ARDIZZI, Abramo (de Arditiis o Ardiciis)
Nacque a Vigevano da nobile famiglia, che nel XV e XVI secolo diede uomini illustri nelle armi e nella diplomazia: il padre, Cristoforo, e il fratello Antonio ebbero incarichi politici e nell'ammistrazione del ducato di Milano. Non si hanno notizie della sua giovinezza e dei suoi studi. Compare la prima volta nel luglio 1439 in qualità di " familiare" di Filippo M. Visconti, incaricato di far entrare il nobile Eusebío de Bulgaro in possesso del feudo di Casalvolvone. Il 9 settembre dell'anno successivo fu incaricato, in sostituzione del segretario ducale Simonino Ghilini, di provvedere al trasferimento della compagnia dì Cesare de Martinengo, da Borgo Lavezzaro e Cerebano a Galliate. In un elenco del personale della corte ducale del 10 nov. 1444 l'A. figura tra i "familiares equitantes".
Compì la prima missione diplomatica di impegno nel giugno del 1447, inviato dal duca presso il re di Francia per trattare la formazione di una lega e discutere le condizioni per un'eventuale accessione ad essa da parte dei marchesi di Saluzzo e di Monferrato e del duca di Savoia. Morto nell'agosto di quello stesso anno Filippo M. Visconti, l'A. si ritirò con tutta probabilità nella sua Vigevano, dove lo si ritrova l'anno dopo console della città, ma già in rapporti con Francesco Sforza, che il 4 genn. 1449 lo nominò suo commissario a ricevere il giuramento di fedeltà delle " città, terre, castelli, università, nobili e collegi sottoposti un tempo all'ubbidienza del passato duca di Milano " e a stipulare con loro patti e capitolazioni.
L'incarico gli fu affidato quasi certamente in occasione della missione compiuta a Pavia per la registrazione dei capitoli dell'accordo concordato a Novara tra lo Sforza e Vigevano il 25 dic. 1448. Nel marzo del 1450 l'A. fu promotore e latore di un dono fatto dai Vígevanesi a Francesco Sforza; il 27 di quello stesso mese fu presente a Milano all'ingresso del nuovo duca, come rappresentante, insieme al nipote Cristoforo, del Comune di Vigevano. Lo Sforza, attorno al quale si andava ricostituendo quasi in blocco la burocrazia già al servizio dei Visconti, continuò ad utilizzarlo in importanti missioni.
Nel 1453 fu inviato in Francia a sollecitare, con l'inviato fiorentino Angelo Acciaiuoli, l'alleanza di Renato d'Angiò con Milano e Firenze contro Venezia e il re di Napoli. Stipulato l'accordo, accompagnò l'Angiò nel suo viaggio in Italia, informando continuamente il duca - sul movimento del re - avvenuto via mare, sulle navi messe a disposizione dal doge Campofregoso - e del Delfino, che scendeva invece per la via delle Alpi. Il 18 sett. 1453 giungeva a Pavia, annunciando allo Sforza l'imminente arrivo del re Renato; il 27 era con lui a Milano, proseguendo poi per Mantova e Cremona, donde il 10 ottobre annunciava al duca che il re aveva dichiarato guerra ai Veneziani. Avendo questi di lì a poco deciso di ritornare in Francia, l'A. lo accompagnò ancora da Cremona a Piacenza, ove pose termine alla sua missione presso l'Angiò, che se ne ripartiva definitivamente dall'Italia. Il 15 febbr. 1454 venivano liquidate all'A. le spese sostenute nell'accompagnare il re: è in questo documento che l'A. figura per la prima volta come " segretario ducale".
Il 10 genn. 1456 fu nominato referendario di Alessandria, per due anni, a cominciare dal 10 dicembre successivo, con lo stipendio di 100 fiorini. Confermato nella carica per due anni il 10 dic. 1458, per altri due anni il 3 nov. 1460 e per un altr'anno ancora il 24 nov. 1462, dovette occuparsi di frenare le rivendicazioni di Guglielmo di Monferrato sulla città e assicurare la sicurezza dei confini dello Stato di Milano da quella parte strategicamente assai importante. Non si hanno, tuttavia, che notizie generiche sulla sua attività di questi anni, e dopo il 1463 non se ne sa fa più nulla.
È assolutamente destituita di fondamento la notizia data da qualche storico locale ch'egli sia stato vescovo di Senigallia; è bensì vero che insieme con il fratello Antonio fece restaurare a Vigevano vari edifici sacri e fondò la chiesa di S. Girolamo e di S. Maria Maddalena, per le quali ottenne da Eugenio IV l'indulgenza plenaria perpetua.
Fonti e Bibl.: Alcune lettere dell'A. degli anni 1456-1462, da Alessandria, sono nell'Arch. di Stato di Milano, Arch. Sforzesco, Alessandria, cart. 715. Sull'A. vedi: E. Sacchetti, Vigevano illustrato, Milano 1648, pp. 83 s.; P. G. Biffignandi Buccella, Memorie istoriche della città e contado di Vigevano, Vigevano 1810, pp. 116-118; E. Colombo, Re Renato alleato del duca Francesco Sforza contro i Veneziani (1453-1454), in Arch. stor. lombardo, XXI, I (1894), pp. 86, 92, 111, 113-135; 2, pp. 367. 370, 373 s., 383 s.; C. Barbieri, L'associazione religiosa dell'Immacolata Concezione in Vigevano, Mortara-Vigevano 1901, p. 14; A. Colombo, Vigevano e la Repubblica Ambrosiana nella lotta contro Francesco Sforza (agosto 1447-giugno 1449), in Bollett. d. soc. pavese di storia patria, II, 3-4 (1902), p. 317; III, 1 (1903), p. 4, 16, 30 s.; Annali di Alessandria di Girolamo Ghilini annotati documentati e continuati da Amilcare Bossola, a cura della Società di storia della provincia di Alessandria, II, Alessandria 1903, p. 16 (1 ediz., Milano 1666, p. 100); A. Colombo, Un dono de' Vigevanesi a Francesco Sforza (marzo 1450) in Arch. stor. lombardo, XXXI,1 (1904), pp. 99-104; Id., L'ingresso di Francesco Sforza in Milano e l'inizio dí un nuovo principato, ibid., XXXII, 4 (1905), p. 50; G. Vittani, Gli atti cancellereschi viscontei, I, Milano 1920, pp. XI, 30, 51, 87, 216, 233; 11, ibid. 1929, pp. 124 ss. (cfr. la recens. di A. Fossati, in Arch.'stor. lomb., LVIII, 3 11931], p. 373: Appen.); C. Santoro, Gli Uffici del Dominio sforzesco, Milano 1947, p. 530.