PRÜFENING, Abbazia di
Monastero benedettino, od. chiesa parrocchiale di St. Georg, situato presso Ratisbona, nella Baviera, fondato dal vescovo di Bamberga Ottone I (1102-1139; Annales Pruveningenses; MGH. SS, XVII, 1861, p. 606).
P. fu a capo di una serie di monasteri appartenenti al vescovado di Bamberga, nella diocesi di Ratisbona, ed ebbe la funzione di 'avamposto' della riforma (Stein, 1987) alle porte della città di Ratisbona, fedele all'imperatore. Nell'agosto del 1114 il vescovo Ottone I chiamò da Lorsch un allievo di Guglielmo di Hirsau, Erminoldo di Hirsau (m. nel 1121; Vita Erminoldi abbatis Pruveningensis; MGH. SS, XII, 1856, p. 484), che introdusse nel monastero rigide costituzioni e nel 1117 fu nominato abate dal vescovo di Passau, Ulrico. La costruzione dell'abbazia sembra aver gravato sulle casse (propriis sumptibus) di Ottone I (Die Kunstdenkmäler, 1914, p. 166). Questi, insieme al vescovo di Ratisbona Artwico I (1105-1125), il 12 maggio 1119 celebrò la consacrazione della chiesa a s. Giorgio (Annales Pruveningenses; MGH. SS, XVII, 1861, p. 610), probabilmente volendo con ciò istituire un legame con il santo patrono del coro occidentale del duomo di Bamberga.Nel sec. 12° la chiesa e gli edifici abbaziali vennero portati a termine nel loro primo assetto: abside principale, cappelle laterali e transetto dovevano essere completati alla data della consacrazione; il corpo longitudinale dovette concludersi intorno al 1130. La chiesa, il primo importante edificio della 'scuola di Hirsau', era concepita come una basilica romanica a tre navate, divise da pilastri, provvista di transetto, al quale furono addossati un coro centrale e due laterali - quello meridionale fu provvisto di un'ulteriore cappella - terminanti a E con absidi semicircolari. All'epoca del successore di Erminoldo di Hirsau, Erbone I (1121-1162), P. conobbe un momento di grande crescita artistica e spirituale, diventando uno dei più importanti centri della riforma. A partire da questo momento i monaci di P. vennero chiamati come abati in altri monasteri - Banz, Asbach, Münchsmünster e Biburg in Germania; Göttweig nell'Austria Inferiore - che possono essere riuniti sotto il nome di gruppo di Prüfening. Si ha testimonianza anche dell'esistenza di rapporti tra l'abbazia e la Chiesa polacca, che ebbero esiti nell'ambito delle arti suntuarie, in particolare nella produzione dei manoscritti e dei calici dei grandi monasteri polacchi di Mogilno e di Trzmeszno (Skubiszewski, 1971; 1980; 1985a).Le pitture nella chiesa di P. (presbiterio, ridipinto nel 1897; cappelle laterali; pilastri dell'incrocio), iniziate dopo il 1125, una volta conclusasi la copertura a volta, presentano un programma ecclesiologico culminante nella personificazione della Maria-Ecclesia sulla volta del presbiterio. I monaci santi, i martiri e i profeti, disposti su registri sovrapposti, rappresentano la struttura spirituale della Chiesa, che, nella raffigurazione della teoria gelasiana delle due spade (pilastro nordorientale), deve essere interpretata come espressione della posizione politico-ecclesiastica assunta all'epoca dal partito riformatore di Hirsau, fedele al pontefice (Stein, 1987; Skubiszewski, 1988). L'elaborazione del programma si può far risalire all'opera di Botone di P., il Liber de domo Dei (ante 1152; Stein, 1987) e alla Commendatio pii Ottonis (Petersohn, 1988).Per quanto riguarda la decorazione di epoca medievale della chiesa, occorre ricordare, accanto alle pitture, il grande monumento funebre del beato Erminoldo di Hirsau, che in origine era stato sepolto davanti all'altare della Croce (Vita Erminoldi abbatis Pruveningensis; MGH. SS, XII, 1856, pp. 480-500), dove, a seguito dei lavori di restauro del 1886, il monumento è stato collocato nuovamente. Il sepolcro, in arenaria - con la figura del giacente quasi a tutto tondo, avvolta in un ricco panneggio e abbigliata con gli attributi dell'abate -, venne realizzato nell'ultimo quarto del Duecento dal Maestro di Erminoldo, che, secondo Schmidt (1957), si ispirò stilisticamente all'ambito renano settentrionale e a quello della scultura di Magonza, Parigi e Reims.Il declino di P. cominciò all'epoca dell'abate Artmanno (1206-1232).
L'importanza storico-artistica di P. risiede nella sua tradizione di miniatura romanica. Caratteristici per quest'arte sono la costante predilezione del disegno a penna e il concentrarsi della decorazione su manoscritti non liturgici, contenenti testi di alto livello teologico. I cicli illustrati costituiscono per se stessi unità anteposte ai testi: il Glossarium Salomonis, del 1158-1165 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13002), l'Hexaemeron di s. Ambrogio, del 1165-1170 ca. (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 14399) e il Dialogus de laudibus Sanctae Crucis, del 1170-1175 ca. (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 14159). Boeckler (1924) distinse nello stile delle iniziali sei gruppi, tra i quali è da ricordare particolarmente, accanto all'Eilolfus diaconus, identificabile con lo scriba Ailolfo attivo intorno al 1150 - individuato tra gli altri nei codici di Monaco (Bayer. Staatsbibl., Clm 13062; Clm 13098) -, un altro scriba, Witelo (o Widelo), operante tra il 1150 e il 1170 ca. (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13062; Clm 13036; Clm 13085).Dopo gli iniziali influssi dalla Svevia, che possono farsi risalire all'osservanza nei confronti di Hirsau (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13102; Clm 13032), tra il 1125 e il 1150 si delinearono nuove e più movimentate tipologie di racemi, derivanti da più antiche tradizioni bavaresi (Klemm, 1987). La seconda metà del secolo è caratterizzata da una standardizzazione delle iniziali a racemi, in ragione della predominanza di elementi fogliati di tradizione renana (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13061; Clm 13048; Clm 14048); inoltre si possono notare anche legami con la produzione miniaturistica di Salisburgo.I cataloghi della biblioteca di P. mostrano che tra l'antico registro, anteriore al 1165 (Monaco, Bayer. Hauptstaatsarch., Prüfening KL 2, cc. 9v-12v; Mittelalterliche Bibliothekskataloge, 1977, nr. 40), e il catalogo iniziato nel 1165 da Wolfger di P. (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13002, cc. 5v-6v; ivi, nr. 41), che offre una testimonianza del ricco patrimonio spirituale del monastero, la consistenza della biblioteca dovette accrescersi sensibilmente, in particolare riguardo al numero degli scritti in favore della riforma (Märtl, 1986).Nel corso del sec. 12° la miniatura di P. va vista in stretto rapporto con quella di St. Emmeram a Ratisbona, dove, sotto l'abate Bertoldo di Admont (1143-1149) e il suo successore Adalberto (1149-1177), era stata introdotta la riforma di Hirsau (Klemm, 1987). La produzione di codici miniati di P. ebbe inoltre un grande effetto a Salisburgo e nei monasteri riformati dell'Austria (Demus, 1974). Una parte delle iniziali e dei disegni della c.d. seconda Bibbia di St. Peter (Salisburgo, Stift St. Peter, Cod.a.XII 21-23), in origine assegnata all'abbazia benedettina di Tegernsee, può essere invece attribuita all'ambito di Ratisbona, sulla base degli influssi della bottega di P. all'epoca dell'abate Erbone I. Anche le iniziali del Graduale di Salisburgo (Stift St. Peter, Cod.a.IX 11) sono caratterizzate dallo stile della scuola di Ratisbona-Prüfening.Con Admont - il punto nodale della riforma nell'area austriaca (Schmitz, 1975) - P. intrattenne assidui contatti (Märtl, 1986). Confronti tra il patrimonio conservato e quello tramandato negli scritti attestano che nella seconda metà del sec. 12° dovettero esistere legami culturali tra P. e Göttweig. Gli scambi con Göttweig presero l'avvio per merito del professo Werner, proveniente da P. e più tardi abate a Göttweig (1150-1155). Il codice di Göttweig (Stiftsbibl., 49, c. 2r; Ratisbona sacra, 1989, nr. 74) nella raffigurazione dell'Ecclesia riprende, forse con il tramite di un altro manoscritto (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 16002, c. 39v), la tipologia degli affreschi delle coperture dell'abbaziale di Prüfening.L'Eneide di Heinrich von Veldeke (Berlino, Staatsbibl., Germ. 282), riccamente illustrata e probabilmente realizzata a Ratisbona intorno al 1220-1230 (Diemer, Diemer, 1992), attesta la comparsa in questa città di scriptoria laici. Al principio del sec. 13° P. e St. Emmeram persero la loro importanza. La compresenza di più stili (Diemer, Diemer, 1992) attesta molto di più un'incipiente discontinuità nel processo di sviluppo artistico. Lo stile elaborato a Ratisbona fu ripreso in altri monasteri della Baviera, tra cui Scheyern, dove, all'epoca dell'abate Corrado (1206-1225), è documentata una vivace attività di decorazione di manoscritti. Il capolavoro della miniatura duecentesca di P. è individuabile in una Legenda aurea, datata al 1282 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13029).
Bibl.:
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