Umanista (Firenze 1426 - ivi 1499). Studioso di letteratura greca e latina, fu in relazione con i maggiori umanisti dell'epoca e prese parte attiva alla rioganizzazione dello studio pubblico fiorentino promossa da Lorenzo de' Medici, per il quale fu anche ambasciatore presso Sisto IV. Ricoprì diversi incarichi pubblici prima e dopo la cacciata dei Medici, anche se la sua carriera politica non ebbe lo sviluppo desiderato.
Seguendo le tradizioni familiari (suo nonno era Cino), si dedicò fin da giovane agli studi letterari; dal 1472 al 1475 fu uno degli "ufficiali dello studio", incaricati dell'organizzazione delle università di Firenze e di Pisa. Dal novembre 1475 al giugno 1476 fu oratore della signoria presso il papa Sisto IV, che tentava di dar vita a una lega contro i Turchi; la legazione fu interrotta per la peste. I rapporti fra il papa e Lorenzo de' Medici erano già allora difficili, e qualche cosa nel comportamento di R. dispiacque a Lorenzo, sicché la sua carriera politica, se pure non fu interrotta, non ebbe tuttavia quel seguito che avrebbe potuto sperare. Alla delusione si aggiunse il dolore per la morte del figlio Filippo (1479). Nella solitudine di una villa, compose allora il dialogo De libertate, in cui riprese il tema trattato da Landino nelle Disputationes camaldulenses, del contrasto cioè tra vita attiva e vita contemplativa, con più concreto e sofferto riferimento alla crisi delle libertà comunali, accentuatasi in Firenze dopo la congiura dei Pazzi. Restano, di R., numerose lettere , orazioni, traduzioni latine da autori greci (Plutarco, Isocrate, Filostrato). Continuò per gli anni 1461-99 il Priorista, specie di cronaca cittadina, in volgare, iniziata dal padre Filippo per il periodo 1282-1459 e continuata poi fino al 1506 dal fratello Neri (pubbl. con il titolo Ricordi storici, a cura di G. Aiazzi, 1840).