uguale
(meno com. eguale, ant. equale) agg. e s. m. e f. [lat. aequalis, der. di aequus «uguale, piano, equo»]. – 1. agg. a. Che nella natura, o nell’aspetto, non differisce, non si discosta sostanzialmente da un altro oggetto, elemento, individuo: la tua automobile, salvo il colore, è proprio u. alla mia; sta per scoppiare un temporale u. a quello di ieri; vorrei una penna u. a questa; quel gattino è proprio u. alla madre; di più cose o persone che non differiscono tra loro: questi due libri sono u.; i tre disegni non sono perfettamente u. ma hanno solo poche differenze; seguito da compl. di limitazione: ragazzi u. di età, di carattere; con sfumatura pessimistica sottintesa: i ragazzi sono tutti u.: se li lasci soli, combinano sempre qualche guaio; i regimi dittatoriali sono tutti u.; rafforzato con paragone proverbiale: uguali come due gocce d’acqua. In musica, cori a voci u., i cori composti di voci omogenee: maschili, o femminili, o bianche. Riferito a sostantivi astratti, stesso, medesimo, identico: cravatte di colore u.; un tavolo di forma u., ma di legno diverso; le nostre forze sono u., si pareggiano; abbiamo tutti u. diritti e u. doveri, ciascuno ha gli stessi diritti e gli stessi doveri dell’altro. In una partita a scacchi si dice che il gioco è u. quando nessuno dei due giocatori ha un vantaggio sull’altro. b. Che è sempre lo stesso o mantiene lo stesso modo di comportarsi nonostante il mutare delle condizioni: la legge è u. per tutti; le condizioni che pongo sono u. per ognuno di voi; è un uomo sempre u. a sé stesso, coerente, lineare nelle sue azioni; con enfasi: in quell’occasione fu u., o pari, a sé stesso, fu all’altezza della propria fama, del proprio valore (quindi molto bravo, eccellente). c. Che resta sempre uniforme per tutto il tempo che dura o per tutto lo spazio che occupa: procedere con andatura u.; parlare con voce u. (fig., uno stile u., senza sbalzi, non discontinuo né ibrido); il cielo era coperto da una nuvolaglia scura, tutta uguale. d. Senza dislivelli o asperità, piano, liscio: pianura u.; una trave, un’asse u.; il rivestimento di vernice non è venuto tutto uguale. 2. agg. In matematica, due enti a e b si dicono uguali se sono la stessa cosa, cioè se coincidono, o, più in generale, se godono delle medesime proprietà in un certo contesto; si usa anche sostituire alla parola uguale il simbolo di uguaglianza = (segno di uguale o, assol., l’uguale). In partic., il termine è adoperato: a. In aritmetica, per introdurre il risultato di un’operazione, per es., essere u. a, avere il valore di, equivalere a: 4 più 3 è u. a 7; 42 per 15 è u. a 630 (molto spesso ellitticamente, senza il verbo: 5 per 7 u. a 35, o anche, più brevemente, u. 35). b. In algebra, per collegare fra loro i due membri sia di una identità sia di un’equazione; si dice anche che la soluzione di un’equazione è x u. a 5 per intendere che l’equazione (nell’incognita x) ammette il numero 5 come soluzione. c. In geometria, per indicare due figure sovrapponibili, cioè tali che esista un movimento rigido che porti l’una a coincidere con l’altra (nello stesso senso, si parla più propriam. di figure congruenti). d. In teoria degli insiemi, con riferimento a due insiemi che hanno gli stessi elementi, o a due funzioni che assumono, in ogni punto, lo stesso valore. e. Per definire il valore di una costante, o di una funzione: a2 è per definizione u. al prodotto di a con sé stesso. f. Per indicare un valore numerico approssimato di una certa quantità, dicendo che questa è u. approssimativamente a quel valore: per es., si scrive a =~ n, ovvero a ≈ n (da leggersi «a è uguale approssimativamente a n»), se n è un valore approssimato di a. 3. s. m. e f. Chi appartiene allo stesso rango sociale, chi si trova nella stessa posizione sociale; per lo più al plur.: è rispettoso coi superiori, cortese con gli u.; fra uguali ci si sente maggiormente a nostro agio. La cospirazione degli Eguali o di Babeuf, la congiura giacobina contro la reazione termidoriana scoperta nel 1796, e repressa con gravissime condanne, anche capitali, degli organizzatori, tra cui François-Noël Babeuf. In alcune espressioni enfatiche, chi ha lo stesso valore, lo stesso grado di abilità, di perizia e bravura, ecc.: un artista, un chirurgo che non ha l’u., che non trova uguali, ineguagliabile; la sua bravura è senza uguali. Con sign. neutro: se non vuoi andarci per me è u., è lo stesso, fa lo stesso, non ha importanza. 4. Come avv., in uguale misura: due ragazzi alti uguale (pop. alti uguali), di uguale altezza; se siete stanchi, anche noi siamo stanchi uguale, come voi. ◆ Avv. ugualménte (meno com. egualménte), in ugual modo, in uguale misura: tratta ugualmente il ricco e il povero; distribuì ugualmente tra i figli le sue ricchezze; in modo uniforme: la cera va spalmata ugualmente sul pavimento; anche riferito ad aggettivo: i due radiatori sono ugualmente caldi. Con valore avversativo-concessivo: gliene sono grata ugualmente (cioè, anche se non ha potuto, se non può favorirmi nelle mie richieste); vinceranno ugualmente (benché siano in condizioni di svantaggio, o non se lo meritino, ecc.).