violantiano
agg. Di Luciano Violante. ◆ Il presidente della Camera riprende il tema della «conciliazione» […] Le sue non sono proposte nuove, come sanno i lettori della «Stampa» su cui l’elogio violantiano della pacificazione è stato argomentato. (Pierluigi Battista, Stampa, 15 gennaio 2000, p. 5, Interno) • al deputato diessino [Giuseppe Giulietti] risponde solo il senatore di An Michele Bonatesta, membro della commissione di Vigilanza sulla Rai: «La sua sortita in stile violantiano si commenta da sola». (Claudia Voltattorni, Corriere della sera, 15 ottobre 2003, p. 2, In primo piano) • Perfino il raffinato diesse Luciano Violante sembra contagiato dal clima «parla come mangi»: «Dovendo trovare una quadra, come direbbe l’onorevole [Roberto] Calderoli...». Le telecamere intanto inquadrano impietose il suo compagno di partito, onorevole Roberto Barbieri, che, dimentico del discorso violantiano, prima si applica con pazienza agli sms e poi prende a sfogliare quello che sembra un depliant di viaggi. (Maria Latella, Corriere della sera, 16 ottobre 2004, p. 3, In primo piano).
Derivato dal nome proprio (Luciano) Violante con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Stampa del 28 ottobre 1996, p. 5, Interno (Francesco La Licata), usato come s. m.