ALBEROBELLO (A. T., 27-28-29)
Città della provincia di Bari; ab. 7830; alt. 416 m. Il centro trae il nome da una selva di grandi querce, la cosiddetta "selva dell'albero bello", in mezzo alla quale sorse. Per il forte contributo dato all'emigrazione, Alberobello vide diminuire dal 1901 al 1911 di circa 800 ab. la sua popolazione (da 8102 a 7305), ma nello stesso periodo la percentuale della popolazione sparsa salì dal 22 al 28%. Questo perché Alberobello è nella cosiddetta Murgia dei trulli, cioè nell'unica zona della Puglia che abbia un considerevole numero d'individui sparsi nelle campagne. Come pel resto della zona, anche per Alberobello questo fenomeno demografico si è negli ultimi decennî notevolmente intensificato soprattutto per effetto dell'acquisto delle piccole aree coltivabili che il contadino ha potuto fare coi risparmî accumulati in America.
Il comune sorge in mezzo all'ampia area dei calcari compatti delle Murge meridionali, e nel tratto in cui gli strati di questo calcare sono costituiti da lastre di limitato spessore (le chiancarelle); la possibilità di sfruttare con poca spesa questo materiale da costruzione ha contribuito a richiamare il contadino in campagna, ove l'abitazione è stata da lui stesso facilmente eretta nella tradizionale forma conica a trullo. Le chiancarelle sono posate l'una sull'altra a secco, senza uso di malta, in modo che i trulli terminano a volta emisferica, costituita da tanti anelli concentrici. Ad Alberobello i trulli non sono solamente diffusi in mezzo ai ricchi poderi, ma costituiscono anche una nota attraentissima e singolare di una gran parte del centro abitato, di cui formano addirittura la "zona monumentale". Questo tipo di costruzione è del resto antichissimo. L'area territoriale del comune è di 4031 ettari, e vi sono intensamente coltivati gli alberi da frutta e la vite. Il centro è sulla linea ferroviaria Bari-Martina Franca.