spia
s. f. [dal got. *spaíha; v. spiare]. – 1. a. Chi con l’inganno o la dissimulazione cerca di venire in possesso di notizie riguardanti altre persone allo scopo di riferirle, per malevolenza o per invidia o per interesse personale, a chi possa valersene per punire o, comunque, danneggiare le persone interessate: in questa associazione ci sono delle s.; è bene non parlare in presenza di spie; è una s. dei superiori, della polizia, cioè una persona incaricata dai superiori, o dalla polizia, di riferire le infrazioni e le irregolarità altrui. Con sign. attenuato, chi rivela, spec. a superiori, ciò che altri vorrebbe tenere nascosto: in questo ufficio ci sono delle s. che riferiscono tutto al direttore. Anche, ma raro, chi informa, senza connotazione spreg.: se ’l mondo presente disvia, In voi è la cagione, in voi si cheggia; E io te ne sarò or vera spia (Dante), te lo rivelerò, te lo dimostrerò. b. Chi esercita lo spionaggio a favore di uno stato straniero, con l’incarico di raccogliere clandestinamente documenti riservati, informazioni segrete di carattere militare, politico, finanziario e sim. su una potenza straniera, sia in tempo di pace sia in tempo di guerra: era una s. dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale; l’attacco nemico fallì per le rivelazioni di una s.; la s. fu scoperta, processata e condannata a morte. Più genericam., chi cerca di venire in possesso di notizie riservate per rivenderle a chi ne può trarre un utile: nella ditta c’era una s. della concorrenza. c. Nella locuz. fare la spia (con uso assol., o con compl. di termine), l’atto stesso di riferire a superiori o ad autorità ciò che altri vorrebbe tenere nascosto: le persone leali non fanno la s.; è uno che fa sempre la s. ai professori di quello che succede in classe in loro assenza. 2. fig. Indizio, sintomo, segno: il suo comportamento è una s. del suo turbamento interiore; l’aumento della velocità di sedimentazione dei globuli rossi del sangue è la s. di uno stato infettivo. 3. fig. Apparato, dispositivo o altro mezzo che rivela e segnala fatti, situazioni e condizioni che altrimenti sfuggirebbero alla normale percezione e osservazione. In partic.: a. Apertura praticata in una porta o in una parete, detta anche spioncino, attraverso la quale si può vedere chi ha bussato o comunque sta dietro a una porta, o si possono osservare e sorvegliare detenuti, ricoverati, ecc.: guardare attraverso la s. della porta di casa, della cella. Nel teatro, foro praticato all’altezza degli occhi nel comodino o nel sipario, che permette di guardare dal palcoscenico nella sala. b. Nella tecnica, apertura a vetri praticata nella parete di recipienti o apparecchi per controllare quello che è o avviene all’interno: la s. di una cella frigorifera, di una lavatrice. c. Nel linguaggio venatorio, richiamo costituito da un passeraceo tenuto in gabbia che col suo verso avvisa il capannista o l’uccellatore del passaggio degli uccelli. d. Nel linguaggio tecn. di cantiere, sinon. di biffa. e. Denominazione generica di dispositivi di segnalazione di cui sono dotati apparecchi, strumenti, impianti e loro parti, allo scopo di segnalare all’operatore o all’utente determinate condizioni di funzionamento, normale o anormale, o semplicemente per far rilevare se l’apparecchio è in funzione o no: s. acustiche; s. ottiche, tra le quali le cosiddette gemme luminose, per lo più a luce rossa, indicanti che un apparecchio elettrico (per es., forno, scaldaacqua, cucine elettriche) è in funzione. Di analoghi indicatori ottici sono largamente dotati autovetture e motoveicoli, per segnalare il regolare funzionamento o eventuali disfuzioni delle varie apparecchiature: la s. del carburante, dell’olio, della temperatura dell’acqua del radiatore, ecc. 4. Con funzione appositiva invar., riferito a veicolo incaricato di missioni di ricognizione in territorio nemico: aereo s., nave s.; analogam., satellite s.; con altro sign., lampada s., quella che si accende quando un dispositivo o un apparecchio è in un determinato stato di funzionamento. ◆ Pegg. spïàccia (pl. -ce), nel sign. 1 a e b: non la posso soffrire, non la posso vedere, questa spïaccia dei preti! (Pirandello).