CONSOLI, Achille
Nacque a Catania il 23 sett. 1886 da Vincenzo e da Giuseppa Denaro.
Allievo dei conservatorio di Palermo, studiò sotto la guida dei maestri Greffeo, G. Zuelli, A. Mistretta Favara la composizione e di A. Scuderi il violino, diplomandosi in violino nel 1907. Si presentò come direttore d'orchestra per la prima volta al teatro Vittorio Emanuele di Messina come maestro sostituto e, sebbene l'esito fosse stato più che favorevole, il C. preferì in seguito dedicarsi alla direzione di cori e da questo momento si presentò nei principali teatri d'Italia e dell'estero, recandosi anche nelle due Americhe.
Richiamato alle armi durante la prima guerra mondiale, prigioniero, fu internato nel campo di concentramento di Sigmundsherberg (Vienna), dove con tenacia e talento riuscì a costituire un'orchestra sinfonica composta da settanta professori, tutti, come lui, prigionieri. Svolse molti programmi interessanti che recarono conforto ai settantamila prigionieri. Sempre durante la prigionia egli compose un poema sinfonico, impressioni sinfoniche, suite per archi e altri lavori.
Il 1° apr. 1922 al teatro Costanzi di Roma, per la stagione lirica 1921-22 fu direttore del coro nell'Iris di P. Mascagni, che era rappresentata per la prima volta sotto la direzione dell'autore. Sempre al teatro Costanzi, durante la stagione 1923-24, diresse il coro nella Vestate di G. Spontini, nuova per Roma, in maniera talmente convincente che il direttore d'orchestra E. Vitale, che mancava dal podio da due anni, lo volle accanto a sé, dopo il secondo atto, per ricevere i meritati prolungati applausi. Questa prima rappresentazione della Vestate al teatro Costanzi riscosse particolari consensi, come riportato dall'autorevole critica di A. Gasco sulla Tribuna del 28 dic. 1923. Il 28 febbr. 1925 sempre al Costanzi fu ripresentato il Mosè di Perosi. Lo stesso autore diresse l'opera dopo molti anni di assenza dal podio direttoriale e accanto a lui, alla direzione del coro, ci fu il C., che contribuì al successo dell'opera. Nel 1925 ottenne la nomina di direttore dell'impresa Ottavio Scotto per la gestione del teatro Colón di Buenos Aires. Con la stessa impresa, in collaborazione con il governatorato di Roma, egli fece parte della gestione del Costanzi. Nello stesso anno, il 28 marzo, diresse il coro nella prima romana de Icavalieri di Ekebù di Zandonai, che era stata presentata ventun giorni prima alla Scala di Affiano e che riscosse un successo unanime (fu definito "sontuoso" da G. Barini: L'Epoca, 29 marzo).
Il 27 febbr. 1928 il Costanzi, mutato nome e divenuto teatro reale dell'Opera, fu inaugurato con il Nerone di A. Boito e il C., abbandonate le sue abituali mansioni di direttore del coro, fu nominato direttore degli spettacoli. Infatti da allora fece parte del cosidetto "stato maggiore" del teatro per la stagione inaugurale del 1928 insieme con O. Scotto, G. Marinuzzi, G. Bavagnoli, P. Ansaldo. Era il responsabile delle scelte artistiche e del piano di lavoro.
Dopo un prolungato periodo di assenza dalle scene, fu direttore di coro nel Guglielino Tell di Rossini al teatro alla Scala, il 7 dic. 1939, e nelle serate seguenti lo fu nella Conchita di Zandonai, nella Linda di Chamounix diDonizetti e in altre ancora. Nel 1940 collaborò attivamente alla realizzazione delle opere rappresentate al teatro alla Scala e sempre in quel teatro ottenne risultati brillanti; nella Donna senz'ombra di R. Strauss il suo coro fu eccezionale: "le tante e crude insidie sono superate dal coro e merito cospicuo di ciò va dato all'ottimo istruttore Achille Consoli" (C. Gatti, p. 390). La sera del 1°febbr. 1941, al teatro alla Scala, diede ulteriori dimostrazioni del suo talento in un'opera prevalentemente corale come Gli Orazi di E. Porrino ove il coro da lui diretto fornì una ulteriore prova delle sue capacità. L'11 giugno del 1944, nel salone dell'Angelicum di Milano, il C. diresse con successo un concerto in cui venne eseguita la Missa Papae Marcelli del Palestrina, nella trascrizione e revisione di A. Schinelli, per celebrare il grande compositore nel trecentocinquantesimo anniversario della morte. Fu ancora nel 1945 al teatro alla Scala per l'ultima volta. A Roma, al teatro dell'Opera fu sempre attivo come direttore del coro per l'intera stagione 1946-47 e ancora nei primi mesi del 1948. Fu questa l'ultima sua fatica; morì infatti a Roma il 7 maggio 1948.
Bibl.: Necr. in La Sicilia, 8 maggio 1948; critiche in La Tribuna, 28 dic. 1923; Il Giorn. d'Italia, 28 dic. 1923; L'Epoca, 29 marzo 1925; Il Messaggero, 2 marzo 1925; F. Altmann, Kurzgefasstes Tonkünstler Lexikon, Leipzig 1936, p. 1907; C. Gatti, Ilteatro alla Scala nella storia e nell'arte, Milano 1964, I, pp. 390 s., 393, 396, 400 s., 405, 412, 418 s.; II, pp. 103, 114; V. Fraiese, Dal teatro Costanzi all'Opera, Roma 1978, II, pp. 150 s., 162 s.; IV, pp. 134, 136, 138-142, 144 s., 149 ss., 153 s., 213, 219; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, App., pp. 64 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 208.