titanio2
titànio2 s. m. [lat. scient. Titanium, nome (tratto da quello dei Titani figli di Urano e di Gea) attribuitogli nel 1795 dal chimico ted. M. H. Klaproth che l’aveva scoperto nel 1789]. – 1. Elemento chimico di simbolo Ti, peso atomico 47,88, numero atomico 22, del quarto gruppo del sistema periodico, generalm. tetravalente, di aspetto metallico simile all’acciaio, molto diffuso nella crosta terrestre sotto forma di minerali (rutilo, ilmenite, titanite, ecc.) dispersi in numerose rocce. Largo impiego, soprattutto nelle costruzioni aeronautiche, trovano alcune leghe di titanio (con alluminio e vanadio, con alluminio e molibdeno, ecc.) caratterizzate da eccellenti proprietà meccaniche anche alle elevate temperature, oltreché da basse densità; per l’elevata resistenza alla corrosione il titanio si usa anche nell’industria chimica (in apparecchiature per la produzione del cloro, per l’industria della carta, per la fabbricazione di anodi, per impianti di dissalazione, ecc.), e, in chirurgia, come materiale impiantabile (per es., nelle protesi dell’anca). In relazione alla proprietà del titanio di adsorbire reversibilmente idrogeno, ossigeno, azoto, si usano in siderurgia ferroleghe del titanio per fissare i gas presenti nei bagni. Tra i suoi composti organici, i più importanti sono: il diossido di t., usato come pigmento (bianco di t.) nell’industria dei colori, vernici e lacche, nella patinatura della carta, nell’industria della gomma e della ceramica e per usi dermatologici; il tetracloruro di t., liquido usato nella preparazione di composti del titanio, nell’industria vetraria, e con ammoniaca, di cortine e scie fumogene. 2. In astronomia, stelle all’ossido di t., denominazione delle stelle giganti e nane, fra cui molte variabili (per es. Mira Ceti), appartenenti alla classe spettrale M.