Filosofo marxista russo (Kaunas 1881 - Mosca 1963); fu più volte arrestato, finché (1903) lasciò la Russia recandosi a studiare filosofia a Berna. Tornato in Russia (1908), fece parte della corrente menscevica che abbandonò nel 1917, per entrare alcuni anni dopo (1928) nel partito comunista bolscevico. Concepisce la dialettica marxista come metodologia universale che deve servire da guida nell'indagine della società, del pensiero e in particolar modo della natura, così che la scienza può progredire solo unendosi alla filosofia dialettica (Vvedenie v filosofiju dialektičeskogo materializma "Introduzione alla filosofia del materialismo dialettico", 1916; Dialektika i estestvoznanie "Dialettica e scienze naturali", 1929; Lenin i krizis novejšej fiziki "L. e la crisi della fisica più recente", 1930; Filosofija i politika "Filosofia e politica", 1961). L'orientamento del D. fu accusato dal partito e in particolare da Stalin, nel 1931, di "idealismo menscevizzante" e il D. allontanato dalla direzione della rivista Pod znamenem marksizma ("Sotto il vessillo del marxismo").