trarre
(ant. tràere e tràggere) v. tr. [lat. trahĕre] (io traggo, tu trai [ant. traggi], egli trae [ant. tragge], noi traiamo [ant. traggiamo], voi traéte, essi tràggono; pres. cong. tragga, ... traiamo [ant. traggiamo], traiate [ant. traggiate], tràggano; imperat. trai [ant. traggi], traéte; fut. trarrò, ecc.; condiz. trarrèi, ecc.; pass. rem. trassi, traésti, ecc.; part. pass. tratto; le altre forme dal tema di traere, cioè: traévo, traéssi, traènte, traèndo). – 1. Muovere cosa o persona esercitando su di essa una forza di trazione; è voce dell’uso letter., cui corrispondono nell’uso com. tirare o altri verbi (trascinare, cavare, togliere, ecc.), secondo le varie caratteristiche del moto. a. Come equivalente di tirare in senso proprio: Di Cinzia il cocchio aurato Le cerve un dì traevano (Foscolo); trarre la seta, filarla; trarre a sé, tirare a sé: Com’ei parlava, e Sordello a sé il trasse (Dante). b. Trascinare le gambe o parti del corpo, con movimento stentato e faticoso: traendo poi l’antiquo fianco Per l’estreme giornate di sua vita (Petrarca); traendo i tremuli ginocchi Stupidamente per la muta stanza (Leopardi). c. Riferito al tempo, a un periodo o momento della vita, trascorrerlo, passarlo: a gli amici Boschi tornando, ho tratto i dì felici (T. Tasso); Così quegl’ineffabili Giorni, o mio cor, traevi (Leopardi). Talvolta vuole esprimere lo stento, la fatica del vivere, con sign. affine, ma attenuato e meno pesante, a quello di trascinare (in espressioni come trascinare la vita): La Madre or sol suo dì tardo traendo (Foscolo). 2. a. Condurre, portare una persona o una cosa da un luogo a un altro (per lo più con l’idea che ciò avvenga a forza, per costrizione, o comunque in modo non naturale e spontaneo): nove o dieci sbirri sedevano a farci guardia, e noi, passeggiando, aspettavamo l’istante d’esser tratti in piazza (Pellico); il relitto della nave fu tratto in porto da due rimorchiatori; t. una barca a terra, o a riva, con l’argano. Frequente il rifl., soprattutto in espressioni come trarsi in disparte, trarsi indietro, ecc. (più com. tirarsi in disparte, indietro, ecc.): con enfiate labbra Si trasse avanti al capitano e disse (T. Tasso). b. Portare da uno stato, da una condizione, in uno stato o in una condizione diversi: t. a salvamento una persona; t. a compimento un’opera; l’infelice fu tratto a morte; frequente, anche nell’uso com., l’espressione t. in inganno (fu tratto in inganno da una notizia falsa; per meglio trarlo in inganno si finse straniero). Nell’uso ant., usare o assumere una parola, una frase in un significato diverso: Perch’io traeva la parola tronca Forse a peggior sentenzia che non tenne (Dante). c. Indurre, spingere a fare qualche cosa: quel che mi trasse ad amar prima (Petrarca); in questo senso il verbo era d’uso abbastanza frequente, spec. in passato, anche nel linguaggio com., soprattutto nel participio passato e nei tempi composti con esso: da alcuni indizî fui tratto a dubitare della sua fedeltà; dall’esempio del padre fu tratto agli studî umanistici; essere tratto dall’amore, dall’odio, dal desiderio di tranquillità, dall’ambizione. In usi ant., nel rifl. trarsi, indursi a fare qualche cosa, volgersi, indirizzarsi a un’attività: perch’egli alla nobiltà del padre e non alla mercatantia si traesse, non l’aveva il padre voluto mettere a alcun fondaco (Boccaccio). 3. a. letter. Condurre, portare via, con un compl. di moto da luogo introdotto dalla prep. da (nell’uso ant. anche di): io sarò tua guida E trarrotti di qui per luogo etterno (Dante); Per trar di macchia la bestia crucciosa (Poliziano). Più com. in usi fig., togliere da una data situazione, sottrarre, liberare: t. un amico dai pasticci, da un grave rischio; e nel rifl.: trarsi fuori dalle difficoltà, da una posizione difficile; è abbastanza abile per trarsi d’impaccio da solo; non facil parmi Ch’io possa mai di tanto obligo trarmi (Ariosto), mi possa cioè sdebitare. b. letter. Estrarre, cavare, tirare fuori da un recipiente, da un rivestimento o da qualcos’altro che contiene e protegge: Sì come quando Marsïa traesti De la vagina de le membra sue (Dante); Del foder trasse fuor la fida spada (Poliziano); e assol.: Sospirò dal profondo, e ’l ferro trasse (T. Tasso); strappare: facevan le donne sì gran risa, che tutti i denti si sarebbero loro potuti trarre (Boccaccio). Abbastanza ricorrente, anche nell’uso com., l’espressione t. a sorte, nel senso di tirare a sorte, estrarre a sorte. c. Estrarre, nel sign. di ricavare, derivare: le api traggono il miele dai fiori; in origine il fuoco si traeva dalla selce; ricchezze che si traggono dal sottosuolo; dalle foglie si trae un olio essenziale. Frequente soprattutto in usi fig.: aveva scritto un racconto, poi ne ha tratto una commedia; la trama del film è tratta da un famoso romanzo; la notizia è stata tratta dai giornali; è un contesto dal quale non riesco a t. un senso qualsiasi; t. esempio da qualcuno, prenderlo a modello; t. diletto, soddisfazione, vantaggio, lucro, guadagno da qualche cosa; t. partito (v. partito2, n. 1 a); ove speme di gloria agli animosi Intelletti rifulga ed all’Italia, Quindi trarrem gli auspicj (Foscolo); in partic., di cosa che si ricava da altra per mezzo di ragionamento: a voi trarne le conseguenze, o la morale; quali conclusioni vorresti trarre? d. ant. Riscuotere rendite e proventi, ritirare depositi. e. ant. Cavare, togliere di dosso: tre giovani traggono le brache a un giudice marchigiano (Boccaccio); e analogam., come azione riflessiva: si trasse i calzoni, la camicia. f. letter. Tirare fuori, nel senso di emettere, fare uscire, spec. voci o suoni: nell’udire quella notizia trasse un sospiro di soddisfazione; con uso più ampio nella lingua ant.: Io sentia d’ogne parte trarre guai (Dante); i più gravi Sospiri, che del cor profondo tragge Quella ch’al ciel se ne portò le chiavi (Petrarca), i sospiri che Laura fa uscire dal cuore del poeta; un scudier pallido in volto, Che potea a pena trar del petto il fiato (Ariosto). Con immagine simile, ma con un sign. che include anche quello di iniziare, introdurre, nella domanda di Bonagiunta al poeta (Purg. XXIV, 49-51): dì s’i’ veggio qui colui che fore Trasse le nove rime, cominciando «Donne ch’avete intelletto d’amore» (Dante). 4. a. Detrarre: tràttene le spese, il guadagno è minimo; o escludere, eccettuare, significato, quest’ultimo, a cui si riconnette l’uso prepositivo di tranne (v.), che deriva da tràine; come equivalente di «tranne» si è usato talvolta tràttone, anche riferito a un plur.: Giove non gli consente di compiacerli, trattone alcuni pochi (Leopardi). b. ant. Distogliere, trattenere dal fare qualche cosa; anche nel rifl.: Infino al fiume del parlar mi trassi (Dante). c. Come sinon. ant. o letter. di tirare, col sign. di scagliare, gettare lontano, o in genere colpire con un’arma o altrimenti: Ancora era quel popol di lontano ... Quanto un buon gittator trarria con mano (Dante); Per questo mai di punta non gli trasse (Ariosto), non cercò di colpirlo di punta; in partic., t. calci, tirarli, detto soprattutto dell’asino e del mulo, anche con uso assol.: il qual mulo ... cominciò a trarre e a tempestare (Sacchetti). Il verbo si sentiva o si leggeva, spec. in passato, in espressioni come lontano quanto un trar d’arco, quanto un trar di schioppo, per indicare approssimativamente una determinata distanza (più spesso oggi a un tiro d’arco, di schioppo); e nella frase il dado è tratto, che traduce il lat. alea iacta est (v.). 5. Nel linguaggio giur., comm. e banc., t. una cambiale, emetterla; è com. soprattutto nelle forme del part. pres. (v. traente) e nel part. pass., sostantivato al femm. 6. intr. (aus. avere), ant. a. Recarsi, accorrere in un luogo, detto soprattutto di più persone insieme: come a messagger che porta ulivo Tragge la gente per udir novelle (Dante); come il popolo sente sonare, ognuno trae (Sacchetti). Con la particella pron., sempre come intr., trarsi: tu passasti ’l punto Al qual si traggon d’ogne parte i pesi (Dante); per usi analoghi del rifl., v. sopra, al n. 2 a. b. Soffiare, spirare, del vento: essendo quel vento che traeva tramontana (Boccaccio). ◆ Part. pres. traènte, anche come agg. e s. m. e f. con sign. partic. (v. la voce ). ◆ Part. pass. tratto, anche come agg.; in partic.: spada tratta, sguainata, nell’espressione difendere, difendersi a spada tratta, anche in senso fig. (v. spada, n. 1 a); cambiale tratta (v. tratta, n. 4).