sottile
agg. [lat. subtīlis, der. della locuz. sŭb tela, termine dei tessitori, propr. «che passa sotto l’ordito»]. – 1. a. Che ha un diametro o uno spessore relativamente piccolo, o più piccolo del normale, detto di oggetti che hanno dimensioni sviluppate in prevalenza nel senso della lunghezza o, rispettivam., della superficie: spago, nastro, corda s.; cavo s. (in partic., in marina, cavi s., i cavi maneggevoli e leggeri che si sostituiscono a quelli normali di ormeggio quando una nave sta per partire, per facilitare la manovra; di qui la locuz. fig. essere sui cavi s., di nave pronta alla partenza); un filo molto s.; canna, ramo s.; foglio, lamina s.; lenti s. (specificamente, lenti il cui spessore è piccolo rispetto alla distanza focale); un velo assai s.; tracciare una riga s.; un s. strato di vernice; parete s.; arance a buccia s.; con riferimento a parti del corpo: gambe, braccia, caviglie, fianchi s.; avere delle dita molto s.; un collo lungo e s.; una figura s., snella e slanciata; con sign. più partic., fece armare una barca s. (Boccaccio), snella, leggera e quindi veloce; nel linguaggio marin., naviglio s., denominazione collettiva di unità militari relativamente piccole, leggere e veloci (esploratori, cacciatorpediniere, torpediniere, ecc.). b. estens. Aria s., aria di montagna, leggera, fine (in contrapp. a aria pesante); non com., un venticello, una brezza s., freschi e penetranti. c. Mal s., denominazione eufemistica (ormai non com., ma molto usata in passato) della tubercolosi polmonare (allusiva alla magrezza, che era una frequente caratteristica di chi ne era colpito): essere malato, morire di mal s.; il mal s. lo consumava; La dovevo sposare nell’aprile; Nell’aprile morì di mal s. (Gozzano). 2. fig. a. Di suoni e della voce, acuto e leggero: uno stridìo s.; una voce s. e delicata. b. Dei sensi e degli organi sensoriali, acuto, fine: avere una vista, un udito s.; esser d’orecchio s.; ser Ciappelletto, ... avendo l’udire s., sì come le più volte veggiamo aver gl’infermi, udì ciò che costoro di lui dicevano (Boccaccio). c. Pronto e sensibile, capace di cogliere le affinità, le distinzioni, le sfumature e sim., riferito sia a facoltà intellettuali: intelligenza, mente s.; avere un ingegno s., esser d’ingegno s.; uomo astuto e di s. ingegno (Compagni); per estens.: un uomo molto s., dalla mente acuta e lucida; sia ad atti e manifestazioni intellettuali: pensiero, discorso, ragionamento s.; fare una s. distinzione; io discioglierò ’l forte legame in che ti stringon li pensier sottili (Dante); anche, fine, escogitato con acuto ingegno: il Fortarrigo, in una sottil malizia entrato, ... (Boccaccio); spesso, che è troppo particolare e minuzioso, sofistico: una s. questione; un dubbio s.; un s. cavillo procedurale; Dottor s. (lat. Doctor subtilis), appellativo dato dai contemporanei al filosofo e teologo scozzese Giovanni Duns Scoto († 1308), a causa della sua predilezione per le sottili distinzioni analitiche, motivo per cui è considerato il più acuto pensatore del medioevo. Frequente l’uso sostantivato nelle espressioni fig. guardare, andare per il s., mostrare un’eccessiva meticolosità, essere troppo attento ai particolari: se tu ami la metafisica, io m’attengo alla fisica: voglio dire che se tu guardi pel s., io guardo alla grossa (Leopardi); al contr., non andare per il s., non avere riguardi o ritegno: teneva a stecchetto il fratello che non guardava molto pel s. nello spendere ... (Capuana). Con uso avverbiale, ant. e letter., sottilmente, con acutezza: Io no lo intendo, sì parla sottile (Dante); ripetuto con valore superl.: elli fu valentissimo in predicazione, e diceva tanto sottile, tanto sottile, che era una maraviglia (s. Bernardino). 3. In altri usi fig., proprî del linguaggio ant. o poet.: a. Abile, attento, accurato (contr. di rozzo, grossolano): Le camere eran tutte ornate e belle, Istorïate con sottil lavoro (Pulci). b. Pungente, mordente: qui l’una un sottil motto Vibra al cor dell’amica (Parini). c. Scarso, esiguo: faccendo sottilissime spese (Boccaccio). Significava «scarso» anche nella denominazione, in uso nell’Ottocento, della libbra sottile (o piccola), unità ponderale equivalente a circa 326 grammi, lievemente inferiore al peso della libbra normale: senza voglia di scherzare io credo che ... il peso del Cancelliere di Fratta non oltrepassasse le venti libbre s. (I. Nievo). ◆ Dim. sottilétto, sottilino. ◆ Avv. sottilménte, per lo più in senso fig., con sottigliezza: distinguere, argomentare, ragionare, considerare sottilmente.