semina
sémina s. f. [der. di seminare]. – 1. a. L’operazione di seminare (detta anche seminagione), che si compie spargendo a mano o a macchina la semente nel terreno, nel modo più opportuno e nell’epoca più conveniente: la s. del grano, dell’orzo, dell’avena (usato assol., si intende in genere quella del grano: i contadini sono nei campi per la s.); s. a spaglio o alla volata, quella che si effettua spargendo il seme a mano (v. spaglio1), un tempo molto praticata per i cereali e ancor oggi per le piante foraggere: presenta alcuni svantaggi, tra cui una distribuzione irregolare, maggior consumo di semente, e non consente zappature; s. a dimora, quella che si effettua per il maggior numero delle piante erbacee direttamente sul terreno; s. in semenzaio, adatta per le colture ortofrutticole; s. meccanica, che si effettua con macchine di vario tipo per mettere a dimora sia semi sia altre parti riproduttive (tuberi, ecc.). b. L’epoca in cui l’operazione si compie: per la s. il tempo è spesso piovoso. 2. estens. a. In piscicoltura, l’introduzione di uova o avannotti di pesci in uno stagno o lago destinato all’allevamento. b. In batteriologia, l’immissione di microrganismi in un terreno di coltura.