spolverare
v. tr. [der. di polvere, col pref. s- (nel sign. 4 e, rispettivam., nel sign. 5)] (io spólvero, ecc.). – 1. a. Pulire dalla polvere, liberare qualcosa dalla polvere che la copre: s. i mobili, un tavolo; s. i libri, i soprammobili; per estens.: s. la stanza; con uso assol., togliere la polvere: vado in salotto a spolverare. In senso fig., iron., s. le spalle, il groppone, la schiena a qualcuno, bastonarlo, dargli un sacco di botte. In conceria, macchina a s., la macchina con la quale si effettua la spolveratura delle pelli: può essere a spazzole rotanti oppure ad aspirazione; quest’ultima, più moderna, è dotata di ugelli, che indirizzano sulla pelle un forte getto d’aria compressa, e di altre aperture, circondanti gli ugelli stessi, che provvedono ad aspirare la polvere. b. fig., non com. Portare via tutto, consumare, finire completamente, con riferimento sia al rubare (mentre era in vacanza i ladri gli hanno spolverato l’appartamento), sia allo spendere sconsideratamente (in pochi mesi ha spolverato tutta l’eredità); in partic., mangiare con grande avidità, senza lasciare nulla: ha spolverato da solo due piatti di pastasciutta; anche con la particella pron.: si sono spolverati il pranzo in un baleno; si è spolverato cinquantamila euro in pochi giorni. 2. a. Cospargere di un sottile strato di sostanza fine come la polvere: s. una torta di zucchero a velo (v. anche spolverizzare). b. S. un disegno, riprodurlo con la tecnica dello spolvero (v.). c. non com. Sorpassare un veicolo, lasciarselo indietro di un bel tratto di strada (letteralmente «ricoprire di polvere»): la mia nuova macchina sull’autostrada spolvera tutte le altre.