soppressione
soppressióne s. f. [dal lat. suppressio -onis, der. di suppressus, part. pass. di supprimĕre «sopprimere»]. – 1. L’atto, il fatto e l’effetto del sopprimere, dell’essere soppresso. In partic.: a. Abolizione, revoca; eliminazione: s. di un articolo di legge, di una clausola d’un contratto; s. delle garanzie costituzionali; s. di un ente inutile; s. di un ordine religioso, di un beneficio ecclesiastico. b. Nel linguaggio giur., termine generico con il quale vengono indicati varî reati, molto diversi tra loro: s. di atti o documenti concernenti la sicurezza dello stato, reato consistente nel rendere inutilizzabili, o nel fare scomparire, tali atti o documenti; s. di atti veri, reato consistente nel togliere all’avente diritto la disponibilità dell’atto; s. di cadavere, consistente nel far scomparire per sempre un cadavere o una parte di esso; s. di corrispondenza, consistente nel distruggere o nell’occultare una corrispondenza diretta ad altri; s. di stato, reato consistente nel sopprimere lo stato civile di un neonato, mediante l’occultamento del neonato stesso. c. Uccisione, eliminazione violenta di una o più persone: la s. degli avversarî politici è uno dei metodi preferiti dai dittatori per mantenersi al potere; anche, abbattimento di animali: è stata eseguita la s. di alcuni capi di bestiame. 2. Nel linguaggio scient. e tecn., l’eliminazione di una o più componenti indesiderate da una sostanza, da una radiazione, da un segnale, dai termini di un problema, e sim.; in elettronica, s. di banda laterale, sistema di modulazione di ampiezza di un segnale nel quale si trasmette soltanto una delle due bande di frequenze, laterali alla frequenza del segnale portante, cui la modulazione dà luogo, con un grande risparmio nell’occupazione dello spettro di frequenze disponibile per la trasmissione. 3. In genetica, mutazione che avviene in un sito diverso da quello di una mutazione avvenuta precedentemente e che, in qualche modo, riesce a mascherare o a sopprimere l’espressione fenotipica della prima.