tegame
s. m. [dal gr. τηγάνιον (dim. di τήγανον, var. di τάγηνον «padella, tegame»), con mutamento di suffisso]. – Recipiente da cucina, rotondo, a fondo piatto con sponde non molto alte (dritte o un poco svasate), con un solo manico sporgente e allungato o con due manici ad ansa, di acciaio inossidabile, di rame, di ferro smaltato, di alluminio, o, anche, di sostanza pirofila; si usa per cuocere carni, verdure, frittate, o per cottura rapida di altre vivande: fare una frittata nel t. (e per indicare il modo della cottura: agnello nel t., o, più com. nell’uso, al tegame). Per metonimia, quanto è contenuto in un tegame: s’è mangiato un t. di fagioli all’uccelletto. ◆ Dim. tegamino (v.), non com. tegamina f. (più grande e a orli più bassi); accr. tegamóne; pegg. tegamàccio.