violanteo
agg. Di Luciano Violante, esponente politico del centrosinistra. ◆ L’ironia violantea finisce in realtà per sfidare una politica che di Commissioni d’inchiesta – nominate, anche se spesso solo annunciate, minacciate, presentate e dimenticate – vive e si nutre così intensamente da rasentare il più informe e inedito paradosso. (Filippo Ceccarelli, Stampa, 24 maggio 2003, p. 3, Interno) • Allorché Luciano Violante ha accusato Silvio Berlusconi di aver reso piacevole la vita ai mafiosi, mi ha colpito che (su «Repubblica») Giorgio Napolitano si sia dato carico di muovere dei rilievi a quelle estemporanee dichiarazioni e che Dario Franceschini ne abbia, invece, assunto «la difesa». A quest’ultimo si è aggiunto, quasi a voler sottolineare la fedeltà della Margherita alle tesi violantee, lo scudiero prodiano Arturo Parisi. (Paolo Mieli, Corriere della sera, 29 ottobre 2003, p. 43, Commenti) • Gustavo Zagrebelsky, l’attuale presidente [della Consulta], e Guido Neppi Modona hanno trascorse e manifeste simpatie diessine, di impronta violantea. (Foglio, 20 febbraio 2004, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio (Luciano) Violante con l’aggiunta del suffisso -èo.
Già attestato nel Corriere della sera del 25 marzo 1996, p. 11.