GALEOTTI, Alberto
Nacque a Parma (come risulta dal proemio della sua Summula quaestionum dove si proclama "legum doctor parmensis") intorno agli anni Venti-Trenta del sec. XIII da Galeotto, dal quale, a detta del Panciroli, avrebbe tratto il cognome.
Dopo gli studi giuridici, condotti forse a Bologna, il G. insegnò prima del 1251 diritto civile presso l'Università di Padova e in seguito presso quella di Modena. La menzione del magistero modenese e il ricordo di quello padovano, entrambi contenuti nella Summula, consentono di precisare il rapporto cronologico fra i due incarichi didattici. L'opera, composta dal G. a Modena per espressa richiesta degli scolari ("cum ego Albertus Galeotti legum doctor parmensis essem Mutinae in studio constitutus, et essem a sociis meis saepissime rogatus…"), richiama numerosi episodi della docenza patavina che, logicamente, fu anteriore a quella emiliana. Ciò permette di confutare l'ipotesi dell'Affò, secondo il quale l'insegnamento modenese avrebbe preceduto quello padovano.
Fra il 1251 e il 1272 il G. fu inoltre impegnato per conto della sua città natale in varie missioni diplomatiche. Sono questi, per Parma, gli anni del periodo aureo della libertà comunale, dopo la vittoria su Federico II avvenuta nel febbraio 1248. La città, di fede guelfa, nel 1251 si impegnò in una guerra contro la ghibellina Cremona, che l'aveva privata del possesso di Guastalla e Brescello. In questa occasione il G. fu inviato dal cardinal legato Gregorio da Montelongo, insieme con Gherardo da Correggio, a Bologna e a Modena, per cercarvi aiuti e alleati e per organizzare la difesa.
Nel gennaio 1255 il G. è attestato a Napoli, ove presenziò come testimone all'elezione di un canonico da parte del clero partenopeo. I motivi che lo indussero a recarsi a Napoli non sono noti: l'Affò ritiene che egli vi abbia seguito, nel 1254, il parmense Bertolino Tavernieri, inviato da Innocenzo IV in quella città per assumervi la carica di podestà durante uno dei brevi periodi del reggimento comunale partenopeo sotto la tutela del pontefice. È certo, comunque, che il G. si trovava a Napoli ancora dopo la morte di Innocenzo e l'elezione del successore Alessandro IV.
Controversa è la questione del magistero del G. presso altri Studi italiani. Il documento relativo al soggiorno napoletano del G. (su cui cfr. Affò) può infatti avvalorare l'ipotesi di una sua docenza nell'Università partenopea, ma non si hanno ulteriori conferme. Il Mariotti e il Gualazzini ritengono probabile che il G. abbia insegnato nello Studio di Parma dopo il 1251. Si tratta, in tutti i casi, di ipotesi suggestive, ma sinora prive di testimonianze dirette. Verso il 1270, secondo un'ipotesi di H. Kantorowicz, il G. ritornò a insegnare a Padova, dove ebbe fra i suoi allievi Alberto Gandino. Già nel 1272 dovette ritirarsi a Parma: all'ottobre di quell'anno, infatti, risale un documento (edito dal Tacoli) che contiene un patto intercorso tra il Comune di Parma e quello di Reggio, stipulato con l'intervento del Galeotti.
Si ignora la data di morte, assegnata dalla letteratura erudita senza apparente fondamento al 1285.
Giurista originale e fecondo, civilista ma buon conoscitore del diritto canonico, il G. appartiene a quella generazione intermedia di doctores che, esauritasi con Accorso l'esperienza didattico-scientifica della glossa, si rivolse, a metà del Duecento, ai problemi che la quotidiana pratica del diritto poneva con crescente insistenza. Al G. come agli altri giuristi practici suoi contemporanei si deve la rivalutazione del diritto statutario e il suo inserimento nel sistema dello ius commune.
La Summula quaestionum o Margarita, composta durante il magistero modenese, è l'unica opera edita del Galeotti. Improntata sul metodo didattico universitario, si basa sull'oppositio dialettica tipica della quaestio: convergono infatti nella Summula una serie di questioni pratiche, relative in massima parte al diritto processuale. Il trattato, diviso in 42 rubriche, fu assai apprezzato dai contemporanei e dai giuristi posteriori, al punto da costituire la principale fonte dottrinale delle loro opere: la 38ª rubrica, dal titolo de alimentis, fu infatti quasi interamente utilizzata da Martino da Fano nel suo omonimo trattato mentre il 41° titolo, de statutis, costituisce il nucleo centrale delle Quaestiones statutorum di Alberto Gandino. Numerosi brani della Summula infine, rifluirono nello Speculum iudiciale di Guillaume Durand.
La Summula necessita ancora di un'attenta analisi filologica che chiarisca taluni dubbi prospettati dagli studiosi. Il Solmi ha infatti avanzato l'ipotesi che essa si componesse in origine non di 42, ma di 38 rubriche, l'ultima delle quali sarebbe la già ricordata de alimentis. La rubrica 39ª, de pignoribus, costituirebbe un'aggiunta del giurista Rolandino de' Romanci, mentre le successive "sarebbero addizioni portate in seguito dai manoscritti, e appartenenti al Galeotti stesso" (Solmi), le quali, almeno in un primo momento, avrebbero circolato in maniera indipendente. Tale ipotesi sarebbe confermata dall'esistenza di manoscritti della Summula privi delle rubriche finali.
Tradita da molti manoscritti (per i quali cfr. Dolezalek, s.v. Albertus Galeottus Parmensis), la Summula fu più volte stampata nel corso del XVI secolo sia singolarmente (Lione 1579; Colonia 1585, 1591 e 1595), sia come appendice allo Speculum iudiciale del Durand, unitamente alle Cavillationes, opera del canonista portoghese Iohannes de Deo (Venezia 1567, IV, pp. 107-195; Torino 1578, IV, pp. 89-142).
Brevi trattazioni e opere legate alla pratica o alla didattica da attribuirsi al G. sono anche il Tractatus de pignoribus e il Tractatus de positionibus. Il primo trattatello (Torino, Biblioteca nazionale, D.II.13, cc. 62 ss.) corrisponderebbe, secondo il Savigny, alla rubrica 39ª della Summula e sarebbe da attribuire non già al G., ma a Rolandino de' Romanci. Problemi di identificazione sono posti dal Tractatus de positionibus, ricordato nel suo omonimo trattato da Iacopo Dell'Arena, conterraneo e di poco più giovane del G.: quest'opera sarebbe, secondo il Savigny, null'altro che la rubrica 18 della Summula quaestionum dello stesso Galeotti. Per sedare ogni dubbio sarebbe opportuno istituire un confronto tra la rubrica menzionata e l'unico esemplare manoscritto sinora noto del trattato: Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 11605, cc. 136v-138r.
Per altri contributi del G. - brevi trattati, additiones e quaestiones - cfr. Dolezalek, sub voce.
Fonti e Bibl.: G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Venetiis 1637, pp. 157 s.; L.A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevii, Mediolani 1741, IV, col. 512; N. Tacoli, Compendio delle diramazioni… corelativo alla genealogia della famiglia Tacoli, I, Reggio 1742, p. 357; T. Diplovataccio, Liber de claris iuris consultis. Pars posterior, a cura di F. Schultz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, in Studia Gratiana, X (1968), pp. 154 s.; I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, I, Parma 1789, pp. 108-113; L. Savioli, Annali bolognesi, II, 1, Bassano 1789, p. 337; F.M. Colle, Storia scientifica e letteraria dello Studio di Padova, II, Padova 1825, pp. 14-18; F.C. von Savigny, Geschichte des römischen Rechts im Mittelalter, Heidelberg 1834-51, III, pp. 637 s.; V, pp. 474, 527-532; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori… della famosa Università… di Bologna, Bologna 1847, s.v.; U. von Bethmann Hollweg, Der Civilprozess des gemeinen Rechts in geschichtl. Entwicklung, VI, 3, Bonn 1874, pp. 77 s.; G.B. Iannelli, Diz. biogr. dei Parmigiani illustri…, Genova 1877, s.v.; A. Gloria, Monumenti dell'Università di Padova, I, Venezia 1884, pp. 216 s.; G. Mariotti, Memorie e documenti per la storia dell'Università di Parma nel Medio Evo, I, Parma 1888, p. 54; M. Sarti - M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus…, I, Bologna 1888, pp. 130 s.; A. Solmi, Alberto da Gandino e il diritto statutario nella giurisprudenza del secolo XIII, in Contributi alla storia del diritto comune, Roma 1937, p. 358; H. Kantorowicz, Leben und Schriften des Albertus Gandinus, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte, Rom. Abt., XLIV (1924), pp. 235 s., 294 s., 297; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto italiano, a cura di P. Del Giudice, I, 2, Milano 1925, pp. 825, 831; A. Sorbelli, Storia dell'Università di Bologna, I, Il Medioevo (secc. XI-XV), Bologna 1944, pp. 69, 73; U. Nicolini, Il trattato "De alimentis" di Martino da Fano, in Atti del Congresso internazionale di diritto romano, Verona… 1942, I, Milano 1951, pp. 341 s., 346, 348; G. Rossi, Consilium sapientis iudiciale. Studi e ricerche per la storia del processo romano-canonico, Milano 1958, pp. 120, 170; E. Besta, Il primo secolo della Scuola giuridica napoletana, in Studi di storia giuridica meridionale, a cura di G. Cassandro, Bari 1962, p. 457; K.W. Nörr, Die Literatur zum gemeinen Zivilprozess, in Handbuch der Quellen und Literatur der neuren europäischenPrivatrechtsgeschichte, I, a cura di H. Coing, München 1973, pp. 385, 390, 394; U. Gualazzini, La storia dell'Università di Parma dalle origini al sec. XV, in Corpus statutorum Studii Parmensis (saec. XV), Milano 1978, pp. LXXI s.; L. Sorrenti, Testimonianze di Giovanni d'Andrea sulle "Quaestiones" civilistiche, Catania 1980, pp. 27 s.; E. Cortese, Legisti, canonisti e feudisti: la formazione di un ceto medievale, in Università e società nei secoli XII-XVI, Pistoia 1983, pp. 252 s., 256; F. Martino, Giuristi di scuola e "pratici" del diritto a Reggio e a Padova…, in Quaderni catanesi di studi classici e medievali, XVI (1986), pp. 423-425, 432, 435 s.; L. Sorrenti, Tra lecturae e quaestiones in un esemplare del Codex. Il ms. Lucca, Biblioteca capitolare 322, ibid., XVII (1987), p. 105; G. Speciale, Henrigetus magistri Gerardi giudice e cronista. La Marca Trevigiana in un'inedita cronaca trecentesca, in Riv. internaz. di diritto comune, III (1992), pp. 232, 240; L. Fowler Magerl, Ordines iudiciarii and Libelli de ordine iudiciorum, Turnhout 1994, pp. 67, 108; Enciclopedia Italiana, XVI, p. 270; F. Rizzi, I professori dell'Università di Parma. Note indicative bio-bibliografiche, Parma s.d., s.v.; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Rechts bis 1600, Frankfurt am Main 1972, sub voce.