migliore
miglióre agg. [lat. mĕlior -ōris, compar. di bonus «buono»; cfr. meglio]. – 1. È il compar. di buono, molto più com. del compar. regolare più buono in quasi tutti i sign. dell’aggettivo (esclusivam. [...] m.; m’è parso di m. umore; essere in m. condizioni di salute, d’animo, di spirito. e. Con valore più soggettivo: essere in m. compagnia, più piacevole; comprare a prezzo m., più conveniente; offrire a condizioni m., più vantaggiose; attendere un ...
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vellichio
vellichìo s. m. [der. di vellicare]. – Vellicamento ripetuto o prolungato, soprattutto in senso soggettivo, cioè la sensazione di solletico provocata sulla cute da lievi e ripetuti contatti [...] mobili, o anche prodottasi in parti esterne o interne del corpo per altre cause (per es., il senso di formicolìo conseguente a disturbi di circolazione o a compressione di un nervo, il pizzicore in gola, ...
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brandizzazione
s. f. La trasformazione di qualcosa in un marchio commerciale. ◆ Per [Domenico] Ioppolo addirittura non esiste (come molti sostengono) una correlazione fra economia e investimenti pubblicitari, [...] in un marchio e abbiamo indotto il mercato ad apprezzarlo e a pagarlo, ma, malgrado questa «brandizzazione», il valore soggettivo, cioè l’immagine del made in Italy, continua a dipendere dalla qualità oggettiva del prodotto e basta uno scivolone a ...
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tinta
s. f. [der. di tingere, part. pass. tinto]. – 1. a. Il colore che si dà a un oggetto tingendolo, o che un oggetto assume o ha assunto nella tintura: la t. di un filato, di un tessuto o di una stoffa; [...] aerea, la qualità colorata della luce, l’influenza dei riflessi. c. fig. Modo particolare, personale o soggettivo di rappresentare, narrare, giudicare: calcare, esagerare le t., raccontare in modo da impressionare, esagerando; al contrario ...
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denotazione
denotazióne s. f. [dal lat. denotatio -onis]. – L’atto, il fatto di denotare, d’indicare cioè una cosa attraverso segni esteriori. Nella logica, la capacità che ha un termine di indicare [...] (in contrapp. alla connotazione) come l’elemento significativo stabile e oggettivo di una unità lessicale, indipendente da ogni elemento soggettivo e affettivo che essa può avere nel contesto di una frase; per es., le parole fanciullo, bambino, pupo ...
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plebaglia
plebàglia s. f. [der. di plebe], spreg. – La parte peggiore della plebe, o la plebe vista nei suoi aspetti peggiori: le grida, le intemperanze della p.; nei vicoli non si addensava soltanto [...] p. facinorosa e marciume umano ma anche uomini e donne di grande talento (Ermanno Rea); con valore più chiaramente soggettivo: tutti gli altri, per lui, non sono che plebaglia. ...
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connotazione
connotazióne s. f. [dal lat. mediev. connotatio -onis, der. di connotare «segnare insieme, in aggiunta»]. – In linguistica, elemento accessorio che, insieme con la denotazione, contribuisce [...] a costituire il significato di una parola in un determinato contesto; consiste nelle sfumature di ordine soggettivo, e cioè i valori allusivi, evocativi, affettivi, che accompagnano l’uso della parola aggiungendosi ai suoi tratti significativi ...
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soggettivo linguistica In grammatica, proposizione s., proposizione subordinata che compie la funzione di soggetto rispetto al verbo della proposizione reggente. In italiano queste proposizioni possono avere forma esplicita, introdotte dalle...
Il concetto di diritto soggettivo è uno dei più importanti e dibattuti dell’intera scienza giuridica. Secondo l’opinione di alcuni giuristi (facenti capo a B. Windscheid), il diritto soggettivo sarebbe un potere o una signoria della volontà,...