ADENOPATIA (dal gr. ἀδήν "ghiandola" e πάϑος "affezione")
Si chiamano in generale adenopatie nella medicina e nella chirurgia le malattie delle ghiandole linfatiche che possono essere causate da processi morbosi diversi per la natura, per la sede, per l'importanza diagnostica e prognostica (v. linfatico, sistema). Una forma molto comune e molto importante, specialmente nella pediatria. è quella chiamata: adenopatia tracheobronchiale (franc. adénopathie trachéo-bronchique; sp. adenopatia traqueobronquial; ted. Bronchialdrüsentuberkulose; ingl. peritracheobronchial adenitis). In vicinanza della trachea, alla biforcazione dei bronchi e lungo il decorso delle grosse vie bronchiali, esistono numerose ghiandole linfatiche, alle quali vanno a terminare i vasi linfatici dell'apparato polmonare. Queste ghiandole, dette anche mediastiniche, si dividono in tre gruppi: le pretracheo-bronchiali destre e sinistre, le intertracheo-bronchiali e le peribronchiali.
Tali ghiandole sono nella prima infanzia facilinente sede di ingrandimenti (iperplasie) e di processi infiammatorî; ma sono, nel lattante soprattutto, interessate dal processo tubercolare, che le invade precocemente, dando il noto quadro morboso della "adenopatia tracheo-bronchiale specifica".
Oggi è ben noto come queste ghiandole vengono colpite ed invase: i germi della malattia (bacilli di Koch), che usualmente penetrano per la via respiratoria (infezione aerogena), ledono dapprima in modo circoscritto il polmone, formando il cosiddetto focolaio primitivo, già ammesso da Parrot e posto bene in evidenza dagli Albrecht e dal Gohn. Di qui il bacillo penetra per le vie linfatiche efferenti nei ganglî regionali - i mediastinici appunto - determinandovi l'adenopatia classica. All'insieme di queste lesioni, esponenti delle due prime tappe di fermata dell'agente morboso, è stato dato il nome di "complesso primario", in analogia a quanto avviene ad esempio in un'altra ben nota grave tossinfezione, la sifilide.
Pure ammettendo la grande frequenza di questa via di penetrazione, altri autori non negano - anche in casi di adenopatia mediastinica - la possibilità di altre vie d'ingresso, ed in particolare della via digerente.
Invasi dal bacillo della tubercolosi, questi ganglî divengono sede di processi specifici, con formazione delle granulazioni tubercolari tipiche (tubercoli), poi degenerano in una massa giallastra che ricorda il formaggio (caseificazione), rammolliscono ed infine possono, per un particolare processo di guarigione, sclerosarsi, cicatrizzare ed anche infiltrarsi di sali calcarei.
Data la loro sede, queste tumefazioni ganglionari possono comprimere organi, vasi e nervi importanti ed i segni o sintomi indiretti, che si deducono da tali compressioni, possono aiutare il medico nella diagnosi non sempre agevole. Così possono essere compresse le vie bronchiali e la trachea: ed allora si hanno varie e a volte caratteristiche modificazioni a carico del respiro, che il pediatra apprezza con l'esame obiettivo o semeiologico del piccolo paziente e specie con l'ascoltazione (respiro obliquo, respiro soffiante, diminuzione del murmure in territorî circoscritti). Anche i grossi vasi, soprattutto venosi, quali la vena cava superiore e le vene polmonari, possono venire compressi: si origineranno così disturbi della circolazione con alterazioni circoscritte del colorito (cianosi), con particolari tumefazioni dei tessuti cutanei e sottocutanei (edemi), e dilatazioni varie delle vene superficiali nei teriitorî compressi. Può subire eccezionalmente una compressione anche l'esofago (difficoltà d'inghiottire).
Importanti assai sono le compressioni che questi ganglî ingrossati esercitano sui nervi, particolarmente sul pneumogastrico, nel suo ramo cosiddetto ricorrente. Le alterazioni della voce e del timbro della tosse che ne susseguono costituiscono i sintomi forse più caratteristici e sicuri. La voce si fa velata, rauca, stridula e la tosse assume un carattere metallico, abbaiante, a volte accessionale: l'una e l'altra, quando la compressione e stimolazione è unilaterale o prevalente da un lato, acquistano una doppia tonalità, che si tende a riferire al fatto che le due corde vocali, innervate dal ricorrente, non vibrano più all'unisono (tosse bitonale). Alla compressione sui nervi vanno pure riferiti altri sintomi importanti quali la particolare dispnea ed i fenomeni asmatíci (asma ganglionare), ed altri più rari, quali le alterazioni del polso radiale, le modificazioni del diametro pupillare, il vomito, ecc.
Risulta da quanto si è riferito che il quadro sintomatologico delle adenopatie peritracheo-bronchiali è dei più complessi: a questa complessità ha senza dubbio contribuito un eccesso di piccoli sintomi e segni, che sono stati proposti da numerosi pediatri, allo scopo di meglio e più precocemente chiarire la diagnosi. Contro l'importanza ed il valore assoluto della maggioranza di questi segni, si è pronunciato recentemente il Hamburger, per il quale i sintomi veramente preziosi sarebbero unicamente quelli dati dalle alterazioni del respiro (speciale dispnea espiratoria) e dalla tosse, già valorizzati dal Combe.
Per la diagnosi della natura tubercolare di queste tumefazioni gangliari, di fronte alle più rare iperplasie non specifiche (nella sifilide, nella pertosse, da neoplasie, da infezioni acute dell'apparato respiratorio, ecc.), servono moltissimo, e particolarmente nella prima infanzia, speciali reazioni della cute di fronte ai veleni tubercolari (tubercolina), che odiernamente sono di uso corrente nella clinica; e la constatazione sicura di altre lesioni, quali ad esempio i tuberculidi cutanei, riferibili all'infezione tubercolare.
L'esatto apprezzamento a mezzo dei raggi X delle ombre di questi ganglî nelle radioscopie e radiografie, agevola molto la diagnosi.
Mentre, nell'età infantile più inoltrata e nell'adulto, i ganglî tracheo-bronchiali rappresentano comunque per il processo tubercolare penetrato per la via respiratoria una sorta di barriera che nella maggioranza dei soggetti colpiti non viene oltrepassata, nel lattante invece la diffusione e la generalizzazione del processo è assai più frequente, tanto da potersi dire quasi la regola.
La prognosi di questa forma morbosa nei primissimi tempi della vita è quanto mai seria e grave. E se le statistiche che fino a poco fa si davano del 100% di mortalità sono apparse in realtà esagerate, certo la mortalità stessa oscilla almeno intorno al 70%.
Non siamo oggi ancora in grado di stabilire una cura causale efficace e sicura per la tubercolosi in genere e per le localizzazioni peritracheo-bronchiali in ispecie (i tentativi di vaccinoterapia non possono oggi considerarsi probativi e definitivi). Alla profilassi invece spetta clinicamente e socialmente un'importanza immensa.
La profilassi specifica, a mezzo di opportuni vaccini, è ora oggetto, specie in seguito agli studî di Calmette, di numerosi controlli; ma la questione è ancora sub iudice.