scoppiare1
scoppiare1 v. intr. [der. di scoppio] (io scòppio, ecc.; aus. essere). – 1. a. Spaccarsi a un tratto, violentemente e fragorosamente, per eccesso di pressione, con riferimento a recipienti o corpi cavi chiusi: è scoppiata una bombola di ossigeno; gli scoppiò un pneumatico e uscì di strada; il bambino piange perché gli è scoppiato il palloncino; talvolta anche con riferimento a persona o animale: Ercole che fa s. Anteo (Vasari); la rana che voleva diventare grossa come il bue finì per scoppiare. b. Per estens., aprirsi per troppa pienezza o per gonfiore, anche non in modo violento e fragoroso: è meglio aspettare che l’ascesso scoppi da solo; in senso fig., s. il cuore, non reggere, per troppa commozione: me ne scoppia il cuore per amor vostro (Caro); screpolarsi, aprirsi (quasi sempre nella forma intr. pron.): per il freddo mi sono scoppiate le labbra. c. Con senso iperb., non reggere, non farcela più a sostenere la tensione, la fatica, lo sforzo o, più genericam., una determinata situazione: ho mangiato fino a s.; ho letto tanto da sentirmi s. la testa; s. dalla bile, dalla rabbia, dall’invidia; s. dal caldo, avere molto caldo, e non poterlo sopportare; s. dalle risa, dal ridere, ridere smodatamente; analogam., s. di salute, essere in eccellenti condizioni psicofisiche; con uso assol., non potersi frenare e contenere, non resistere più: se non parlo scoppio; bisogna che dica tutto, se no scoppio; ma io scoppio Dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego (Dante). Nel linguaggio sport., non com., non avere più fiato, essere costretto a cedere o ad abbandonare la gara per esaurimento improvviso dopo aver compiuto un notevole sforzo: il ciclista scoppiò alle prime tappe di montagna; è scoppiato a cento metri dal traguardo. d. Seguito da un infinito o da un complemento, prorompere, sbottare: s. a ridere, a piangere; s. in lacrime, in singhiozzi. e. assol. Dire, manifestare tutto d’un tratto quanto si voleva nascondere o si cercava di non dire: una sera scoppiò: «Devo dirti che ho fatto testamento» (Svevo). 2. Esplodere, detonare: è scoppiato un fulmine; i tuoni scoppiati con istrepito repentino, scorrevano rumoreggiando dall’una all’altra regione del cielo (Manzoni); anche con riferimento all’involucro di una sostanza esplosiva: è scoppiata una bomba; la cartuccia è scoppiata nella canna. In partic., produrre una reazione esplosiva, pressoché istantanea, violenta e fragorosa: la scintilla fa scoppiare la miscela nella camera di scoppio. 3. fig. a. raro e ant. Scaturire, erompere, di acque: scoppiando di sotterra in due grosse polle (Magalotti); e del pianto: Per li occhi fora scoppiava lor duolo (Dante). b. Manifestarsi, insorgere all’improvviso, con riferimento a fatti ed eventi indipendenti dalla volontà dei singoli e caratterizzati da pericolosità e rapidità di sviluppo e di diffusione: è scoppiata una rivolta; si temeva che potesse s. un’altra guerra; è scoppiata un’epidemia di colera; la nave è in quarantena perché a bordo è scoppiato il vaiolo. 4. Con riferimento a organismi sociali, non rispondere più alle funzioni a essi proprie, a causa di una sopravvenuta congestione: alcune città scoppiano per il traffico; le università scoppiano per i troppi studenti; più genericam., essere eccessivamente affollato: il teatro scoppiava di gente; anche assol.: d’estate i luoghi di villeggiatura scoppiano. 5. ant. Schioccare, produrre un rumore improvviso e secco: cominciarono a scingersi le fionde e a s. fortissimamente con quelle (Sannazzaro); scoppiettare: Quando la vaga fiamma occupa il loco E scorre per li solchi, e stride e scoppia (Ariosto). 6. Con uso trans., ant., far scoppiare, aprire rompendo: elli ha poste l’uova, acciò che elleno naschino, e non hanno se non a s. el guscio (s. Bernardino); Tal che col fiato il sasso scoppia e crepa (Pulci). ◆ Part. pass. scoppiato, per lo più con valore participiale, nei varî sign. del verbo. Con accezione partic., nel gergo sportivo, un ciclista, un pugile scoppiato, che ha completamente ceduto allo sforzo; nel linguaggio giovanile, di persona che è sotto l’effetto di una droga e, per estens., rimbambito, stordito.