ADALBERTO I di Toscana
Figlio del conte Bonifacio II, di legge bavara, governò la sua regione dall'845 all'898. Conte e duca, fu il primo funzionario feudale insignito del titolo di marchese per riguardo alla Toscana, avente funzione di marca verso la Corsica e contro i Saraceni. A. continuò la politica paterna. Nell'846 dava al papa Sergio II la notizia che una flotta saracena faceva vela su Roma; e nel capitolare di Lotario I, contenente il piano di spedizione contro i Saraceni per l'847, il suo nome appare con quelli dei più cospicui personaggi del regno. Rappresentante imperiale di Lodovico II, di Carlo il Calvo, di Carlomanno e di Carlo il Grosso per la Toscana, la Corsica e anche la Romagna, amministratore feudale e condottiero, A. svolse un'attività politica intensa nei riguardi della Chiesa e dell'Impero. Nell'835, quale messo imperiale di Lodovico II, parteggiò prima per l'antipapa Anastasio; ma poi si schierò a favore di papa Benedetto III. Nella lotta tra Formoso e Giovanni VIII, A. eccitò lo sdegno di quest'ultimo, che richiese invano Carlo il Calvo di solleciti provvedimenti contro il marchese e il cognato Lamberto di Spoleto. Ché anzi essi riuscirono, nel marzo 878, a conquistare Roma e a tenerla per 30 giorni, facendovi rientrare Formoso e i suoi seguaci scomunicati, dopo aver catturato Giovanni VIII e costretto gli ottimati romani a prestar giuramento a Carlomanno, di cui si dicevano inviati. Il papa elevò allora un'altissima protesta per le violenze subìte da parte di Lamberto "creatura dell'Anticristo", che agiva d'accordo con la "adultera" Rottilde, sua sorella e seconda moglie di A. "predone della patria". I cognati, scomunicati, cercarono invano d'impedire che il pontefice si recasse in Francia per chiedere aiuto a Carlomanno e per tenere un sinodo a Troyes. Qui, essi furono minacciati di nuova grave sanzione, se non avessero fatto ammenda e dato riparazioni entro un dato termine. L'anno seguente, peraltro, A. si rappacificò con la Chiesa; anzi, nell'880, Carlo III il Grosso lo designò insieme con il duca di Spoleto per la difesa del territorio di S. Pietro; scelta non proprio la più gradita al pontefice. Poco prima di morire, A. fondò il monastero di S. Caprasio di Aulla in Lunigiana.
Bibl.: A. Hofmeister, Markgrafen u. Markgraftschaften im ital. Königreich in d. Zeit v. Karl d. Grossen bis auf Otto d. Grossen (770-962), in Mitteil. d. Inst. für österr. Geschichtsforschung, VII (Ergänzungsband), fasc. 2° (1906).