stare [lat. stare, da una radice indoeuropea] (pres. indic. sto /stɔ/ [radd. sint.], stai, sta [radd. sint.], stiamo, state, stanno; pres. cong. stia [poet. ant. stèa], stia [poet. ant. stie], stia [poet. ant. stèa o stie], stiamo, stiate, stìano [poet. ant. stèano]; imperat. stai o sta' [senza radd. sint.] o sta [con radd. sint.], state; fut. indic. starò, ecc.; pres. condiz. starèi, ecc.; imperf. cong. stéssi, ecc.; pass. rem. stètti [ant. stéi, stièi; pop. stièdi], stésti, stètte [ant. o pop. stè, stiè; pop. stiède], stémmo, stéste, stèttero [ant. stèttono, stérono, stièrono]; part. pass. stato). - ■ v. intr. (aus. essere) 1. (non com.) [cessare il proprio movimento rimanendo immobile: l'uomo né per star né per fuggire, Al suo fisso destin può contradire (L. Ariosto); Qual masso che dal vertice ... Precipitando a valle, Batte sul fondo e sta (A. Manzoni)] ≈ arrestarsi, bloccarsi, (lett.) dimorare, fermarsi, (lett.) ristare. ↔ muoversi, spostarsi. ● Espressioni: lasciare stare → □. 2. [di persona, fare sosta in un luogo per un periodo di tempo, anche con le prep. a, in: vado a far visita a un amico, ma ci starò poco; s. in casa; ora sta a Roma, ma tornerà presto] ≈ essere, fermarsi, permanere, restare, rimanere, sostare, trattenersi, trovarsi. ↔ allontanarsi (da), andare via (da), partire (da). 3. [di persona, essere presente per dimostrare disponibilità e sim., anche nella forma fam. starci: starò io con te; ci sto io per aiutarti] ≈ esserci, restare, rimanere. 4. [avere la propria sede o dimora in un luogo e sim., con le prep. a, in, anche nell'espressione stare di casa: ora sto (di casa) a Torino; s. a pensione presso una famiglia; stiamo sei mesi in città e sei in campagna] ≈ abitare, alloggiare, (lett.) dimorare, risiedere, vivere, [con altre persone] convivere. ● Espressioni: stare di casa → □. 5. [di oggetto, edificio e sim., avere ubicazione, anche con le prep. in, su: il libro sta sullo scaffale in alto; la villa sta in cima a un colle, sulle rive del lago] ≈ essere, situarsi, trovarsi, ubicarsi. 6. [essere contenuto in uno spazio, più spesso nella forma starci] ≈ [→ STARCI (5)]. 7. [essere strutturato, risultare, anche con la prep. in: la difficoltà sta tutta qui] ≈ consistere, constare, fondarsi (su), risiedere. 8. [essere in relazione o in funzione di qualcosa, con la prep. in o più spesso a: sta in me; sta a te decidere] ≈ competere (a), dipendere (da), spettare (a), toccare (a). 9. [essere in un certo stato, detto di una persona o di una cosa, anche con la prep. in: s. in buone condizioni; dimmi le cose come stanno] ≈ apparire, essere, mostrarsi, presentarsi, trovarsi, versare. ● Espressioni: fatto sta (o sta di fatto) che → □. 10. [permanere in un dato luogo o stato oppure in una determinata condizione psico-fisica, anche fig.: s. in piedi; s. comodo, a disagio; s. alla porta, in casa; s. al buio, con la luce accesa; s. a finestre chiuse; s. in fila; s. in disparte] ≈ essere, sentirsi, trovarsi. ● Espressioni: fig., sta bene → □; fig., stare a cuore (a qualcuno) [essere caro per qualcuno: è una cosa che mi sta a cuore; la tua promozione sta a cuore al direttore] ≈ importare, interessare, premere; fig., fam., stare addosso (o sopra) (a qualcuno) [fare insistenti pressioni su qualcuno per cercare di ottenere qualcosa: s. addosso (o sopra) ai propri creditori] ≈ incalzare (ø), (lett.) instare (ø), (gerg.) marcare stretto (ø), pressare (ø), (fam.) tampinare (ø). ↑ assillare (ø); stare a galla 1. [di oggetto e sim., non andare a fondo se immerso in un liquido] ≈ galleggiare. ↔ affondare. 2. (fig.) [fare quanto basta per fare fronte agli impegni, riuscire a salvarsi da una situazione difficile e sim.: malgrado i debiti è riuscito a s. a galla] ≈ barcamenarsi, (fam.) cavarsela, difendersi, (fam.) farcela, (fam.) scamparla, (fam.) sfangarla, sopravvivere, (fam.) tirare avanti; stare alla larga (da qualcuno o qualcosa) [cercare di non avvicinarsi a qualcuno o a qualcosa perché dannoso o fastidioso: s. alla larga dalle cattive compagnie; cerca di stare alla larga dai guai] ≈ aggirare (ø), evitare (ø), (fam.) girare alla larga (o al largo), scansare (ø), sfuggire (ø); fig., stare all'erta (o in guardia o sul chi vive o, fam., in campana) → □; fig., fam., stare appresso (o dietro) (a qualcuno o qualcosa) 1. [nutrire un interesse amoroso per qualcuno: s. dietro a una compagna di scuola] ≈ corteggiare (ø), (fam.) fare il filo (o la corte). 2. [avere cura di qualcuno: s. appresso ai bambini] ≈ accudire (ø), badare. 3. [prodigarsi con zelo per qualcosa: s. dietro a una pratica, a un affare] ≈ curare (ø), seguire (ø). 4. [fare insistenti pressioni su qualcuno per cercare di ottenere qualcosa: s. dietro al capo per una promozione] ≈ (non com.) corteggiare; stare attento [essere prudente e vigile per evitare errori, anche con la prep. a: stai attento a non sbagliare] ≈ badare; fig., fam., stare fresco → □; fig., fam., stare in piedi [di ragionamento, teoria e sim., essere coerente, spec. in espressioni negative: il tuo discorso non sta in piedi] ≈ reggere, sussistere, tenere. ↔ (fam.) fare acqua (da tutte le parti); fig., fam., stare su → □; fig., stare sulle spine → □. 11. [condividere e approvare le opinioni e le azioni di qualcuno, con le prep. da, con, per: tu stai per l'Inter o per il Milan?; state con me o contro di me?; ma tu da che parte stai?] ≈ essere (per), (fam.) fare il tifo (per), parteggiare (per), propendere (per), sostenere (ø), tenere (per). ↔ avversare (ø). 12. [con riferimento alle condizioni economiche, di salute e sim., essere in una certa condizione: come stai?; è uno che sta bene] ≈ (fam.) passarsela. 13. [osservare il rispetto di una norma, non discostarsi dalla realtà di quanto è accaduto e sim., con la prep. a: s. ai fatti, alle regole] ≈ attenersi, osservare (ø), rispettare (ø). ↔ contravvenire, trasgredire (ø), violare (ø). 14. [di indumento, abito e sim., adattarsi alle misure di una persona: ti stanno le mie scarpe?; questa giacca ti sta a pennello] ≈ andare, calzare. 15. (matem.) [essere contenuto in un certo numero] ≈ [→ STARCI (4)]. 16. (fam.) [avere un determinato prezzo, riferito a qualcosa da acquistare, con la prep. a: a quanto sta ora il grano?] ≈ costare (ø), (fam.) venire (ø). 17. [avere luogo, riferito al tempo, con la prep. a: stiamo già a Pasqua] ≈ essere, trovarsi. ● Espressioni: non com., stare poco (o molto o tanto) [metterci più o meno tempo a fare o succedere qualcosa, con la prep. a e l'inf.: starà poco a piovere] ≈ mancare poco (o molto o tanto), (fam.) volerci poco (o molto o tanto). ■ starci v. intr. (aus. essere), fam. 1. [dare il proprio consenso, la propria disponibilità o adesione a un'iniziativa e sim.: gli ho offerto di collaborare con me, e pare che lui ci stia] ≈ accettare, acconsentire, aderire, (non com.) consentire. ‖ contribuire, partecipare. ↔ (fam.) chiamarsi fuori, dissociarsi. 2. [non avere nessuna reazione: gliene combina di tutti i colori, e quello sciocco ci sta!] ↔ ribellarsi, reagire. 3. [di donna o uomo, essere disponibile a un rapporto amoroso: lui la corteggia, ma lei non ci sta] ≈ ricambiare. 4. (matem.) [essere contenuto in un certo numero: il 3 nel 9 ci sta tre volte] ≈ entrare, stare. 5. [essere contenuto in uno spazio: nella mia valigia ci sta tutto] ≈ (fam.) andarci, (fam.) entrarci, stare. ● Espressioni: fig., fam., starci dentro → □. 6. a. [avere luogo in un dato posto, essere disponibile, anche fig.: lì ci sta una fontana; non ci sta altra soluzione] ≈ esistere, esserci, trovarsi. b. [trovare posto sufficiente per collocarsi: qui il tavolo non ci sta] ≈ (fam.) andarci, (fam.) entrarci. 7. [di spazio o distanza, interporsi: da qui al paese ci stanno almeno sei chilometri] ≈ correre, distare, esserci, frapporsi, intercorrere, (fam.) passarci. ■ starsene (meno com. starsi) v. pron. assol. [permanere nell'immobilità in un luogo o in una condizione: se ne stava tutto solo; statevene lì tranquilli] ≈ rimanere, restare, stare. ● Espressioni: fig., fam., starsene con le mani in mano → □. □ fatto sta (o sta di fatto) che [con valore di locuz. cong., seguita dalla citazione di un fatto reale, in appoggio o in contrasto a un'affermazione generica: dite quel che volete, fatto sta che le cose vanno di male in peggio] ≈ a dire la verità (o il vero), fatto si è che, (lett.) per vero dire. ‖ comunque, intanto. □ lasciare stare 1. [decidere di non fare qualcosa, con uso assol.: la sua proposta non convinse, ed egli lasciò s.] ≈ desistere, (fam.) mollare, rinunciare. ↔ resistere, (fam.) tenere duro. 2. [non soffermarsi su questioni o argomenti ritenuti d'interesse secondario, troppo difficili o scabrosi, con uso assol.: il discorso sarebbe lungo, lasciamo s.!] ≈ glissare, lasciare correre, soprassedere, sorvolare, tralasciare. 3. [riferito a persona, lasciare tranquillo: sono stanco, lasciami stare!] ≈ lasciare in pace, lasciare solo. ↔ disturbare, infastidire, molestare, tormentare. □ sta bene [con valore affermativo, per indicare consenso o approvazione: allora sta bene, passo a prenderti alle nove] ≈ d'accordo, okay, va bene. □ starci dentro [con riguardo a vendite, impiego di capitali e sim., far quadrare i conti: quest'anno abbiamo avuto un forte calo di clienti e ci staremo dentro appena] ≈ (fam.) rientrarci. □ stare all'erta (o in guardia o sul chi vive o, fam., in campana) [mantenersi in un atteggiamento di attenzione e difesa: stai all'erta, da un momento all'altro arriveranno i padroni] ≈ vigilare. □ stare di casa ≈ abitare, vivere. □ stare fresco [nutrire vane speranze, spesso sulla base di una errata interpretazione della realtà: se pensi che ti richiamerà stai fresco] ≈ illudersi, ingannarsi. □ stare su [non cedere allo sconforto: cerca di s. su] ≈ farsi animo (o coraggio o forza). ↔ abbattersi, avvilirsi, (fam.) buttarsi giù, demoralizzarsi, lasciarsi andare. □ stare sulle spine [essere in grande ansia o apprensione: è stato sulle spine fino alla fine dell'esame] ≈ affliggersi, angosciarsi, angustiarsi, stare col fiato sospeso. ↑ tormentarsi, torturarsi. ↓ crucciarsi, preoccuparsi, (fam.) stare in pensiero. ↔ distendersi, rasserenarsi, rilassarsi. □ starsene con le mani in mano [rimanere inerte, senza far nulla: se ne sta tutto il giorno con le mani in mano] ≈ (ant.) badaluccare, gingillarsi, (fam.) girarsi i pollici, (fam.) grattarsi la pancia, oziare, poltrire, trastullarsi. [⍈ ESSERE]
stare. Finestra di approfondimento
Stare fermo - Il sign. fondamentale di s., tra i verbi più com. dell’ital., è connesso con i concetti di «permanenza» e di «immobilità», e si contrappone dunque a vari verbi di moto quali andare, camminare, partire ecc. In effetti, l’etimo di s. proviene da un’antichissima radice indoeuropea col valore di «arrestarsi», che si ritrova anche in verbi quali assistere, consistere, esistere, resistere, restare, sostare, stanziare, sussistere e in sost. quali costanza, sostanza, stabile, stasi, stato, statua, stazione, esprimenti tutti concetti affini all’«immobilità». Ma il sign. originario non si è mantenuto, se non in usi letterari o gergali di stare. Tra questi ultimi, si ricordi l’espressione sto che, in alcuni giochi di carte (per es. poker o sette e mezzo), annuncia la rinuncia del giocatore ad avere altre carte (possibile anche in altre persone e modi verbali: carta o stai?, chiesto dal mazziere a un giocatore). Nell’uso lett., numerose sono le attestazioni di s. nel senso di «stare fermo», «stare in piedi», «cessare» e sim.: appena al piano il motore li tradì, subito dopo il ponte sternutì, sobbalzò e stette, irrimediabilmente (B. Fenoglio); da i monti al mar, la bianca turba, eretta / in su le tombe guarda, attende e sta (G. Carducci); ma sta’! Folle desio dove mi spigni? (L. Magalotti). Un sign. frequente di s., affine a «stare fermo», è quello di «fare sosta in un luogo». A differenza di altri sign., qui s. è appropriato a tutti i registri e non è considerato troppo fam.: quanto starai fuori?. Sinon. com. di s. sono essere,fermarsi,restare e rimanere. Essere è il v. più generale e quindi anche quello dal sign. più attenuato, più adatto a esprimere l’idea del trovarsi in un luogo che quella della permanenza: tra un mese sarò a Londra per una settimana. Naturalmente, al part. pass. è impossibile distinguere tra essere e s.: sono stato in Giappone. Restare e rimanere sottolineano l’idea del non spostarsi (o del non essere portati altrove), del non lasciare qualcuno e sim., mentre fermarsi quella della permanenza: restai con lei tutta la notte; mi è rimasta accanto; debbo fermarmi a Milano per due mesi. Inoltre, fermarsi, in questo sign., è riferito quasi esclusivam. a sogg. animati, a differenza degli altri verbi: la macchina è restata dal meccanico una settimana; il pacco è rimasto due giorni all’ufficio postale. Permanere,sostare e trattenersi sono più formali (soprattutto il primo) e possono riferirsi soltanto a sogg. animati (con qualche eccezione per permanere: permangono ancora alcune perplessità): sostammo a Beirut qualche ora; ci siamo trattenuti a lungo a parlare con mio nonno.
Stare ed essere - Essere è spesso sostituito da s. (che è considerato più fam.) quando si riferisce alla permanenza in un luogo inteso come abitazione (abituale o occasionale), e ha come sinon. più appropriati abitare e vivere: siamo in cinque in un appartamento molto piccolo; mio fratello sta con noi da un mese; la Scena si rappresenta in Venezia, in casa di Anzoletto, e in casa di Checca che abita al secondo piano (C. Goldoni); sua madre vive al piano di sotto. Dimorare è oggi non com. e lett. (nelle sei o sette settimane ch’io dimorai a Pisa, ideai e distesi a dirittura in sufficiente prosa toscana la tragedia d’Antigone [V. Alfieri]), mentre risiedere è talora burocr. e artefatto (dove risiede abitualmente?), ma può anche avere sign. fig., come sinon. più formale di essere e s.: la vera contentezza risiede nel volere di Dio (G. Faldella). Alloggiare è formale, ma è abbastanza com. se è riferito ad abitazioni momentanee, per es. in alberghi: dove alloggi quando sei in vacanza? Analogo, ma più formale, è soggiornare, sempre per residenze temporanee e per lo più a pagamento: soggiornammo per tre notti in un magnifico albergo. Nel sign. di abitare,s. è fam. anche nell’espressione s. di casa: dove stai di casa?
Stare e trovarsi - Un altro sign. assai frequente di s. è quello di «essere collocato». Anche in questo caso s. si alterna soprattutto con essere, che, comunque, è avvertito dai parlanti come verbo più appropriato e meno fam., spec. se riferito a un oggetto o a un luogo: le chiavi sono nella borsa; il vaso è sul tavolo; il mio paese sta in alta montagna; le scarpe stanno ancora nella scatola. L’uso di s. al posto di essere è frequente soprattutto nell’ital. centro-merid., dove viene talora impiegato, almeno nelle varietà meno sorvegliate, anche per indicare il permanere in una determinata condizione psico-fisica: oggi sto proprio arrabbiato e sim. (v. scheda essere). L’ital. standard ammette l’uso di s., in questo sign., soltanto nelle espressioni s. bene o male (che cos’hai, non stai bene?), peraltro sostituibili dai più formali sentirsi bene o male o, soltanto per lo star male, essere ammalato o malato (che è intens.). Per quanto riguarda gli altri sinon., nel sign. di «essere collocato» un verbo assai com. (anche se più formale di s. e di essere) è trovarsi, per tutti gli usi: la nostra casa si trova a due chilometri da qui; il divano si trova davanti alla finestra. Trovarsi è oggi molto com. anche in riferimento a persone: dove ti trovi?; dove posso trovarti oggi pomeriggio? Situarsi e ubicarsi sono più formali e burocr. e sono adatti soltanto per luoghi (anche fig.): il suo intervento si situa in un punto nevralgico delle nostre problematiche; l’appartamento si ubica sul lato ovest dello stabile. Per quanto riguarda il sign. di «permanere in un determinato stato o condizione psico-fisica», oltre a sentirsi (che si alterna con s. nei già commentati s. bene o male ma che è molto più appropriato di s. e si alterna con essere in tutti gli altri casi: sentirsi allegro, triste, fortunato, arrabbiato ecc.) si può avere, soltanto in alcuni contesti, trovarsi: trovarsi in difficoltà, in cattive condizioni,a disagio. In molte espressioni ormai cristallizzate, invece, s. è di fatto l’unica alternativa possibile (se non si vuole riformulare l’intera espressione): s. in piedi, addosso, a galla, alla larga, attento, appresso e tutte le altre cit. sotto il lemma stare.
Altri usi - Nell’uso fam., s. indica «avere una relazione più o meno stabile»: lo sai che Mario sta con Ada? I sinon. sono tutti più specifici: essere fidanzato, essere sposato, essersi messo, convivere. Anche l’espressione avere una relazione è considerata più marcata, in quanto suggerisce l’idea della breve durata del rapporto, ancora più accentuata con farsela o intendersela: Gloria se la fa con mio fratello. Data l’estrema genericità e frequenza di s., e come è avvenuto per altri verbi di stato o di moto (essere, andare, venire), s. si è grammaticalizzato, vale a dire che viene usato anche con valore quasi di ausiliare in varie espressioni. In primo luogo, seguito da un gerundio, s. indica l’imminenza o la progressività dell’azione: Marco sta arrivando da un momento all’altro (possibile anche con s. seguito da per e l’infinito: sta per arrivare); sto studiando da due ore. Inoltre, è coinvolto in talune espressioni con a e l’inf. di alcuni verbi, in cui esprime un invito o un ordine (stammi bene a sentire), un dubbio o una probabilità (sta’ a vedere che arriva tardi anche oggi; staremo a vedere se gli riesce di farla franca) o in altri usi (e ora non starmi a dire che non ti avevo avvertito; sta tutto il giorno a guardare la televisione).