Steuco, Agostino
Erudito e filosofo (Gubbio 1497 - Venezia 1548). Canonico regolare lateranense, fu nominato (1538) vescovo titolare di Kìsamos (Creta) e prefetto della Biblioteca Vaticana (1542). Nel 1547 S. fu inviato da Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna, per sostenere l’autorità e le prerogative papali. Morì nel 1548, mentre si trovava, per problemi di salute, a Venezia e cercava di ristabilirsi durante la sospensione del Concilio. Di vasta cultura, scrisse di argomenti biblici (Cosmopoeia, 1535), polemizzò contro il luteranesimo (nel Pro religione christiana, 1530) e contro Lorenzo Valla (Contra L. Vallam de falsa donatione Constantini, 1547); ma la sua opera più importante è il De perenni philosophia (1540), dedicata a Paolo III. In questo scritto, sotto l’influenza del platonismo rinascimentale, che aveva già conosciuto i tentativi in questo senso di Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, tenta, con sfoggio di amplissima erudizione, un sincretistico quadro di una pia philosophia, che abbraccia tutte le scuole religiose e filosofiche dell’antichità e si corona nelle verità cristiane. In questo sforzo di ricondurre tutte le espressioni della filosofia antica nel solco della sapienza cristiana, S. esclude soltanto l’epicureismo.