sacramentale
(ant. sagramentale) agg. e s. m. [dal lat. tardo sacramentalis, der. di sacramentum «sacramento»]. – 1. agg. a. Nella religione cattolica, di un sacramento, relativo a un sacramento o derivante da un sacramento: rito s.; confessione s.; grazia s., la grazia realmente prodotta dal sacramento. Parole s., formula rituale fissata (anche detta forma) con cui si conferisce un sacramento, o preghiera solenne (per es., la preghiera eucaristica nella messa, la preghiera consacratoria nelle ordinazioni) che fa parte di una celebrazione liturgica. Decima s., la decima ecclesiastica, così detta in quanto si intendeva pagata alla Chiesa per un servizio liturgico prestato e, in senso molto ampio, anche quella versata per le opere caritative della Chiesa o per il culto. b. In senso fig., e spesso scherz., di tutto ciò che è di rito, tradizionale e quasi d’obbligo, e in partic. di parole o atti che si ripetono abitualmente in determinate circostanze: il banchetto nuziale si concluse con il s. brindisi agli sposi; per lui non c’è domenica senza il s. pokerino con gli amici. 2. Come s. m., sono chiamati sacramentali, nella liturgia cattolica, le preghiere e i riti, istituiti dalla Chiesa (non quindi di origine divina come i sacramenti), che hanno qualche somiglianza con i sacramenti e ne accompagnano la somministrazione: possono consistere in atti o azioni (segno della croce, benedizione di persone o cose, consacrazione di luoghi, edifici e arredi dedicati al culto, esorcismi, ecc.) oppure anche in cose concrete (per es., l’acqua benedetta), e sono diretti a ottenere effetti soprattutto spirituali, a disporre a ricevere i sacramenti, a santificare le varie circostanze della vita. 3. s. m. Nel processo medievale barbarico, lo stesso che congiuratore. ◆ Avv. sacramentalménte, non com., in modo sacramentale, per mezzo di un sacramento: essere sacramentalmente uniti in matrimonio.