoca in cui diventò ereditaria (1060), comprendeva già alcuni cantoni dei dipartimenti delle Lande e del Lot-et-Garonne. Città principali Albret, Nérac, Montréal e Castelialoux. Amanieu I, morto verso il 1060, fu, a quanto pare, il fondatore della famiglia. L'importanza dei signori d'Albret crebbe presto. Le vaste lande che costituivano la parte principale del loro dominio, particolarmente povere e desolate, fornivano eccellenti soldati, nel tempo stesso che, per la loro povertà e desolazione, erano un ostacolo quasi insormontabile alle invasioni dal sud. Bordeaux e la Garonna erano difese da questo deserto assai meglio che dall'esercito più formidabile.
Già dal X al XIII secolo, i signori d'Albret sembrano avere rappresentato una parte notevole in tutti gli avvenimenti importanti della storia feudale del mezzogiorno. Partecipano alla prima crociata e a quella degli Albigesi, e, intanto, non cessano d'ingrandire i loro possessi: acquistano Bazas nel 1250, la viscontea di Tartas nel 1361, le terre del sire di Poyanne nel 1372, quando essi figurano, dopo i visconti del Bearn, come i signori più ricchi e più bellicosi del mezzogiorno della Francia. Essi si vantavano di poter mettere a disposizione del loro alleato mille lance, pur difendendo i proprî feudi. Importante la loro funzione nella rivalità tre volte secolare dei re di Francia e d'Inghilterra. Dapprima alleati degl'Inglesi, abbandonarono presto la loro causa per quella francese e resero i maggiori servizî nella conquista della Guienna. Anche la loro fortuna andò sempre ingrandendosi. Sotto Carlo V escono dalle loro lande e si stabiliscono in qualità di signori, con diritto di pedaggio, sulle due rive della Garonna. Stringono parentele di sangue reale per il matrimonio di uno dei loro, Arnaldo-Amanieu (1358-1401), con Margherita di Borbone. Carlo VI dà loro la contea di Dreux e la spada di connestabile; Carlo VII la contea di Gaure e la signoria di Lesparre; Luigi IX le terre e signorie della casa d'Armagnac. D'altra parte i signori d'Albret si sono ben meritate queste liberalità regie: parecchi morirono sui campi di battaglia della guerra dei Cent'anni per la causa del re e alla fedeltà di Carlo II, signore d'Albret, il re Carlo VII fu debitore della sottomissione della Guienna e dell'espulsione definitiva dello straniero. Nel 1456 Carlo II consacra, con un atto solenne, un vecchio costume della casata, e decreta che la signoria e il dominio d'Albret non potranno essere smembrati né alienati, ma saranno trasmessi, di maschio in maschio, per ordine di primogenitura. Si forma così, a poco a poco, una sovranità feudale, che raggiunge la massima estensione alla fine del sec. XV sotto Alain il Grande, nipote e successore di Carlo II (1440-1522). Un po' più tardi, il nipote di Alain, Enrico II re di Navarra, sposa Margherita, sorella di Francesco I (1527). Da questo matrimonio nacque (gennaio 1528) Giovanna d'Albret (v.), moglie poi di Antonio di Borbone. La signoria d'Albret, così riunita al ducato di Borbone (1548), eretta nel 1556 a ducato e pariato, in favore di Antonio di Borbone e di Giovanna d'Albret, divenne parte del dominio reale dopo la salita al trono di Enrico IV, e fu compresa con la Guascogna nel governo di Guienna. Nel 1651 fu staccata dal dominio della corona e data con Château-Thierry alla casa di Bouillon.
Bibl.: J. F. Samazeuilh, Histoire de l'Agenais, du Condomois, du Bazadais, Auch 1847; P. Luchaire, Notices sur les origines de la maison d'A., Pau 1873; id., Alain le Grand, sire d'A., Parigi 1877; A. de Ruble, Le mariage de Jeanne d'A., Parigi 1877; id., Antoine de Bourbon et J. d'A., voll. 4, Parigi 1881-1886.