sbarcare1
sbarcare1 v. tr. e intr. [der. di barca1, col pref. s- (nel sign. 3), in contrapp. a imbarcare] (io sbarco, tu sbarchi, ecc.). – 1. tr. a. Scaricare da un’imbarcazione o da una nave le merci o i materiali imbarcati: s. parte del carico; s. carbone, nafta. b. Far scendere a terra una o più persone che erano a bordo di un’imbarcazione o di una nave (o anche di un aeromobile, e, scherz., di un automezzo): s. i passeggeri, le truppe; il comandante ordinò di s. i malati; l’autobus mi sbarca proprio al portone di casa; per estens., cancellare una persona dal ruolo dell’equipaggio (per punizione, per malattia o per altri motivi). 2. fig. Passare, trascorrere alla meno peggio un periodo di tempo: s. l’estate, l’inverno; frequente nelle espressioni s. il lunario, s. la vita, vivere, tirare avanti a stento, con molti sacrifici e notevoli rinunce; pop., sbarcarla, sbarcarsela, superare un ostacolo, un momento critico, riuscire a tirare avanti più o meno bene: s’è preso una brutta bronchite e non so se riuscirà a sbarcarla; con due stipendî se la sbarcano discretamente. 3. intr. (aus. essere) a. Scendere a terra da una nave o da un’imbarcazione (o anche da un aereo, per il più com. scendere): il piroscafo sta entrando in porto, ma i passeggeri cominceranno a s. dalla nave solo fra un paio d’ore. b. Approdare e prendere terra su territorio nemico, o controllato dal nemico o comunque non alleato, come operazione offensiva o preventiva effettuata da armati, da unità e reparti dell’esercito: Garibaldi e i Mille sbarcarono a Marsala; le truppe nemiche sono sbarcate di sorpresa in alcuni punti della costa orientale. c. Nella marina militare e mercantile, cessare di far parte dello stato maggiore o dell’equipaggio di una nave.