AGGLUTININE
. Anticorpi (v. in questa App.; e immunità, XVIII, p. 893) contenuti nel sangue e capaci di agglomerare, far collabire in masse più o meno cospicue (micro- e macroscopiche) elementi cellulari dispersi in sospensione omogenea. Queste cellule (globuli rossi, batterî) si chiamano gli antigeni delle agglutinine in quanto contengono gli agglutinogeni, cioè le sostanze specificamente responsabili del legame con le agglutinine e quindi del fenomeno dell'agglutinazione immunitaria.
Esistono agglutinine (e agglutinogeni) naturali contro varie specie batteriche; ma il contenuto in agglutinine del sangue, per es. contro i germi del tifo, aumenta considerevolmente durante la malattia o in seguito a vaccinazione: è quindi uno dei fattori della immunità umorale. Si ottengono agglutinine inoculando in animali globuli rossi di altra specie, batterî varî, protozoi, ecc.
Il potere agglutinante di un siero immune è altamente specifico (contro una e non altra specie cellulare): ci si serve di questa proprietà per stabilire o assicurare la diagnosi di molte malattie infettive. Così per il tifo addominale, cimentando una sospensione di Eberthella thyphosa (bacilli del tifo) con siero di ammalato variamente diluito si può determinare fino a quale diluizione il siero presenta ancora potere agglutinante (reazione di Vidal); analogamente si fa per la febbre maltese (reazione di Wright), per la spirochetosi ittero emorragica, ecc.
Circa il meccanismo d'azione delle agglutinine v. agglutinazione, in questa App.