ADELCHI o Adalgiso
Figlio di Desiderio, ultimo re dei Longobardi, e della regina Ansa, fu ancor giovane associato dal padre al trono nell'agosto 759, certo per assicurargli la successione. La sua opera come re (per quanto negli ultimi tempi esista qualche diploma col suo solo nome) scompare dietro quella del padre, intento a lottare ed intrigare con papi e Franchi. Quando, nel 769, da Bertrada, vedova di re Pipino il Breve, fu combinato il matrimonio della sorella di A., Desiderata, con re Carlo, A. pare venisse fidanzato a Gisela, sorella di Carlo (nata nel 757): matrimonio che la successiva rottura con Carlo impedì. La figura di A. si distingue solo nella difesa contro i Franchi, come capo dell'esercito mandato contro i Franchi scendenti per la Val d'Aosta. Avvenuta la sconfitta A. si chiuse in Verona (settembre 773) con la vedova e i figli di Carlomanno. Ma la città fu subito assalita e, secondo Eginardo, costretta alla resa nello stesso anno, mentre A. riusciva a rifugiarsi, da Porto Pisano, a Costantinopoli. Ma, secondo Scipione Maffei, la città avrebbe resistito sino al giugno 774. L'imperatore Costantino V Copronimo conferì ad A. il patriziato e intendeva servirsene nella lotta con i Franchi, in Italia. Anche morto Copronimo nel 775, a Roma si temeva di A. e, nel 775, papa Adriano I denunciava a Carlo Magno una congiura dei duchi di Spoleto, Benevento, Chiusi e Friuli con l'esule principe che avrebbe dovuto venire in Italia con milizie greche. A. non venne, e la piccola sommossa del Friuli fu presto soffocata. Si volle vedere l'influsso di A. nel contegno sospetto dei suoi cognati: Tassilone, duca di Baviera, marito di Liutberga, che, ribellatosi, nel 788, con aiuti degli Avari e forse di Bisanzio, finì con la moglie in un chiostro; e Arichi, duca di Benevento, marito di Adelberga, obbligato a sottomettersi nel 787. In realtà A. sbarcò in Calabria, nel 787, con truppe bizantine; ma dal nipote Grimoaldo, successo al padre Arichi, venne sconfitto, anzi sarebbe caduto nella battaglia. Secondo Eginardo, invece, morì molti anni dopo a Costantinopoli. Con lui si estinse la casa di Desiderio. La figura di A. nell'omonima tragedia del Manzoni è creazione poetica.
Bibl.: In mancanza di opere speciali, vedi le storie generali d'Italia: fra le moderne v. T. Hodgkin, Italy and her invaders, VII, Oxford 1899; Hartmann, Geschichte Italiens im Mittelalter, Gotha 1903, II, IIª; G. Romano, Le dominazioni barbariche, Milano s. a.