spolvero
spólvero s. m. [der. di spolverare]. – 1. non com. L’azione, il lavoro di spolverare, cioè di liberare dalla polvere: lo s. della stanza porta via molto tempo; stracci da spolvero. 2. a. L’operazione di cospargere con una sostanza in polvere molto fina: rifinire una torta con lo s. di cacao. b. Con valore concr., la sostanza stessa in polvere che si cosparge o, con altra accezione, quella che si solleva: decorare una torta con canditi disposti sullo s. di zucchero vanigliato; il mugnaio può consolarsi col frastuono delle macine e con lo s. che vola per aria e lo veste di farina (Pirandello). c. fig. Cognizione superficiale, infarinatura: avere uno s. di cultura (non com., una cultura di spolvero); ant., cose di spolvero, cose d’apparenza. d. Nel linguaggio giornalistico, in grande s., in gran forma: l’attrice si è presentata in grande spolvero. 3. Tecnica, detta anche poncif, adoperata per riprodurre su una superficie (per es., una parete muraria da decorare o affrescare, una stoffa da ricamare) un disegno precedentemente preparato su un foglio di carta; dopo avere perforato il contorno del disegno stesso si applica il foglio sulla superficie e si batte su di esso con un sacchetto (chiamato anch’esso spolvero) pieno di nerofumo o di altra sostanza colorante in polvere, così da ottenere una serie di punti colorati corrispondenti alle linee dell’originale.